Sta facendo discutere e preoccupare, l'inserimento di Malta della grey list della Faft (Financial Action Task Force), l'organismo internazionale che si occupa di antiriciclaggio e di cui fanno parte i paesi europei e anche gli Stati Uniti. Come è stato accolto questo declassamento dai numerosi operatori di gioco online, specializzati in poker, casinò e scommesse, che hanno la loro sede proprio nell'isola?
La parola a Enrico Bradamante, presidente Igen, l'associazione degli operatori di gioco online con licenzia maltese. “Siamo delusi. Questa non è una notizia positiva, soprattutto dopo che un paio di mesi fa Moneyval (Comitato di esperti per la valutazione delle misure contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo istituito in seno al Consiglio d'Europa Ndr) aveva espresso un rapporto tecnico positivo, come invece non aveva fatto nel 2019. Invece, il Faft ha ritenuto non sufficiente il lavoro svolto dal Governo per migliorare i controlli sul movimento di denaro e in materia di norme antiriciclaggio e finalizzate al contrasto del finanziamento del terrorismo”.
Proprio nella giornata di oggi, 25 giugno, la Faft ha tenuto una conferenza stampa per spiegare i motivi che hanno portato all'ingresso di Malta nella grey list: “Si è parlato nelle investigazioni fatte o non fatte in materia di evasione fiscale, evidenziando come il numero di condanne e di sequestri non sia proporzionato al volume di soldi che transitano per Malta e alle indagini svolte. Per ora si è parlato in generale, e non di gioco online”.
Venendo appunto a questo settore, ci saranno delle conseguenze?
“Ce ne saranno senz'altro e ci aspetta un periodo problematico per quanto attiene il rapporto con le banche. Ci aspettiamo che alcune faranno delle due diligence più dettagliate, e che alcune si spingeranno a voler chiudere i conti così da ridurre il livello di rischio, ma bisogna aspettare la loro reazione. Il mio auspicio è che il Governo e le altre entità che devono risolvere il problema lo facciano il più presto possibile. Il Governo si è mosso bene, ma bisogna raddoppiare gli sforzi così da uscire al più presto da questa situazione. L'Islanda, recentemente, ha passato un anno in grey list, seguendo un processo simile a quello maltese. Io mi aspetto che ci vorranno mesi prima di uscire dalla grey list, ma se dovesse essere un arco di tempo più lungo, il danno crescerà in maniera proporzionale”.
Oltre al problema rappresentato dal rapporto con le banche, inoltre, “c'è senz'altro un problema reputazionale, di difficile quantificazione. Potrebbe capitare che se un'azienda maltese volesse ottenere una licenza in un altro Paese europeo, potrebbe aspettarsi maggiori problemi da parte dei regolatori locali. Sicuramente fare business diventerà più difficile, come pure lo sarà attirare personale straniero, tenendo presente che i due terzi degli occupati a Malta nel gaming viene dall'estero. Sarà dunque più difficile attirare nuove leve e risorse”.
Ma Bradamante conclude con una nota ottimistica e positiva: “Quando Malta uscirà da questo processo sarà ottima, rimessa a nuova. Ci aspettano mesi difficili ma dopo avremo una giurisdizione più forte e pulita”.