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Casinò St. Vincent, l'ora della buona gestione

28 ottobre 2019 - 08:41

Dopo l'omologa del concordato del Casinò di St. Vincent, si tenga la barra dritta sulla necessità di proseguire lungo la strada della buona gestione.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò St. Vincent, l'ora della buona gestione

C'era ottimismo e, come spesso accade quando si parla del Saint Vincent Resort & Casino e purtoppo a differenza del “collega” campionese, alla fine i sacrifici, stavolta davvero pesanti, sono stati premiati. Il tribunale di Aosta ha omologato il concordato in continuità proposto ai creditori dalla Casino de la Vallée Spa ed è dunque stato scongiurato, almeno per ora, il rischio del fallimento, non teorico vista l'istanza che era stata presentata dalla Procura di Aosta.

C'è motivo di festeggiare e di plaudere alla scelta, in verità avviata dalla giunta regionale guidata dalla leghista Nicoletta Spelgatti e dall'allora assessore alle Finanze Stefano Aggravi, di percorrere la strada concordataria. Ma non bisogna dimenticare che a fare le spese delle cattive scelte della politica e della gestione, con i vari nomi e cognomi che si sono avvicendati negli anni, sono stati soprattutto i dipendenti della Casa da gioco e del suo ramo alberghiero, che le hanno pagate a caro prezzo. Questo deve servire da monito innanzitutto alla litigiosa politica valdostana, che ha trovato modo di polemizzare, nell'ultimo Consiglio valle, anche sul sì al concordato, e che ora si trova a dover discutere una mozione presentata da parte dell'attuale minoranza e nella quale si chiedono le dimissioni del governatore Antonio Fosson.

Di mezzo, anche stavolta, c'è, seppure parzialmente, il Casinò, e la supposta inadeguatezza di Fosson a gestire questo come altri dossier fondamentali. Ma stavolta, please, non mettete di nuovo il Casinò di mezzo. Lasciate lavorare la gestione, che oltre ad aver portato a casa il concordato (e non sono certamente mancate le difficoltà, tra creditori scontenti e aspiranti creditori che volevano insinuarsi nel processo) sta ottenendo anche un solido incremento degli incassi, destinato con ogni probabilità a consolidarsi ulteriormente ora che ci sarà tempo e testa per potercisi dedicare, visto che buona parte del compito principale, ossia risanare l'azienda e soprattutto salvarla, è stato fatto.

All'estero il modello privatistico di gestione dei casinò ha mostrato la sua efficacia. In Italia le proprietà sono pubbliche e, al momento, sono pubbliche anche tutte le società di gestione. Ciò non toglie che quando la politica fa un passo di lato, e lascia agli amministratori delle sue partecipate lo scegliere cosa è meglio, senza imporre nomi e strategie, i risultati possono comunque ottenersi. Come pure, buoni risultati si ottengono quando la partecipata di turno, in questo caso quella del casinò regionale, non diventa oggetto di battaglia politica.

Crediamo tuttavia che la complessa vicenda del Saint Vincent Resort & Casino, sulla quale la scorsa settimana è stata scritta una pagina assai positiva e promettente, possa essere stata di monito e di incoraggiamento per tutti. Evitare gli errori del passato. E lavorare, con serietà e serenità, per un futuro che può essere certamente migliore del recente passato.

 

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