Pioggia di riaperture sui casinò europei, tutti più o meno chiusi nelle stesse settimane in cui anche quelli italiani, era fine ottobre 2020, cessavano la loro attività, per la seconda volta nell'arco dell'anno e sempre a causa del Covid.
E se prima l'orientamento generale, in Europa, era quello di stare chiusi a oltranza, pare, finalmente e per fortuna altrui, che altri stati diversi dall'Italia abbiano ora preso consapevolezza del fatto che (tralasciando il dibattito sulla supposta pericolosità dal punto di vista sanitario delle attività di gioco) i numeri della pandemia e, parallelamente, quelli della campagna vaccinale, consentono l'allentamento delle restrizioni. Con il risultato che l'Italia si vede ora circondata da paesi dove si è tornati a giocare. Ha cominciato la Svizzera, ad aprile, ha proseguito il Liechtenstein, e poi ancora San Marino, per proseguire, oggi 17 maggio, con la Slovenia e proseguire, mercoledì 19, con la Francia. A sud, dove però l'Italia non confina con nessuno e c'è il mar Mediterraneo a separarla da Malta, i casinò dell'isola dei Cavalieri non hanno mai chiuso.
Una situazione che era pesantissima ma che ora appare addirittura anacronistica, anche in considerazione dell'allentamento delle restrizioni agli spostamenti tra i paesi dell'Unione europea e dell'area Schengen.
Il nostro paese rischia dunque di diventare davvero l'ultimo a riaprire i giochi: con buona pace della tutela della legalità, dell'Erario e dei giocatori, la cui domanda, non sopita, spesso si incanala in forme pericolose, come ben sottolineato in numerose sedi politiche ma anche dagli operatori e dai loro dipendenti, ripetutamente scesi nelle piazze italiane, non solo a Roma, per rivendicare il loro diritto al lavoro e ad avere una data certa. E infine ce l'hanno avuta: dalla cabina di regia di oggi è infatti uscita quella dal 1° luglio, un mese dopo quella che si sperava.