L’ANALISI DI VASSALLUZZO - Ma quando si tratta di scegliere una meta, gli italiani hanno come discriminante anche che vi si possa giocare? In mancanza di stime ufficiali, abbiamo posto il quesito a un addetto ai lavori, Alfredo Vassalluzzo, direttore di Travelbuy Italia Network, nata nel 2008 e che conta circa 90 agenzie di viaggi nella Penisola.
“Non si può dire che l’italiano vada in vacanza scegliendo località dove si può anche giocare; non è ancora entrato nella nostra cultura questo tipo di turismo, proprio di paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti, anche se, negli ultimi tempi, nei piccoli centri si organizzano pullman per sale bingo o casinò, ma tutto si limita all’escursione di una giornata da mattina a sera”.
Bisogna però fare un distinguo: “Un conto è il viaggiatore che si sposta per parchi divertimenti e, in questo caso, ci sono molti italiani che scelgono di includere nella propria vacanza un parco divertimenti e il più gettonato e Disneyland Paris, e un conto sono le persone che si spostano per andare a giocare, che non si possono affatto definire turisti. Chi si sposta con l’intento di giocare, maggiormente verso i casinò in quanto in Italia l’ippica sta subendo un voluto quanto inesorabile declino, non pensa neanche lontanamente di visitare la città o i dintorni ma pensa solo a raggiungere lo scopo del suo spostamento, cioè il gioco. Quindi è impensabile dare a questa persona l’appellativo di viaggiatore. Inoltre, anche il suo stato d’animo e la sua propensione al divertimento sono dipendenti dall’esito della giornata o della nottata trascorse al tavolo verde”.
IL TURISTA GIOCATORE - Vassalluzzo traccia l’identikit del viaggiatore per motivi di gioco: “Chi si sposta per giocare ha buona disponibilità economica, spesso non ha legami familiari ed è anche piuttosto esigente, sempre che la giornata di gioco non vada del tutto storta; in questo caso sarebbe talmente concentrato sul come rifarsi che non baderebbe al resto! Chi invece non ha grande disponibilità, cerca l’emozione del gioco sotto casa o fra le mura domestiche aiutandosi con la tecnologia e quindi giocando presso gli scommettitori autorizzati o via internet su conti online. Il gusto degli italiani sta mutando con il passare degli anni ma ancora si registrano livelli di esigenza un po’ più alti rispetto a viaggiatori di altri paesi”.
Tra le vacanze particolarmente ambite, ci sono le crociere, dove il gioco è davvero di casa…
“A bordo delle navi la parte casinò è particolarmente curata in quanto è fonte di guadagno per le compagnie di navigazione sempre più grande, in considerazione del fatto che gli ospiti sulle navi sono ormai migliaia e non più centinaia. Le navi, inoltre, sono per la maggior parte di proprietà americana e ricalcano anche in questo aspetto l’importanza che ha il denaro per gli statunitensi. Per fare un esempio, nei primi due anni di navigazione nel mediterraneo la Royal Caribbean non consentiva pagamenti in denaro contante a bordo della nave. L’unico luogo dove poteva circolare il denaro contante era all’interno del casinò”.
LE METE PIU’ AMBITE - Tornando sulla terraferma, quali sono le mete di gioco più ‘gettonate’ a livello italiano ed europeo?
“I luoghi più caratteristici sono senza ombra di dubbio Venezia per l’Italia e Montecarlo per l’Europa per motivi diversi tra loro. Venezia è una città magica che galleggia sull’acqua, senza auto, caotica di giorno ma silenziosa di notte, molto identificata con il suo storico carnevale e le sue tradizioni; il casinò stesso è una ‘anomalia’ perché aveva un tempo una sede estiva e una invernale, e oggi ne ha due. In questo ambiente tutto è più soft, anche le perdite, forse, fanno meno male. Montecarlo rappresenta il sogno di tutti; nell’immaginario collettivo il monegasco è quello pieno di soldi che fa la bella vita, soggetto quasi ad una sorta di vivi e lascia vivere che regola le sue giornate; il casinò rappresenta quindi il luogo dove si sogna di fare il grande colpo e poter quindi entrare a far parte di quel jet set da favola, come se si avessero più probabilità di vincere o non si potesse perdere”.