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Campione volta pagina: cosa c'è scritto?

24 settembre 2018 - 08:52

Giornate dense di novità a Campione d'Italia, in attesa che il governo faccia conoscere le sue volontò sul futuro dell'enclave.

Scritto da Anna Maria Rengo
Campione volta pagina: cosa c'è scritto?

Si aprono davvero nuovi scenari per Campione d'Italia, dopo le dimissioni del sindaco, che in verità erano state sollecitate da più parti, sia locali che nazionali, e l'arrivo del commissario prefettizio? È quanto si spera, visto che il 27 agosto la cittadina lacustre festeggerà, ma si fa davvero per dire, il secondo mese di chiusura della Casa da gioco, una conseguenza della sentenza che ha disposto il fallimento della società di gestione e che ha praticamente azzerato l'economia e messo in ginocchio l'intera popolazione.

Finora, la politica è sembrata, se non sorda, almeno molto prudente nell'affermare che si occuperà della questione, e tantomeno in maniera risolutiva. E preoccupano pure i tempi di discussione del reclamo presentato in Corte d'appello da Comune, Casinò e Banca Popolare di Sondrio: il 15 novembre, a meno che non sarà accolta la richiesta di anticipare i tempi. Per quella data, non solo i cittadini saranno quasi letteralmente alla fame, ma i macchinari del Casinò avranno subito ulteriori danni da mancato uso e manutenzione, e ovviamente i giocatori, anzi gli ex giocatori, avranno consolidato le loro nuove abitudini, che tanto stanno facendo piacere (a ragionissima) alle case da gioco ticinesi. E ad altre casse statali, così per ricordare.

Non saliamo sullo scranno del giudice per stabilire se Salmoiraghi fosse la causa prima del “problema” o se ne fosse una vittima/conseguenza. Certamente, non si può lasciare morire un paese, ma è quello che si sta facendo, anche se è umanamente e sociologicamente comprensibile che i “ricchi”, talvolta troppo spensierati e spreconi, suscitano spesso, al momento di diventare “poveri”, la reazione sintetizzabile in un “ben ti sta”. Tanto più se sono diventati ricchi attraverso un'attività, quella del gioco, su cui l'attenzione e talvolta la critica è sempre alta.
Non è quindi facile “giustificare” la volontà politica di “aiutare” degli ex privilegiati che hanno mal giocato le carte che avevano in mano: un casinò, vale a dire una miniera d'oro. Sicuramente mal gestita, e che nel corso degli anni ha foraggiato e alimentato una struttura comunale (pur nelle sue specificità di exclave) elefantiaca e costosa, essendo a sua volta dotata di entrambi queste caratteristiche.
Cosa si vuol fare, ora di Campione? Qual è la volontà politica, appunto? E poi, quali sono gli strumenti giuridici per portarla a compimento? Il paese ha bisogno di risposte.

 

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