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Casinò e turismo, perchè no?

27 luglio 2020 - 07:18

In questa insolita estate italiana, torna d'attualità il legame tra gioco e turismo, con particolare attenzione ai casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo

Vacanze 2020 diverse dal solito, per la maggior parte degli italiani, che hanno deciso di abbandonare mete esotiche o comunque estere, per concentrarsi sulle bellezze naturalistiche e artistiche del nostro Paese. Una scelta ovviamente "obbligata", causa pandemia purtroppo non ancora archiviata, e che consentirà a molti di scoprire una nazione nella quale si concentrano tante meraviglie in grado ogni anno di attrarre milioni di turisti stranieri, probabilmente in questo difficilissimo 2020 presenti in numero assai minore rispetto al solito.
In questo contesto di generale preoccupazione sanitaria ed economica, che attanaglia sia i singoli cittadini che le attività imprenditoriali e commerciali di qualsiasi tipo, si può forse pensare ai casinò come una carta in più a disposizione dei territori che hanno avuto la prerogativa di poterli aprire. E sicuramente c'è da ripensare ancora una volta al legame tra gioco e turismo, anche se stavolta calato su un contesto mondiale in cui gli spostamenti a lungo raggio, soprattutto verso alcune mete, sono fortemente problematici. Nell'estate 2020 vincerà di certo (o perderà di meno, a volerla dire con una visione meno ottimistica e forse più realistica) il turismo "di vicinato", intendendo con questo termine il confine nazionale. Ma la voglia di divertirsi e di svagarsi è comunque forte, oltre a quella di fare il pieno di cultura e di natura: in attesa di conoscere i dati di luglio sull'andamento dei casinò, c'è dunque da supporre che esso sarà influenzato positivamente dal convogliarsi del turismo internazionale su quello nazionale. Sicuramente, non ci saranno viaggi a Las Vegas, non si andrà a Macao, e anche mete più vicine, ma comunque fuori dall'Italia, saranno scartate a favore di quelle nazionali. Avere a disposizione una ricca offerta di gioco, in una location prestigiosa, attenuerà i morsi della crisi che comunque sta colpendo il comparto turistico. L'emergenza Covid-19 non è ancora finita e i timori per l'autunno prossimo sono fondati e sentiti: è sicuramente dunque troppo presto per capire cosa si potrà fare, in sicurezza, nei mesi a venire, e di conseguenza adeguare le proprie strategie imprenditoriali.

Ancora più difficile è capire se ci saranno cambiamenti "strutturali" nella società globale, se cambierà dunque per sempre il nostro modo di relazionarci, di lavorare, di intrattenerci, di divertirci. Tuttavia, nel brevissimo periodo c'è da considerare che l'effetto pandemia sarà immediato ed evidente. Ovviamente negativo su tutti i comparti, fatta eccezione per chi produce mascherine, disinfettanti e per pochissimi altri, ma sui casinò e sui territori che li ospitano potrebbe essere minore, soprattutto se le gestioni sapranno in qualche modo affrontare i mille obblighi e procedure che i clienti devono seguire per poter accedere alle sale e se sapranno rapidamente adattare la loro ospitalità e offerta all'eccezionalità del momento.

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