Casinò: and the winner is…
Il buon andamento dei casino games in Italia sembra destinato a una brusca frenata: a chi gioverà?
Sono mesi, anzi anni, che scriviamo dell’andamento della spesa sui casino games “dot it”, ossia in possesso di una regolare concessione in Italia, accompagnando l’esposizione dei dati con un ormai classico “Prosegue il momento positivo, anche grazie alla lotta ai siti ‘dot com’”. Chissà se potremo continuare a usare questa formuletta, un po’ ripetitiva ma sempre attuale, anche in futuro. Già, perché l’entrata in vigore della legge Dignità, che vieta totalmente la pubblicità del gioco online, ovviamente quello autorizzato, costituisce una vera e propria mazzata sul collo di quegli operatori già presenti in Italia, che hanno pagato fior di quattrini per essere autorizzati, e che si vedono ora privati del loro unico mezzo per farsi conoscere. Quelli già presenti possono contare sulla buona memoria dei giocatori, che si sono trovati bene sui rispettivi siti, e che magari fanno un po’ di passaparola con amici e parenti. Ma chi deve ancora arrivare? Chi ha partecipato al bando statale per le nuove concessioni di gioco e dunque non è ancora conosciuto in Italia? Si affiderà forse ai piccioni viaggiatori per veicolare il proprio messaggio, fermo restando che tra le pieghe dell’articolo 9 della legge Dignità, per estensione è anche configurabile l’abbattimento in volo degli stessi?
Con la legge Dignità (termine che mal si attaglia al nuovo status del gioco legale, trattato appunto come “roba” assai poco degna di Dignità, consentiteci le ripetizioni a scopo rafforzativo) tutti saranno posti sullo stesso piano. Legali e illegali. Un’equiparazione che presenta numerosi profili critici, che certamente gli operatori stanno già vagliando con i loro legali, ma che, alla fin fine, finisce proprio per avvantaggiare chi non ha una concessione, e che potrà competere ad armi pari con chi, invece, l’ha pagata… non certo ricevuta in regalo.