L’ora del giudizio al Casinò di Venezia
I dipendenti del Casinò di Venezia sono chiamati a decidere sul nuovo contratto di lavoro: una sfida all’ultimo sangue anche tra le sigle sindacali.
Settimana di passione, non suonasse blasfema questa metafora, per il Casinò di Venezia. I dipendenti sono infatti chiamati a decidere, attraverso il voto referendario, se approvare o meno il nuovo contratto aziendale di lavoro che prenderà il posto del regolamento entrato in vigore lo scorso 1° luglio e sul quale, dopo lunghissime vicende, polemiche e spaccature, solo tre sigle sindacali (Slc Cgil, Snalc Cisal e Rlc) hanno raggiunto una pre-intesa con azienda e proprietà.
Le vicende sindacali all’interno dei casinò italiani sono sempre di estremo interesse, persino sociologico, viste le inedite alleanze che si creano, la sussistenza di forme di rappresentanze inconsuete (per esempio le delegazioni sindacali dell’unità produttiva del gioco al Saint Vincent Resort & Casino) o doppie (rappresentanza sindacale aziendale e rappresentanza sindacale unitaria al Casinò Campione d’Italia). Nel caso di Venezia, poche volte si è registrata una spaccatura così netta e accesa tra le sigle sindacali attive in una Casa da gioco, al punto che riesce difficile, visti i toni usati da e tra Slc Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil a livello locale, immaginare che a livello nazionale le stesse possano sedere allo stesso tavolo, magari dialogando con toni pacati. Sempre tenendo presente la specificità locale, e dunque il fatto che la Uilcom Uil è di recente ricostituzione al Casinò, fa specie anche il divorzio di Fisascat Cisl (come pure dell’Ugl Terziario) dalla piattaforma contrattuale congiunta che era stata presentata assieme alle tre sigle che poi sono arrivate a compimento della trattativa con l’azienda e con la proprietà.