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Casinò St. Vincent, ancora lacrime e sangue dei dipendenti

10 dicembre 2018 - 09:35

Il durissimo piano di contenimento dei costi al Saint Vincent Resort & Casino colpisce per l'ennesima volta i dipendenti.

Scritto da Anna Maria Rengo

Non è la prima volta e stavolta speriamo di poter dire che non sarà neanche l'ultima. Ossia che ci sarà ancora un Casinò di Saint Vincent in vita e possibilmente anche degno di questo nome, dunque qualcosa di più di una “semplice” sala giochi, e in grado di dare occupazione e ricchezza al territorio di riferimento, quindi all'intera Valle d'Aosta, di cui poter parlare.

Fatto sta che, per l'ennesima volta, proprietà e gestione presentano ai dipendenti il salatissimo conto degli errori che sono stati compiuti nel corso degli anni: di finanziamenti elargiti senza che abbiano portato ai risultati sperati, di leggi approvate e che poi non sono state rispettate, di piano industriali inefficaci o presunti tali. Su tutti, di una politica regionale che ha litigato su tutto e per tutto, che si è frantumata e ricomposta nei più diversi modi, e che ha sempre visto nella Casa da gioco l'argomento preferito su cui divedersi, finendo per fare danni non solo a se stessa, ma anche all'intera comunità, oltre che, direttamente e pesantissimamente, ai lavoratori del Casinò.

Sono anni che questi ultimi stanno rispettando gli accordi presi, raggiunti con sacrifici, tagliandosi lo stipendio. Ma tutto ciò non è bastato. Ora l'amministratore unico Filippo Rolando chiede a 168 di loro di andare a casa, mentre ad altri 107 non sarà rinnovato il contratto a tempo determinato al momento della sua scadenza. Misure davvero lacrime e sangue, finalizzate a scongiurare l'istanza di fallimento che pende come una scure sull'azienda, oltre che a rimettere in equilibrio l'azienda. Misure, appunto, da inserire nel piano di concordato che dovrà essere presentato in tribunale entro il prossimo 11 gennaio e che dovrà poi essere approvato.
Oltre alla domanda di prassi, ma com'è che solo i dipendenti stanno pagando per le scelte, evidentemente scellerate, compiute in questi anni, ce n'è un'altra che sale immediatamente alla bocca: ma come farà il Casinò a funzionare con quasi la metà dei suoi lavoratori? Purtroppo, questi ultimi, sia quelli che sono destinati ad andare a casa che chi resterà, con ulteriori tagli alle retribuzioni, hanno motivo di essere arrabbiati e preoccupati. E va a merito di tutti (stiamo ovviamente parlando dei lavoratori, visto che in altre sedi i meriti sono davvero pochi), come sottolineato anche da alcuni sindacalisti, il fatto che, nonostante tutto, mostrino attaccamento all'azienda, e non abbiano (ancora) scioperato.
 
Comunque, vogliamo continuare a crederci, anche se è davvero difficile continuare a essere ottimisti, e sperare che la nascente giunta regionale guidata da Antonio Fosson vorrà farsi direttamente carico della situazione, valutando il forte impatto sociale che avrebbe il dare corso alle misure previste nel piano di contenimento dei costi e cercare, a tutti i costi, delle soluzioni alternative o che possano attenuare quanto previsto da Rolando.
 
Ricordiamo che già nel luglio dell'anno scorso era stato raggiunto un accordo in grado di scongiurare i licenziamenti, ovviamente un accordo che prevedeva grossi sacrifici economici per i dipendenti, cui si chiede ora di farne altri. La politica intesa non come X, Y o Z, ma come i tanti “rappresentanti della proprietà” che si sono succeduti, rifletta sui tanti errori che ha commesso, direttamente e attraverso la nomina, evidentemente, di una governance non all'altezza delle attese. E corra ai ripari, dimostrando almeno un po' di quel senso di responsabilità che i lavoratori hanno mostrato sinora, e che dovrebbero averle insegnato.
 

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