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Casinò stagionali in Lombardia, Paroli ripresenta Ddl

19 maggio 2023 - 10:11

Il senatore di Forza Italia Adriano Paroli presenta il Ddl per istituire case da gioco stagionali a San Pellegrino Terme e Gardone Riviera.

Scritto da Anna Maria Rengo
@ pagina Facebook Adriano Paroli

@ pagina Facebook Adriano Paroli

Per due giorni di fila, in maniera sorprendente, si parla di nuovi casinò in Senato. Come non accadeva da anni. E se ieri 18 maggio abbiamo dato notizia della proposta, per ora solo interlocutoria, della senatrice Dafne Musolino di aprire un casinò a Taormina (Messina), così da intercettare i flussi turistici che si recano a giocare a Malta, oggi c'è invece l'annuncio di un disegno di legge. Reca la firma del senatore bresciano di Forza Italia Adriano Paroli e chiede l'"Istituzione di una casa da gioco stagionale nei comuni di San Pellegrino Terme (Bergamo) e Gardone Riviera (Brescia)".
Come noto, negli scorsi decenni si è parlato a lungo della possibilità di istituire nuovi casinò, anche in queste località lombarde. Lo stesso Paroli già nel 2008 aveva presentato un disegno di legge che reca l'identico titolo di questo annunciato il 18 maggio.

Quello del 22 maggio 2008 era stato assegnato alle commissioni in sede referente e consultiva ma l'esame non era mai iniziato.
Allora (ma c'è da supporre che il testo 2023 ricalchi quello originario) Paroli aveva sottolineato come sia "diventata sempre più utopistica e
fuori da ogni realtà la pretesa di interdire ai cittadini italiani la possibilità di praticare il cosiddetto 'gioco d’azzardo': se non si trova posto nelle quattro case da gioco autorizzate nel nostro Paese (Venezia, San Remo, Campione d’Italia e Saint Vincent), ove lo desiderino, si recano con facilita` ancora maggiore di oggi in qualsiasi località all’estero" e che "il gioco d’azzardo clandestino è una delle principali
attività della criminalita` organizzata quale fonte di finanziamento e strumento di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite e comporta gravi rischi per tutti coloro che lo praticano, senza avere alcuna garanzia".

Paroli evidenziava anche come fosse "diffusissimo da parte degli italiani il ricorso a sale da gioco collocate in Paesi vicini, come Francia, Montecarlo, Svizzera, Germania, Austria, con conseguente notevole esportazione di valuta italiana" e che "il denaro portato e speso nei casinò oltre confine va ad arricchire e a potenziare località turistiche straniere, con danno evidente dei centri turistici nostrani, che non hanno fonti di approvvigionamento di valuta da tradurre in strutture turistiche".

La proposta di legge si prefiggeva dunque "l’apertura delle case da gioco di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera, peraltro già sedi di antichi casinò. San Pellegrino Terme ha un’importanza notevole dal punto di vista turisticotermale e si intende, con la presente proposta di legge, non solo perseguire in maniera adeguata l’incentivazione della stazione, valorizzando le misure idrotermali del suo territorio, ma, essendo la zona limitrofa sede di numerose stazioni turistiche invernali, permettere anche nella stagione che va dal 1° aprile al 30 settembre la continuità di presenze turistiche, quindi la stabilità del posto per i lavoratori, che a tutt’oggi risultano per la maggior parte stagionali".

Per quanto concerne Gardone Riviera,situato sul Lago di Garda, da sempre meta di turisti per la maggior parte provenienti dall’area austro-tedesca, "si intende, con la presente proposta di legge, non solo mantenere e recuperare la presenza straniera nella zona, ma permettere anche nella stagione che va dal 1° ottobre al 31 marzo la continuità di presenze turistiche e lavorative come per la precedente stazione".

IL TESTO DELLA PROPOSTA DEL 2008
ART. 1.
1. In deroga agli articoli 718, 719, 720, 721 e 722 del codice penale, è data facoltà alla regione Lombardia di autorizzare l’apertura e l’esercizio di una casa da gioco nei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera.
2. L’autorizzazione di cui al comma 1 è concessa ai comuni di cui al medesimo comma 1 con criterio di alternanza stagionale, in ragione del quale la casa da gioco attiva la propria sede nei comuni medesimi secondo il seguente calendario:
a) in San Pellegrino Terme dal 1° aprile al 30 settembre;
b) in Gardone Riviera dal 1° ottobre al 31 marzo.

ART. 2.
1. L’autorizzazione di cui all’articolo 1 è concessa su richiesta dei due comuni con decreto del presidente della giunta regionale della Lombardia, previa delibera dei rispettivi consigli comunali.
2. Nella richiesta di cui al comma 1 i sindaci dei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera devono indicare quale struttura debba essere adibita a casa da gioco in ognuno dei comuni.
3. L’autorizzazione è concessa per non più di venti anni ed è rinnovabile.

ART. 3.
1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il presidente della giunta regionale della Lombardia adotta, con proprio decreto, previa deliberazione della giunta, il regolamento recante le norme per la disciplina e l’esercizio della casa da gioco.
2. Il regolamento di cui al comma 1 prevede:
a) le disposizioni atte a garantire la tutela dell’ordine pubblico e della moralità pubblica, con particolare riferimento alla disciplina d’accesso alla casa da gioco, che è comunque vietato ai minori di diciotto anni, agli impiegati dello Stato, della regione, degli enti pubblici e ai militari che espletano la loro attività di servizio nell’ambito della regione;
b) le specie e i tipi di gioco che possono essere autorizzati; nella casa da gioco è comunque ammesso il gioco con le slot machines;
c) le particolari, necessarie cautele e i controlli utili per assicurare la corretta gestione amministrativa e le corrette risultanze della gestione da parte degli organi competenti;
d) le modalità per la concessione a terzi della gestione della casa da gioco; le garanzie per l’eventuale relativo appalto e le debite cauzioni; le qualità morali e le condizioni economiche che il concessionario e il personale addetto devono offrire; le disposizioni per il regolare versamento alle amministrazioni indicate all’articolo 6, comma 1, degli importi stabiliti per la concessione e i relativi controlli; la possibilità di revoca da parte dell’amministrazione comunale della concessione, senza obbligo di risarcimento dei danni o di indennizzo quando risulti la mancata ottemperanza da parte del concessionario alle condizioni previste nella concessione;
e) ogni altra prescrizione e cautela idonea ad assicurare la regolarità dell’esercizio della casa da gioco per le attività che vi si svolgono.

ART. 4.
1. Il gestore della casa da gioco ha diritto ad almeno il 50 per cento degli incassi lordi costituiti dalle differenze attive fra le somme introitate per i giochi e quelle pagate ai vincitori.
2. Il gestore deve provvedere a tutte le spese e agli oneri relativi alla gestione; deve osservare gli impegni assunti con il concedente stabiliti nell’atto di concessione nel relativo capitolato; deve provvedere
alla formazione professionale degli impiegati tecnici di gioco e degli altri lavoratori subordinati.
3. Il gestore è vincolato al segreto professionale, esclusi i casi previsti dal codice di procedura penale.
4. Il gestore può svolgere operazioni di cambio di valuta estera, di assegni e di altri titoli di credito nonchè effettuare anticipazioni a giocatori, previa loro identificazione, in deroga alle leggi vigenti in
materia. A tali operazioni, che danno origine a obbligazioni civili perfette, non si applica l’articolo 1944, primo comma, del codice civile.
5. Il gestore deve acconsentire ai controlli effettuati dall’apposito personale secondo i criteri stabiliti dalla convenzione.
I controllori non possono in alcun caso interferire con scelte operative di natura esclusivamente tecnica, ma si limitano a fare rapporto ai propri superiori.

ART. 5.
1. Il gestore deve investire nell’ambito del territorio comunale una quota degli incassi lordi percepiti ai sensi dell’articolo 4, destinandola a iniziative idonee a promuovere lo sviluppo turistico.
2. La quota di cui al comma 1 non può essere inferiore al 10 per cento degli incassi lordi percepiti dal gestore.

ART. 6.
1. Le quote degli incassi lordi, dedotta la percentuale di cui All’articolo 4, sono ripartite nel seguente modo:
a) il 70 per cento al comune dove ha sede la casa da gioco, con l’obbligo per L’amministrazione comunale di destinare tale importo ad attività promozionali e a strutture di tipo turistico altamente qualificate. Il comune di Gardone Riviera è obbligato a destinare almeno il 20 per
cento della quota ad esso spettante alla Fondazione del Vittoriale degli Italiani per promuovere attività in campo culturale nei settori di sua specifica competenza;
b) il 10 per cento alla comunità montana in cui ha sede la casa da gioco,
che ne destina l’importo alla promozione turistica sul proprio territorio;
c) il 20 per cento alla regione Lombardia, che ne destina l’importo alla promozione turistica sul proprio territorio.
2. Il versamento delle quote di cui alle lettere b) e c) del comma 1 è effettuato dai comuni indicati nell’articolo 1, comma 1, ogni anno, entro venti giorni dall’approvazione del bilancio da parte delle autorità di controllo.

ART. 7.
1. Il presidente della giunta regionale della Lombardia, in caso di violazione delle disposizioni della presente legge o del regolamento di cui all’articolo 3, o di ritardo nel versamento delle quote di cui
all’articolo 6, nonchè in caso di turbativa dell’ordine pubblico o della morale, può disporre la revoca dell’autorizzazione o l’immediata sospensione dell’esercizio della casa da gioco.
2. Agli effetti della relativa vigilanza da parte degli agenti o funzionari preposti i locali della casa da gioco sono considerati
pubblici.
3. L’accesso alla casa da gioco è interdetto ai cittadini residenti nei comuni di San Pellegrino Terme e Gardone Riviera o in comuni ubicati a meno di venti chilometri dagli stessi.

ART. 8.
1. Alla casa da gioco di cui alla presente legge si applica la disposizione di cui all’articolo 6, numero 1, della tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, come sostituita dal decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 1995.

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