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Casinò, verso le sfide del 2020

30 dicembre 2019 - 11:52

I casinò chiudono il 2019 con un bilancio sostanzialmente positivo e si apprestano a un 2020 di grandi sfide.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, verso le sfide del 2020

I conti ovviamente si fanno alla fine, ma è probabile che sia il Saint Vincent Resort & Casino che il Casinò di Sanremo possano chiudere il 2019 con incassi in crescita, rispetto allo scorso anno. Altra buona notizia, è che dopo il "rosso", decisamenente acceso, della società di gestione del Casinò valdostano nel 2018, l'operazione "conti in ordine" messa a punto con decisione dall'attuale amministratore unico Filippo Rolando porti a un bilancio finalmente in utile per il 2019.

Quanto a Venezia, sarà forse più difficile per il Casinò chiudere l'anno con incassi coon il segno più, ma la stabilità di bilancio pare certa, come del resto è ormai una consuetudine al Casinò di Sanremo, che da tempo registra degli utili significativi.

Insomma, una serie di indicatori positivi dello stato di salute dei casinò italiani, tacendo, per una volta, della disastrosa situazione derivante dalla chiusura, il 27 luglio dell'anno scorso, di quello di Campione d'Italia e alla quale non si è ancora trovata una soluzione, sperando ovviamente che lasi stia cercando.
Certamente, questo evento non sembra avere "avantaggiato" se non in misura minima i casinò italiani (mentre assai di più quelli ticinesi, a cominciare dal dirimpettaio luganese), ma resta il fatto che le case da gioco, che pure non sono state esenti da momenti difficilissimi nell'anno che sta per finire (c'è bisogno di ricordare che sul Casinò di Saint Vincent aleggiava addirittura lo spettro del fallimento?) potrebbero avere motivo di guardare con ottimismo a quello che sta per iniziare. Anche "grazie" all'atteggiamento punitivo che il legislatore sta avendo nei confronti del gioco pubblico, tassato, tartassato, e per di più soggetto a mille regolamentazioni a livello regionale e locale. Tutte misure dalle quali i casinò sono esentati. Il payout di slot e Vlt non è stato nè può essere diminuito per legge, ma resta a discrezione della singola casa da gioco, che oltretutto non si è vista aumentare il prelievo erariale. Insomma, anche se il legislatore non è intervenuto in alcun modo per "favorire" i casinò, lo ha fatto, involontariamente e certamente senza questo fine, rendendo più difficile la vita degli operatori del gioco pubblico, che per di più devono ora offrire un prodotto con meno appeal: slot e Vlt alle quali si vince di meno, oppure gratta & vinci e lotterie di altro tipo le cui vincite vengono tassate.

In questo scenario, arriva il 2020 e la grande incognita ancora da affrontare: riordino sì o riordino no? Parliamo ovviamente, ancora una volta, di gioco pubblico, ma è ovvio che le scelte che si fanno relativamente al maggiore competitor dei casinò hanno conseguenze anche su questi. Se i casinò, tra il 2005 e il 2010 circa, hanno sofferto fortemente il moltiplicarsi dell'offerta di gioco, ora dovrebbero (e forse lo stanno già facendo) "gioire", egoisticamente, del fatto che il vento è cambiato e che si intende, non senza frizioni interne alla stessa maggioranza, procedere a una nuova regolamentazione a livello centrale del gioco, chissà se riprendendo in mano i contenuti dell'intesa che in proposito era stata raggiunta in Conferenza unificata nel 2017.

La maggiore sfida del 2020 è tuttavia rappresentata dalla riapertura del Casinò Campione, un'entità la cui venuta a mancare ha lacerato profondamente la comunità locale e la sua economia. Su questo, come già ampiamente detto, il legislatore non è ancora intervenuto, anche a causa dell'estrema complessità e dell'unicità del caso, ma senza risposte il panorama dei casinò italiani sarà a breve destinato ad assestarsi sullo status quo. Tre casinò che sembrano ancora in grado di produrre reddito e occupazione, a un quarto relegato a una storia gloriosa, conclusa nel peggiore dei modi.

 

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