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Vincite & fisco, Ravà (Federgioco): “Casinò pagano con assegni”

12 settembre 2014 - 10:42

Come può il contribuente che è stato fortunato al casinò dimostrare al fisco che i soldi sul suo conto corrente provengono da vincite (che nelle case da gioco non sono soggette a tassazione, in quanto questa viene assolta dalle stesse attraverso il pagamento dell’Isi) e non da redditi non dichiarati?

Scritto da Amr

È il presidente di Federgioco, il veneziano Vittorio Ravà, a fornire una risposta al quesito, anche alla luce della normativa prevista dalla legge Salva Italia del 2011 che consente l’uso di denaro contante fino alla soglia massima di mille euro. Un’opzione, quella di pagare in contante, che è assolutamente desueta nei casinò: “Il contribuente - spiega - può dimostrare che i soldi sono stati vinti solo attraverso un assegno o un bonifico ricevuto da un casinò. Ai clienti normalmente paghiamo con assegni. A tutela del cliente che avesse intenzione di utilizzare la vincita per dimostrare un reddito fiscalmente esente, sarebbe meglio che la transazione avvenisse attraverso un bonifico, così come è stato dimostrato in tutte le controversie con l’Agenzia delle entrate sui costi detraibili”.

 

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