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Awp e ludopatia, Astro: “Non imparziale l’analisi dei casinò”

03 aprile 2014 - 16:54

Le recenti dichiarazioni di Vittorio Ravà, presidente di Federgioco, suscita il desiderio di chiedersi “se possa essere un vampiro a decidere l’ubicazione e lo stoccaggio delle riserve di sangue, e se tale naturale portatore di interesse (lecito e legittimo) possa ergersi a imparziale e oggettivo analista della situazione italiana del gaming, sia sotto il profilo della fiscalità sia sotto il profilo della sua dinamica distributiva”.

Scritto da Redazione

Lo evidenzia l’avvocato Silvia Taraddei, direttore generale di Astro, secondo la quale “paradossalmente è proprio dall’argomento ‘fiscale’ che ci preme iniziare la cordiale rappresentazione della singolarità dell’argomentazione avversata, laddove si auspica un ‘allineamento’ della tassazione tra Vlt e Congegni alloggiati nei Casinò italiani.

 

Senza nulla togliere alle tasse e ai tributi versati dai Casinò in ottemperanza ai rispettivi oneri, augurarsi che la pressione sulle Vlt scenda sino al livello di quello caratterizzante i congegni da casinò pare una affermazione illuminante, e motivata solo dagli innumerevoli tentativi che varie società satellite dei Casinò hanno intrapreso per ‘entrare’ nel business delle Vlt (sino ad ora non decollati proprio per l’impossibilità di configurare una buona marginalità di esercizio per la figura del ‘conduttore di sala’ che oggi caratterizza il ‘povero’ mercato riservato a tale figura imprenditoriale).

 

LA LUDOPATIA - Sotto il profilo della ‘ludopatia’, l’ascrizione di responsabilità alle Awp è battaglia di retroguardia, che dal più piccolo al più organizzato centro di sostegno per giocatori problematici può essere smentita, al pari delle ricerche recentissime pubblicate sul tema ed avente ad oggetto proprio l’individuazione dei prodotti di gioco (autorizzato e non) a più elevata propensione di incidenza di generazione patologica.

Non serve essere dei professionisti di settore per sorridere al cospetto di un confronto tra una slot no-limits e una Awp da bar con posta massima 1 euro (e vincita massima 100 euro), laddove non già alla prima, bensì alla seconda si imputano effetti di insorgenza di ludopatia.

Non serve essere dei professionisti della psicologia per sorridere al cospetto della tesi secondo la quale la perdita dello stipendio al Casinò è scelta consapevole e voluta, mentre una spesa alla Awp a un euro è condizionamento ambientale azzerante la volontà dell’individuo.

In generale, però, non serve sorridere, ma piuttosto è utile denunciare ciò che è ‘vecchio’ come assunto, come tesi, come strategia.

Vero è, invece, che i Casinò, in generale, e da qualche limitato tempo anche quelli italiani, sono dotati di protocolli aderenti a standard preventivi della ludopatia, che nel panorama internazionale funzionano (per avvenuto riscontro di efficienza ultradecennale), mentre per l’Italia la fase è ancora di start up.

Non c’è bisogno di scomodare Pupo per reperire suoi amici ancora frequentanti le Case da Gioco, per appurare quanto sia difficile considerare ‘risolutivo’ un programma di esclusione dai Casinò basato sull’autodeterminazione di un utente che ha già lasciato all’Ufficio fidi la ‘storia della sua vita’.

Tuttavia, il know how internazionale dei Casinò può svolgere un ruolo importante e nulla toglie che da esso di possano cogliere elementi utili da applicare alle sale Vlt Lasciamo però stare le Awp he hanno perso il 18% della raccolta in 3 anni, e in corso d’anno si accingono a traguardare un altro calo dell’8-9%. Aggiorniamoci tutti”

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