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Casinò Campione d'Italia, è corsa contro il tempo

22 gennaio 2018 - 07:46

A Campione d'Italia si deve trovare al più presto una soluzione per scongiurare il fallimento della società di gestione del Casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Campione d'Italia, è corsa contro il tempo

Un'istanza di fallimento per insolvenza, nei confronti di proprietà e banche. Si apre davvero nel peggiore dei modi, il 2018 del Casinò Campione d'Italia. Con un atto, presentato dalla Procura di Como e che sarà discusso in udienza il prossimo 12 marzo, che è l'amarissimo frutto una pluralità di semi, coltivati in proprio o portati dal vento della crisi o dall'effetto cambio, solo per citare alcune delle cause che non sono addebitabili direttamente alle gestioni che si sono succedute e ai colori delle diverse amministrazioni comunali che hanno dato gli indirizzi politici e fissato gli obiettivi.
Che una società che dovrebbe fare affari d'oro, e in effetti li fa visto il sempre elevato volume di incassi e il fatto che si occupa di gioco e non di sanità o di assistenza sociale, non riesca ad assolvere le obbligazioni per cui è stata istituita, quindi di sostenere economicamente la proprietà, la dice lunga su un sistema complessivo, quello dei casinò, che da tempo sta scricchiolando e sul quale, con lungimiranza tardiva dopo tanta cecità passata negli ultimi trent'anni, l'attuale governo aveva deciso di intervenire. Salvo scontrarsi con problemi, anche di ordine di tempo, che stanno avendo ripercussioni pure sulla generale opera di riforma del sistema complessivo del gioco pubblico.
Ma generalizzare è solo in parte corretto, in quanto la crisi del Casinò Campione è sui generis, come dimostra anche la richiesta della Procura, che vuole addirittura far fallire la società di gestione. E saranno i giudici a stabilire chi ha ragione, e soprattutto se esistono motivi per mantenere in vita l'attuale società, i cui amministratori, ovviamente, hanno ereditato conti e costi che sono il frutto di stratificazioni annose, anzi decennali. Gli scenari non sono catastrofici, perchè il fallimento della società non significa necessariamente la chiusura del Casinò, ma certamente il nuovo sindaco e il nuovo amministratore unico dovranno fare di tutto per evitare che si giunga a questo azzeramento, che avrebbe almeno nel breve termine contraccolpi assai negativi sull'intera cittadina, oltre che, ovviamente, di immagine.

Certamente, questo spauracchio, e la necessità di presentarsi in tribunale con piani credibili di risanamento e di assolvimento delle obbligazioni previste (c'è anche il debito arretrato da saldare), giocherà un ruolo determinante nella trattativa sul rinnovo dell'accordo sulla riduzione dei costi aziendali, in scadenza a febbraio. Saranno mesi difficili. Non solo serviranno tutta l'unità e la coesione possibili. Ma anche piani seri, credibili, per uscire da una situazione che si è rivelata addirittura peggiore e più grave del previsto.

 

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