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Campione: 'Nuova convenzione, possibile superare difficoltà economiche passate'

16 agosto 2023 - 11:46

Nel Bilancio 2022 del Casinò Campione d'Italia focus anche sulla nuova convenzione con il Comune e sui dati relativi all'andamento.

Scritto da Anna Maria Rengo
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"La capacità reddituale e finanziaria della Società è funzionale, tra gli altri fattori, all’entità del corrispettivo per la gestione della Casa da gioco, che viene fissato tramite apposita convenzione tra il Comune e la Società.
A tal proposito, le difficoltà finanziarie manifestatesi negli ultimi esercizi di adempiere agli impegni convenzionali assunti con il Comune di Campione trovano la ragionevole certezza di risoluzione nelle rinnovate condizioni economiche definite con l’Ente che ha deliberato la nuova convenzione in data 18/03/2022 e che sono peraltro riflesse nel nuovo piano concordatario omologato dal Tribunale".
Lo si legge nella relazione sulla gestione redatta dal consiglio di amministrazione del Casinò Campione d'Italia e contenuta nel Bilancio consuntivo 2022 poi approvato dal socio, ossia dal Comune.

Premettendo che "a fronte di un debito concordatario di 134,8 milioni di euro, durante il suo primo esercizio di attività, la Società è stata in grado di generare 16,9 milioni di euro di liquidità da porre in buona parte al servizio del soddisfacimento dei creditori", il bilancio evidenzia che l'esercizio si è chiuso con un utile pari a euro 8.013.675 e i principali fattori che "hanno influenzato l’utile di esercizio": "ricavi attestati sin da subito su livelli congrui e con trend crescente; costi della gestione caratteristica fissi mantenuti a livelli adeguati e conseguimento di una buona 
redditività; costi di natura non ricorrente per circa 10,7 milioni di euro, derivanti da costi legati alla procedura concordataria (costi di giustizia, competenze legali e relativo impatto Ilcci, rivalutazione monetaria e interessi legali sul debito concordatario), oltre che da costi straordinari connessi alla riapertura del Casinò; effetto positivo per circa 12 milioni di euro derivante dall’iscrizione delle imposte anticipate maturate sulle perdite di esercizi precedenti".

L'ANDAMENTO DEI CASINO' - Nel bilancio si ricorda che "le vicende legate al Covid, oltre alla chiusura del Casinò di Campione per circa 3,5 anni (a causa del fallimento poi annullato) hanno ulteriormente evidenziato il trend decrescente del mercato" dei casinò e che "il trend negativo degli anni passati è da ascrivere soprattutto al settore tavoli, mentre risulta più contenuto in relazione al settore slot".
Secondo il Cda, "i motivi di tale inasprimento del trend negativo sono dovuti al fatto che le attività dei Casinò così detti 'terrestri' sono in costante decrescita a favore delle attività 'online' su cui gli operatori tradizionali, pur con una certa inerzia, si stanno orientando".

E QUELLO DI CAMPIONE - In questo quadro "l’anno 2022, pur con un 2021 che ha rivisto per la prima volta una leggera crescita rispetto all’anno precedente, vede di nuovo il Casinò di Campione presente (seppur solamente per 11 mesi) nell’arena competitiva e registra globalmente una significativa crescita che riporta i ricavi a livelli compresi fra l’anno 2017 e l’anno 2018".
In tale mercato "il Casinò di Campione, con 40,5 milioni di euro, si è posizionato sin da subito con una onorevole quota di mercato del 16,2 percento (17,4 percento con numeri normalizzati a 12 mesi. 
Tali numeri sono stati realizzati nelle more di una serie di iniziative in fieri per portare ad ulteriori incrementi di volumi: nuova sala fumatori con ampliamento dell’offerta slot machines; tornei di poker competitivo e di poker cash; tavoli chemin de fer; gioco on line; ristorazione; eventi; galleria commerciale".

DIPENDENTI ED EX DIPENDENTI - La relazione ricorda ovviamente la riassunzione di 174 dipendenti, la cui procedura di selezione tramite bando è stata esperita alla fine del 2021, ma anche che "sempre nell’ambito del personale, la Società ha continuato a gestire la negoziazione con gli ex dipendenti licenziati dalla Curatela e con le parti sociali al fine di facilitarne la riassunzione e minimizzare il rischio aziendale legato alle impugnazioni dei licenziamenti".
A tale riguardo, si sottolinea che "larga parte della forza lavoro ha sottoscritto degli accordi differenziati tali per cui i lavoratori che hanno impugnato il licenziamento, nel caso di riassunzione, avrebbero rinunciato al risarcimento ricevendo un contributo spese legali di 500 euro mentre in caso di non assunzione avrebbero determinato la misura del proprio risarcimento in 6 mensilità e in un contributo spese legali di 500 euro.
I lavoratori che hanno sottoscritto un accordo sono complessivamente 392 di cui 230 impugnanti.
Di questi 107 sono stati assunti, per cui la Società non deve riconoscere alcun indennizzo, 63 non sono stati assunti, per cui la Società deve riconoscere un indennizzo di 6 mensilità, 60 avevano sottoscritto accordi sospensivamente condizionati all'assunzione, che non è avvenuta, i lavoratori impugnanti che non hanno sottoscritto alcun accordo sono pari a 41".

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