Due premesse sono d'obbligo. Che la variante Omicron stia impazzando per il mondo, Italia inclusa, è un dato oggettivo, e chi non ha un parente, collega o amico stretto che non sia positivo o in quarantena è gentilmente pregato di alzare la mano.
La seconda premessa è che un conto è continuare a stare aperti, condizione certamente migliorativa rispetto all'Italia rossa di capodannesca 2021 memoria, tutt'altro è aprire ora, appunto, in piena onda pandemica. Come minimo, si tratta di una questione di opportunità e di buon senso.
Questi due fatti, certamente innegabili, non bastano tuttavia a placare le polemiche e gli interrogativi suscitate dall'annuncio che il Casinò Campione d'Italia è stato costretto a rinviare la sua riapertura e ad annullare il veglione che era stato previsto per il giorno di San Silvestro. Polemiche e interrogativi, in verità, che sono corsi sulle chat e in parte sui social, ma dei quali nessuno si è voluto assumere pubblicamente la paternità.
In questo scenario di delusione e preoccupazione, si sono poi inseriti i dati sull'andamento dei casinò di Sanremo e di Saint Vincent a dicembre e soprattutto a fine anno, che è stato, come evidenziato, particolarmente generoso per la Casa da gioco valdostano, che ha toccato picchi di ingressi e di incassi. E noi? Hanno chiesto in molti a Campione, oltretutto dopo aver ricevuto la lettera con cui l'amministratore delegato Marco Ambrosini informa i selezionati che il loro contratto a tempo indeterminato sarà firmato e avrà valenza, anche economica, solo a fare data dalla riapertura effettiva della Casa da gioco, che sarà comunicata a breve e che comunque non sarà successiva al 28 gennaio.
Gioconews.it non ha certo la possibilità di sentenziare chi ha torto e chi ha ragione, qualora la si possa mettere in questi termini. E se è vero, su questo si sente di sbilanciarsi, che non sarebbe stato il massimo riaprire a Capodanno, sarà senz'altro utile e indispensabile che i giorni in più presi dalla società di gestione siano utilizzati per mettere a posto gli ultimi eventuali tasselli mancanti. C'è appunto da firmare i contratti, ma su questo l'Ad è stato chiaro, ma anche da ufficializzare le figure apicali e dirigenziali della Casa da gioco, che non risultano dagli elenchi degli assunti che sono stati sin qui pubblicati, come del resto sono stati pubblicati anche buona parte dei nominativi dei candidati, un modus operandi certamente pratico, ma che potrebbe avere scontentato molti di essi, soprattutto se già impiegati in altri luoghi di lavoro. Ad oggi, non è stato ancora reso noto, inoltre, il nome del soggetto che si occuperà dell'organizzazione dei tornei di poker e di colui che invece gestirà il servizio ristorazione, e sicuramente si sta mettendo mano anche ad alcune questioni tecniche attinenti la gestione delle casse, oltre che del riscaldamento e del servizio di pulizia.
Come pure, resta ancora da capire se il nuovo casinò sarà posto sotto osservazione dei controllori comunali, che erano stati licenziati nel 2018, ovviamente a struttura chiusa.
Sicuramente si tratta di "variabili" sotto stretto monitoraggio di proprietà e gestione, e altrettanto certamente, anche se il rinvio c'è stato, non ce ne potrà essere un altro (a meno che ovviamente la situazione sanitaria diventi catastrofica e induca il Governo Draghi a drastici provvedimenti) e questo è il momento in cui serve compattezza e che tutti remino verso lo stesso porto, che si è appena spostato un pochino più in là all'orizzonte, ossia la riapertura del Casinò. Questo, soprattutto a questo punto in cui ipotesi alternative sono ormai impraticabili, deve essere l'obiettivo di tutti, tenendo anche presente che un alone di polemiche e di interrogativi non giova certamente all'immagine di una location che sta per riaprire i battenti dopo trascorsi certamente difficili.