Se copiassimo parzialmente quanto avviene nelle case da gioco negli Usa avremmo fatto un passo avanti nella direzione del controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi.
Il rapporto tra contanti cambiati al tavolo e risultati acquisterebbe un significato rilevantissimo. Dimenticavo di accennare che là alla cassa di sala ci si reca solo per cambiare i gettoni in contanti; questi si possono cambiare in gettoni solo al tavolo dove uno gioca.
Il rapporto in questione, tenuto debito conto del vantaggio del banco, è certamente probante ma c’è il fatto che la mancia non esiste e se c’è è, per quanto ne conosco, personale.
Ecco che potremmo ricorrere a un ulteriore confronto quello tra mance e introito logicamente procedendo per entrambi tavolo per tavolo.
Sicuramente non desidero ritornare su argomenti che ho trattato in precedenza, forse con troppa fretta, mi ricollego al mercato domestico. Quando gli introiti derivanti dalle slot raggiungono, senza che esistano precedenti recenti, una incidenza sul totale dei ricavi molto rilevante si rende necessario un primo controllo: mance/introito. Lo scopo è quello di verificare se la proporzione rientra nella normalità.
La differenza ci indicherà se l’incremento dell’incidenza slot sul totale dei ricavi è addebitabile ad un mancato interesse della clientela per i giochi da tavolo o ad altre cause.
A questo punto merita, a mio parere, rammentare ciò che diviene obbligo da parte della proprietà nei confronti del gestore. Il contratto relativo alla concessione dovrebbe contenere alcune clausole in merito all’obbligo di fornire tutta la documentazione per un controllo che l’ente pubblico intende effettuare a prescindere dalla metodologia applicata dal gestore.
È probabile che l’introduzione di un uso come quello richiamato in vigore negli Usa potrebbe influire sul costo del personale in relazione alla organizzazione del lavoro adottata dalla gestione. Lo svolgimento del gioco ai tavoli potrebbe essere rallentato ed incidere sul rendimento che potrebbe derivare dalla lentezza della partita.
Il funzionamento del cambio assegni, delle carte di credito e dei bancomat quale mezzo di rifornimento di gettoni andrebbe conseguentemente rivisitato.
Sempre a proposito del cambio assegni mi permetto di ricordare che, visto l’art.1933 cod. civ., da un debito di gioco nasce una obbligazione naturale.
Al primo dei rilievi fatti si obietta che i cassieri di sala potrebbero avere un organico inferiore. Al secondo, tutto da sperimentare, si può pensare, salvo constatazione sul campo, se in ultima analisi non si tratti di un effettivo miglioramento del servizio alla clientela.
Un'ultima considerazione mi pare appropriata, il gestore deve svolgere il proprio compito seguendo le norme contrattuali, la proprietà esercita il controllo di cui trattasi in quanto si parla di entrate tributarie.
E infine una promessa: non tornerò più sull’argomento che, da parte mia, ritengo pacificamente concluso in ogni sua parte; forse non interessa molti o i molti hanno già in uso una pratica simile, nel qual caso me ne dichiaro felice e contento.