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I casinò e la teoria della torta

27 agosto 2018 - 07:55

Il mese di agosto è caratterizzato dalla chiusura di un casinò, gli effetti sulle altre case da gioco tricolori.

Scritto da Anna Maria Rengo
I casinò e la teoria della torta

Agosto drammatico per la storia dei casinò italiani, con la chiusura, avvenuta lo scorso 27 luglio a seguito della sentenza di fallimento dela società di gestione, di quello di Campione d'Italia. Un evento a suo modo storico, che ha messo letteralmente in ginocchio l'intera comunità campionese, e i cui lunghi effetti negativi stanno creando anche qualche problema di ordine pubblico, come avvenuto nella giornata di sabato 25 agosto, con un acceso litigio tra opposte fazioni in occasione del presidio che va tuttora avanti.

Al di là della preoccupazione per le sorti di Campione, l'interesse degli analisti è anche su quali saranno gli effetti della chiusura del Casinò sulle restanti case da gioco tricolori. Teoricamente, secondo la teoria delle quote di mercato, esse hanno un bacino unico. Una torta di cui tagliano diverse fette. E in questo caso gli almeno 7 milioni di euro, a volare bassi, che sarebbero stati spesi alle slot e ai tavoli campionesi, dovrebbero andare a rimpinguare le casse delle altre tre case da gioco.

È più che probabile che questo non accadrà, a dimostrazione del fatto che semmai le case da gioco hanno un bacino non nazionale, ma pù territoriale, e che dunque questi soldi saranno stati o risparmiati, oppure spesi altrove. Per esempio nei casinò ticinesi, anch'essi tre, ma che probabilmente hanno “beneficiato” più di Sanremo, Saint Vincent e Venezia della chiusura di Campione. Dati esaustivi non se ne hanno, ma è certo, come spiegato dal Casinò di Lugano, che il mese è stato fortemente positivo, come del resto ovvio, visto che si trova appena dall'altra parte del lago Ceresio.

C'è inoltre da aggiungere che ad agosto l'Italia è stata colpita da un tragico evento, il crollo del ponte Morandi a Genova, che ha reso (oltre ovviamente a mettere in lutto l'intera nazione, che ha avuto meno voglia di divertirsi e festeggiare) più complicato l'accesso logistico a Sanremo, Casa da gioco che peraltro, con senso civico e grande sensibilità, ha annullato alcuni dei suoi eventi Vip di punta e, conseguentemente, anche più redditizi.
 
Il detto “mors tua vita mea” appare dunque, restando solo nel campo dell'arida analisi dei numeri, non idoneo a definire la situazione dei casinò tricolori, che probabilmente poco o niente si sono giovati dei fatti accaduti a Campione. Fatti, ripetiamo, di una estrema gravità. La cittadina è alle prese con una crisi senza precedente, essendo venuta meno l'unica attività produttiva. E la politica sembra sorda al grido di dolore che lanciano le famiglie rimaste senza lavoro dall'oggi al domani. O perlomeno non ha ancora dato una risposta, che è comunque necessaria, anche se fosse negativa. In effetti, come ricordato dalla Rsu, Campione è d'Italia, non lo si può abbandonare a una morte lenta ma, in assenza di novità, inevitabile.

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