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Casinò tra trend e criticità: dal passato uno spunto di riflessione ancora attuale

06 dicembre 2023 - 09:52

I casinò italiani alle prese con il mutare dei gusti di giocatori e le necessità di fare quadrare i bilanci, come emerge da uno studio di qualche anno fa.

Foto di Hadija su Unsplash

Foto di Hadija su Unsplash

Seguitando a fare pulizia delle vecchie scartoffie ho rinvenuto una relazione fatta a suo tempo, la data non si distingue più, e non la ricordo.
Colgo l’occasione per ricordare i vecchi tempi in cui mi occupavo per il sindacato di problemi e ricerche nel mondo dell’azzardo nazionale. Non posso negare che mi piaceva farlo e che lo trovavo molto interessante e valido per acquisire nuove nozioni professionali.

La presente relazione prende in esame i risultati delle Case da gioco italiane a datare dal 1988 in quanto si appalesano, da quel periodo, i decrementi di quanto è stato, da sempre, l’elemento trainante: lo chemin de fer. Un gioco, questo, che rappresenta e costituisce il fiore all’occhiello di ogni Casinò d’élite.

Elite e tradizione – intesa, quest’ultima, quale effettiva presenza dei giochi francesi o tradizionali – si completano con roulette e trente et quarante.

Si evince agevolmente dalle allegate tabelle (che al momento mancano)  la tendenza di cui sopra. Una tendenza che si ritrova, anche se non in egual misura, anche nelle altre Case da gioco nazionali.

Vi è da notare che fattori estranei, esterni all’elemento prettamente tendenziale possono aver influito sull’andamento dei risultati di gioco. Non sempre, infatti, lo spostamento a favore dei giochi americani è avvenuto naturalmente.

Ad esempio, per Saint Vincent, emerge la differente ripartizione dei proventi lordi di gioco tra Ente pubblico concedente (Regione)  gestore concessionario. Spesso, v’è da ritenere, è intervenuta l’errata considerazione di investimenti (erroneamente considerati quali spese) mirati all’acquisizione di clientela d’élite e all’incremento della qualità dei servizi.

Il più rilevate rischio d'impresa, nella gestione di una Casa da gioco è rappresentato dal “cambio assegni”.
L’entrata in vigore della L. 197/91 ha, in un certo senso, acuito detto rischio, in specie, con la limitazione a £ 20 milioni del cambio di contanti. 

L’attenersi a detta norma ha incrementato il servizio in argomento. Se a una parte v’è l’obbligo, per quanto ai cotanti, dall’altra v’è quello della intestazione e della non trasferibilità per i titoli sia circolari che di conto corrente.
Quanto sopra deve essere visto anche quando il cliente vince con quanto n consegue. Sono facilmente intuibili, infatti, le difficoltà della clientela sia in caso di incasso (e trasporto) di contanti che di assegni (è individuabile l’emittente).

Certamente si può rimediare anche se non totalmente, a questi inconvenienti, e – nella prospettiva di mirare all’élite – diviene una necessità conditio sine qua non.

La situazione legislativa
Occorre premettere che la Casa da gioco è stata creata, ed altre se ne intendono istituire, per uno scopo fiscale complessivo: entrate tributarie e/o pubblicistiche (L. 488/86), sviluppo turistico ed occupazione.

Probabilmente la legge che incrementa il numero delle Case da gioco nel Paese apporterà alcune novità che rilevano:
a) il divieto di utilizzare, per indagini fiscali, le notizie attinte nel Casinò;
b) la deroga all’art.1933 cod. civ. relativamente ai titoli negoziati  nella Casa da gioco.

La citata legge (all’esame del Parlamento da due legislature) si può ritenere verrà licenziata a breve termine. La direttiva Cee 36675 recepita dallo Stato con l’art.16, L.428/90 e la sentenza della Corte Costituzionale n. 152/85 hanno determinato questa convinzione. La possibilità di dare occupazione per il tramite delle Case da gioco rafforza il convincimento di cui sopra.

L'attività produttiva
La Casa da gioco, pur nella sua atipicità è una azienda come tante altre che producono servizi; due si appalesano i criteri direttivi:
1) adeguamento dell’offerta alla domanda;
2) ottimizzazione dei “servizi” offerti alla clientela.
Si evince, anche dai risultati delle altre Case da gioco nazionali, che la clientela d’èlite, pur sussistendo è divenuta via via più esigente anche per la concorrenza estera. Ma, ancor più, per il fatto che all’estero non esistono certi controlli all’eventualità dei quali va incontro il giocatore.
Esiste la probabilità, si diceva, che qualcosa cambi ma, nell’attesa, si impone l’obbligo di ricercare correttivi e rimedi.
Per quanto al punto 1), visitando la concorrenza nazionale, si osserva la presenza di altri giochi in aggiunta a quelli praticati in loco: roulette americana (doppio zero), punto banco, fair roulette, craps e poker.
In ordine alla concorrenza estera, in specie quella più vicina, troviamo soprattutto: fair roulette e poker.
Sempre rimanendo in argomento diviene conseguente  riflettere sul “bacino di utenza” che – relativamente alla concorrenza estera – non può che essere almeno all’80 percento, se non il medesimo.
Passando poi ai “servizi” offerti alla clientela la priorità assoluta è data dalla non comodità di accesso che dovrebbe essere rimossa costituendo il più rilevante deterrente.
Detta “scomodità” si aggrava allorché lo spazio destinato e/o destinabile ai giochi diviene maggiore (al Lido).
Tra i “servizi” non va trascurata l’ospitalità che unitamente alle promozioni generiche e mirate (galas), rappresentano un esborso di notevole entità ma anche, e questa è la corretta individuazione aziendale, un investimento. Non può nutrirsi dubbio alcuno al proposito e come ogni altro impegno economico deve essere valutato attentamente. Infatti, per calcolare la convenienza può essere sufficiente considerare la percentuale delle ”mance” di competenza della gestione.
Detti “proventi aleatori” possono tranquillamente superare l’investimento mirato. E’ pur vero  che i giochi come il trente et quarante e la roulete possono chiudere in perdita; è altrettanto vero che lo chemin de fer è una fonte sicura di entrata rimanendo il rischio di cambio assegni più rilevante nell’ultimo dei giochi richiamati.
Non può, d’altra parte, sottacersi che le “mance” rivestono il ruolo, per l’azienda, di ristoro del passivo.
L’importo delle mance e dei giochi che maggiormente ne producono costituisce un obiettivo che non deve essere perso di vista specialmente in prospettiva sia a breve che a medio termine.

Posso garantire che il tutto continua con altre considerazioni sul mercato di allora, osservazioni di diversa natura sempre attinenti alle Case da gioco. Se non altro mi sono trovato a soppesare un periodo che forse non tornerà stante i gusti diversi e le diminuite disponibilità economiche che fanno propendere la bilancia verso il gioco online per le caratteristiche che lo distinguono. 
 

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