Quali sono o dovrebbero essere, dopo più di quaranta anni trascorsi nel mondo delle case da gioco come dipendente con incarichi amministrativi e tecnici e in qualità di dirigente sindacale, le qualità indispensabili per chi, ad alto livello, deve occuparsi dei problemi legati alla conduzione di una casa da gioco?
Con l’occasione rammento che la natura giuridica delle entrate che derivano all’ente pubblico dalla casa da gioco ci porta ad altre considerazioni che non è il caso di richiamare in questa sede se non con questo brevissimo accenno.
A mio avviso la competenza, la provata esperienza, la professionalità e la consapevolezza che sino alla tomba ci può essere qualcosa da imparare sono il bagaglio indispensabile.
Chiaramente la capacità di orientarsi nel campo specifico non può e non deve mancare così come l’esperienza provata e l’interesse a mettersi sempre in gioco e, a confronto con gli altri sapendo ascoltare tutti avere le conoscenze e la capacità di un “non sono d’accordo” motivato che solo la professionalità acquisita nel tempo può sicuramente permettere.
Colui che è destinato alla direzione giochi e, come tale, dovrà occuparsi della politica produttiva e dell’organizzazione del lavoro con il fine di un controllo effettivo sulla redditività degli investimenti suggeriti, dovrebbe possedere una esperienza tale da dimostrare, se del caso, anche come si lavora al tavolo nell’interesse di tutti gli aventi causa: capitale e lavoro.
Quanto precede, e non reputo possibile che sia sfuggito, sta ad evidenziare come la figura del direttore giochi riveste grande importanza, stante la certa competenza e la esperienza nel coadiuvare il Consiglio di Amministrazione ed ogni eventuale alto rappresentante della gestione ai quali si richiede la competenza e se hanno anche l’esperienza, ben venga.
Da una parte ci sarà chi si occupa dei ricavi e dei costi della produzione e di altre incombenze di natura finanziaria, dall’altra colui che la differenza tra costi e ricavi di produzione deve cercarla e qui, mi si permetta, entrano nel discorso le qualità precedentemente descritte.
Non credo esista altra attività nella quale il tempo è denaro come nel caso in esame; i corsi per adeguare il personale dipendente alla multifunzionalità, l’adeguamento dell’offerta alla domanda che ne segue, la diversificazione dell’offerta ed altro che investe la politica produttiva hanno necessità di buoni risultati nel minor tempo possibile onde rappresentare un vantaggio.
La comprensione del trend domestico e del mercato in generale abbisognano di un sistema e di un programma nel quale la raccolta dati è la prima parte che, tra l’altro, potrebbe costituire un primo passo finalizzato al controllo gestionale.
L’insieme dell’organizzazione mirata alla snellezza gestionale non può prescindere dalla effettiva presenza delle qualità in parola tanto da poter, evitando spesso inutili perdite di tempo, concretizzarsi in un decisionismo coerente che consente di assumere le scelte a ragion veduta e in breve, se non brevissimo, tempo.
Concludo con l’ammettere che non è di poco momento unire i soggetti che possano corrispondere a quanto ritengo necessario, ma non posso astenermi dal raccomandarlo a coloro o chi se ne deve anche istituzionalmente occuparsi della ricerca di una combinazione tale da permettere un risultato positivo.
Come mia abitudine mi scuso se ho voluto esprimere una idea del tutto personale frutto della passata esperienza lavorativa. Non pretendo di aver scoperto, e spesso si usa dirlo, il brodo caldo, ma, senza pretendere che sia la sola soluzione alla problematica gestionale di una casa da gioco, ho inteso sviluppare ciò che ritengo adeguato e dettato, lo ripeto, dal vissuto.