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Casinò Campione, è corsa contro il tempo

26 novembre 2018 - 09:49

Il governo Conte ha finalmente messo mano al dramma che sta vivendo la comunità campionese, ma occorre fare presto.

Scritto da Anna Maria Rengo

Finalmente è arrivato. In ritardo, bisogna dire, ma con le forme corrette e possibili. Visto che risolvere i problemi del Casinò Campione d'Italia è tutt'altro che una questione per la quale basti la semplice volontà politica. Ci sono leggi in vigore, su tutte il testo unico sulle società partecipate, che non possono essere cancellate così, con un colpo di spugna. E la peculiarità del “caso” di Campione è, appunto, così peculiare, che non ci sono precedenti storici e/o giuridici che potevano essere presi a esempio.

Il governo ha finalmente preso posizione. Con un emendamento al decreto fiscale, il cui disegno di conversione in legge approda martedì 27 novembre in Aula in Senato, che prevede una corposa parte tutta dedicata alla un tempo fortunatissima, oggi sfortunatissima exclave italiana che si affaccia sul lago di Lugano, il cui casinò guarda ora il dirimpettaio ticinese che, giustamente, gode i frutti della malgestione e insipienza altrui.

Il governo ha deciso che sarà un commissario straordinario, nominato ad hoc, a occuparsi della questione, interfacciandosi “con gli enti locali e territoriali della regione Lombardia”, una locuzione sulla quale vale forse la pena di riflettere, visto che non viene citato il Comune di Campione d'Italia, che potrebbe comunque, in senso estensivo, essere compreso. Certo è che questa presa di posizione dell'esecutivo pare mettere, almeno per il momento, a tacere le voci che parlavano di un disegno decisamente opposto, ossia la volontà di nazionalizzare i casinò, approfittando del pessimo stato di salute di almeno due di essi, uno dei quali, dopo che queste stesse voci avevano cominciato a correre, è addirittura “morto”. Si sarebbe trattato di riprendere un po' in mano il vecchio progetto del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, contenuto nell'intesa con gli enti locali e le regioni che era stata raggiunta in Conferenza unificata in merito al riordino dell'offerta di gioco e che non si è mai tradotta in atti concreti e che, con l'arrivo alla guida del paese di una compagine decisamente nuova, è per ora rimasta nel cassetto, nonostante l'annuncio, anche da parte del governo Conte, della volontà di rimettere mano alla materia.

Ma intanto, sempre che questa volontà ci sia davvero, e sempre che in questo ambito si parlerà pure di casinò, l'urgenza urgentissima era ed è rappresentata da Campione d'Italia, che sta letteralmente morendo sotto il peso di colpe principalmente proprie ma che, nonostante ciò, non può essere lasciato morire. Il governo, finalmente, ha preso le redini della situazione. Ma certamente i tempi saranno ancora lunghi e nel frattempo i dipendenti resteranno senza stipendio, le macchine della Casa da gioco continueranno a rovinarsi (quelle che non sono state portate via dalle società che le avevano concesse in leasing), e i clienti continueranno a rivolgersi altrove, ovviamente ottimamente accolti.

 

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