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Mance, per la Cassazione reddito ma non retribuzione

25 ottobre 2014 - 09:40

Secondo la Corte di Cassazione, le mance percepite dai croupier sono da considerare reddito ma non retribuzione. Vanno pertanto tassate ma non possono essere calcolate per il Tfr, il trattamento di fine rapporto. La Cassazione ha dunque confermato quanto già sentenziato in primo e secondo grado, dopo la causa avviata contro la Casa da gioco valdostana, ormai anni fa, da alcuni croupier.

Scritto da Amr

 

 

IL COMMENTO DI FRIGERIO – Secondo l’amministratore unico del Casinò, Luca Frigerio, la decisione della Corte Suprema di Cassazione “ha una grossa importanza per tutto il settore delle case da gioco perché definisce un annoso problema, cioè l'esatta configurazione giuridica delle mance sotto il profilo reddituale. Le stesse, come confermato dalla Cassazione, costituiscono, semplificando una vicenda comunque complessa, reddito (elargito dai clienti) ma non retribuzione conseguente al rapporto di lavoro con i casinò”.

 

IL RICORSO - Se il ricorso fosse stato accolto il Casinò avrebbe dovuto sborsare circa 15 milioni per il pregresso. I dipendenti che si sono rivolti ai giudici hanno smesso di lavorare nel 2003. Quattro anni dopo la prima sentenza del Tribunale di Aosta che ha respinto la richiesta dei croupier: chiedevano gli fosse loro riconosciuto il 75 per cento delle mance per il calcolo del Tfr. Il processo ha avuto la stessa conclusione anche in Appello a Torino, nel 2009. Adesso la decisione definitiva. 

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