Consulta antiusura: 'No a ripianamento debiti casinò'
La Consulta nazionale antiusura esamina ancora il tema della riforma giochi e dice no al ripianamento dei debiti dei casinò.
“Quattro questioni” macroscopiche e irrinunziabili concernenti la riduzione delle macchine, la distribuzione delle sale, le fasce orarie, le attrazioni pubblicitarie degli esercizi, ma anche i casinò. Sono state poste in evidenza dal presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, monsignor Alberto D’Urso, riguardo all’ennesima bozza non approvata sul riordino dell’offerta di azzardo presentata dal Governo alla Conferenza Unificata, in un documento inviato al presidente Regione Puglia, Michele Emiliano, e al presidente dell’Anci Nazionale e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
“Nella bozza – evidenzia la Consulta - c'è un dettaglio molto pericoloso e non mai finora commentato: il rilancio dei casinò e l'aumento (implicito) del loro numero. Si capisce molto bene che l'estensore della bozza ha ricevuto ben finalizzate pressioni. Ecco gli aspetti invece da riaffermare: nessun ripianamento dei debiti. I quattro casinò in funzione (Sanremo, Saint Vincent, Campione e Venezia) sono tutti società partecipate pubbliche. Valga per esse il criterio che dopo un certo numero di esercizi in rosso si procede alla liquidazione. È inaccettabile - nella crisi drammatica del Paese - che i contribuenti versino denaro per salvare proprio i casinò! E perché non l'Alitalia, allora?”. Inoltre, “cosa significa 'razionale distribuzione' dei casinò? Delle due, l'una: o si trasferisce qualcuno dei quattro (sono tutti al nord) verso il centro e verso il sud; oppure se ne aprono dei nuovi (quanti? uno per regione, per provincia ecc.). In questo caso, altro che riduzione dell'offerta! Ritorna una proposta che varie cordate sostengono da vent'anni!”.
Infine, “La bozza Baretta parla di 'eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco'. Cosa significa? Correttamente va scritto così: divieto di pubblicità e di richiami attrattivi di qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo (manifesti, insegne, clip video, avvisi ecc.) e divieto di esposizione, dentro e fuori i locali, di notizie o richiami su vincite avvenute nell'esercizio”.