Campione 2.0: 'Collegio sindacale Casinò eserciti i suoi doveri'
I consiglieri di Campione 2.0 commentano le decisioni prese dal collegio sindacale del Casinò Campione d'Italia in merito al presidente Venditti.
Scritto da Amr
“Negare la sussistenza di un problema sui requisiti di onorabilità del dottor Venditti a ricoprire la carica di presidente del consiglio di amministrazione perché preliminarmente tale situazione di fatto appare estremamente fumosa e apodittica non essendo supportata da concrete prove, ci pare davvero un argomento inconsistente.”
Così i consiglieri comunali di Campione 2,0 Simone Verda e Gianluca Marchesini replicano alla nota con cui l'amministrazione comunale riporta la replica del collegio sindacale della Società Casinò di Campione Spa – S.B. alla loro richiesta di una decisione dell’assemblea della società in merito alla posizione del presidente della società stessa Mario Venditti.
“Quello che è certo – proseguono – è che decine di articoli di stampa attestano oramai che all’attuale presidente della società sono state mosse contestazioni giudiziarie e questo va letto alla luce dello statuto della società il cui articolo 13, comma 4 dice testualmente quanto segue: 'Gli amministratori sono nominati in base alla loro qualificazione ed esperienza professionale e devono possedere requisiti di onorabilità, professionalità e totale assenza di conflitti di interesse e di incompatibilità, a qualunque motivo o causa, talché la Casa da gioco possa essere rappresentata e gestita secondo principi economici ed etici di assoluta trasparenza e garanzia di sana e prudente gestione. Salvo che sia intervenuta pronuncia definitiva favorevole nel merito dei fatti e/o degli elementi contestati rileverà, ai fini dell’onorabilità del consigliere, l’esistenza di un procedimento o di accertamenti per rilievi giudiziari o irregolarità amministrative rilevanti o reati di natura penalistica'”.
I due consiglieri di opposizione concludono: “Se il collegio sindacale della società, al quale il Codice civile assegna il dovere di sorvegliare e garantire d’ufficio la conformità alla legge e allo statuto di tutti gli aspetti societari, ritiene di potersi chiamare fuori dalla vicenda perché i consiglieri comunali non sono legittimati a chiedere la convocazione dell’assemblea, faccia pure, ma forse non ha capito che non avevamo chiesto quella convocazione, ma sollecitato l’esercizio dei suoi doveri”.