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Gioco responsabile nei casinò, come conoscerlo

11 febbraio 2025 - 10:36

I casinò italiani adottano delle ben precise politiche in materia di gioco responsabile, ecco l'analisi di Marco Fiore.

Foto di Emiliano Vittoriosi su Unsplash

Foto di Emiliano Vittoriosi su Unsplash

In questo articolo affronterò un tema alquanto spinoso e controverso sul quale non è facile argomentare.
Mi riferisco al cosiddetto "gioco responsabile" ovvero alle politiche e alle regole che i casinò adottano per scongiurare fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo.

Le case da gioco hanno sempre cercato di minimizzare il problema, in parte giustamente poiché storicamente lo stesso problema ha interessato una percentuale ridotta della clientela.

In Italia, inoltre, in assenza di una regolamentazione specifica sull’attività dei casinò, ogni intervento in tale ambito poteva avere solo carattere di consiglio o suggerimento rivolto in via molto riservata e con tono paternalistico a chi si supponeva soffrisse di una dipendenza. Più di una volta di rimando si riceveva dai clienti più educati un invito a occuparsi dei propri affari piuttosto che dei loro.

In altre nazioni, le leggi che hanno autorizzato la gestione del gioco d’azzardo, soprattutto le più recenti, hanno previsto norme specifiche a tutela dei soggetti cosiddetti a rischio individuando anche percorsi obbligatori di assistenza al cliente, a cura e carico dei casinò, per aiutarlo ad uscire dal tunnel della ludopatia.

È quanto mai opportuno ricordare che per sconfiggere la ludopatia, come ogni altra forma di dipendenza, è fondamentale la presa d’atto del problema da parte del soggetto interessato oltre che l’effettiva la volontà di superarlo.

Non è per niente facile, comunque, individuare i ludopatici. Gli indicatori da tenere sotto controllo, secondo la mia esperienza, sono sostanzialmente tre: assiduità di frequentazione delle sale da gioco, spesa per il gioco e comportamento durante l’attività di gioco. 

Occorre prestare la massima attenzione nell’esaminare gli indicatori di cui sopra. Non sempre infatti una frequentazione elevata del casinò è associabile a fenomeni di ludopatia così come la spesa per il gioco va pesata cercando di capire se la stessa rientra nelle possibilità del cliente. Infine, il comportamento va filtrato attraverso il carattere della persona.

Ricordo, nei miei primi anni di lavoro, un’anziana signora che, approfittando del servizio di linea a mezzo autobus che collegava quotidianamente la città di Torino con Saint-Vincent, non mancava giorno in cui ci faceva visita, con la sola eccezione delle feste comandate. Recava con sè una ricca provvista di caramelle di una prestigiosa azienda torinese che dispensava a tutti gli impiegati con i quali si intratteneva per un breve scambio di parole.

Le puntate al gioco erano rare, per non dire rarissime, e a coloro che le chiedevano il perché della sua assidua frequentazione del casinò rispondeva che amava quell’atmosfera e che, vivendo da sola, la trasferta giornaliera in Valle d’Aosta la aiutava a combattere la solitudine e a scacciare la malinconia.

Un’immagine molto romantica che non deve trarci in errore: sullo stesso autobus, viaggiavano infatti persone che, al contrario di lei, rincorrevano la speranza di cambiare la propria vita grazie a una vincita al gioco e che davano sfogo alla compulsività di cui erano preda.
 

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