Giovanardi: 'Casinò, da proibizionismo a legalizzazione ovunque'
Il senatore Carlo Giovanardi evidenzia in Aula l'evoluzione storica delle politiche italiane su giochi e casinò.
Il tema dei casinò entra nella discussione in Senato della risoluzione sulla relazione su gioco e criminalità, oltre che nel testo che ieri 25 gennaio è stato approvato, con 200 voti favorevoli e uno solo contrario, dall'Aula. A portarlo al centro dell'attenzione è stato in particolare il senatore di Gal, Carlo Giovanardi che, nel suo intervento, sottolinea come questa “relazione corposa” riguarda “un aspetto del problema, le infiltrazioni mafiose nel gioco d'azzardo, ma c'è un però (…) perché la dinamica attraverso la quale (...) si è arrivati a questa situazione è qualcosa di incredibile.
Ricordo benissimo tutti i dibattiti fatti alla Camera e al Senato negli anni passati sull'opportunità di aprire o meno nuovi casinò in Italia rispetto ai pochi esistenti, per esempio nelle località di mare che lo richiedevano, come Riccione, Rimini o altre località, e il rifiuto assoluto dei parlamentari di aprire nuove case da gioco, giustificato dal fatto che si incrementava intanto il gioco d'azzardo e, soprattutto, si dava spazio alla criminalità organizzata. Ora ci troviamo di fronte ad una serie di passaggi, mai discussi e approfonditi dal Parlamento, che si sono succeduti surrettiziamente attraverso le varie leggi finanziarie - colpa dei Governi di centrodestra e di centrosinistra - che, aggirando il tradizionale rifiuto del Parlamento ad aprire qualsiasi nuova casa da gioco in Italia, sostanzialmente hanno creato migliaia di nuove case da gioco in tutti i Comuni italiani. Questa è la realtà di cui oggi stiamo trattando: una realtà del gioco d'azzardo che si è espansa in maniera illimitata creando i disastri che conosciamo”.
SISTEMI CASINO' A ESEMPIO – Anche la risoluzione approvata chiama in causa i casinò, nella parte relativa alle politiche antimafia e ruolo delle autonomie locali. Si propone dunque che la soluzione della cosiddetta 'questione territoriale' sia conforme a diversi criteri di massima, tra essi: “l'eccessiva polverizzazione sul territorio delle diverse tipologie di punti di gioco pone un notevole ostacolo all'effettuazione di adeguati controlli amministrativi e di polizia; ciò vale a maggior ragione, ma non solo, nelle aree del Paese dove le autorità inquirenti sono chiamate a far fronte quotidianamente alle minacce poste da articolate organizzazioni criminali anche di tipo mafioso; occorre, pertanto, offrire alle regioni e agli enti locali, in alternativa o in aggiunta alle tipologie di punti di gioco previsti dalla legislazione vigente, la possibilità di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia concentrata in un numero limitato di 'luoghi di gioco' considerati più sicuri. Ad esempio, potrebbero essere istituite 'sale da gioco certificate', con caratteristiche tali da scongiurare ogni minimo rischio di infiltrazione criminale, elusione delle regole o di distorsione, come, ad esempio, una formazione specifica del personale, l'accesso selettivo all'ingresso della sala, la completa identificazione dell'avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, degli apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò, un collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli”.
Un cenno alla pericolosità ai casinò online era stato fatto, nel suo intervento in Aula, anche dal senatore Salvatore Torrisi (Ap): “Vi è l'offerta di gioco d'azzardo online, che interessa principalmente il fenomeno della presenza in rete di innumerevoli casinò e altri siti analoghi non autorizzati a operare in Italia. Al riguardo, anche grazie alla collaborazione della Guardia di finanza, e in particolare del Nucleo speciale frodi tecnologiche, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha inibito più di 6.200 siti non autorizzati di offerta di gioco online.