skin

Controllori nei casinò, la radice nella natura giuridica delle entrate pubbliche

16 agosto 2023 - 12:37

Ecco il ruolo che i controllori degli enti concedenti devono effettuare nei casinò, alla luce anche della natura giuridica delle entrate.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Emma Gossett su Unsplash

Foto di Emma Gossett su Unsplash

Meglio tardi che mai! Mi sentirò dire che cosa può indurmi a iniziare un articolo dove l’argomento è la casa da gioco con un proverbio del genere. 
Molto probabilmente dopo averlo letto, sino al termine, chiunque se ne renderà conto.

Tante volte, forse troppe, ho parlato di multifunzionalità, quello che un tempo indicavo con un termine orribile “plurispecializzazione” che si adatta meglio a quanto mi propongo di esporre qui di seguito.

Desidero chiarire che i miei quaranta anni da dipendente li ho trascorsi in un solo casinò, quello di Saint Vincent; in pensione ho avuto modo di conoscere altre realtà. 

Uno degli incarichi di responsabilità che possiamo trovare in una casa da gioco è quello del controllore incaricato dall’ente concedente.  

Personalmente ritengo che la responsabilità discenda dalla natura giuridica che la normativa di legge vigente assegna alle entrate dell’ente pubblico, appunto, concedente la gestione senza che rilevi la tipologia della stessa, pubblica, privata o mista: tributaria.
L’articolo 19 del decreto l n. 318 del 1 luglio 1986 convertito in Legge n. 488/86, dal titolo: Entrate speciali a favore dei comuni di  Sanremo e Venezia, recita al comma 1: “Le entrate derivanti ai Comuni di Sanremo  e Venezia alle gestione di cui al Rdl 22 dicembre 1927, n. 2448 convertito dalla L. 27 dicembre 1928 n.3125, nonché al Rdl 16 luglio 1936, n. 1404 convertito dalla L. 14 gennaio 1937 n. 62, sono considerate, fin dalla loro istituzione, entrate di natura pubblicistica da classificarsi nel bilancio al titolo I, entrate tributarie Non si dà luogo al rimborso delle imposte dirette già pagate”.

Le citate disposizioni lasciano comprendere che i successivi decreti relativi a Campione e a Saint Vincent, il decreto in data 4 aprile 1946 del presidente della Giunta della Regione Autonoma Valle d’Aosta, vanno nella medesima direzione.

Ora pongo mente su quanto consiste il lavoro del controllore comunale o regionale che sia. Che, sicuramente, non si esaurisce con la regola che nessun tavolo da gioco può essere aperto o chiuso senza la presenza di un controllore.

Allora domandiamoci la motivazione che sta a monte di tale regolamentazione.
Gli incarichi e le mansioni che ne derivano sono accreditabili ad una sola ed unica considerazione: la società di gestione, lo ripeto senza alcun riferimento alla tipologia, tramite il contratto stabilisce il quantum (solitamente una percentuale) dovrà versare (1) all’ente pubblico titolare della concessione. 
Non c’è il minimo dubbio sul fatto che la mansione più rilevante è il controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi.

Ma vediamoli meglio questi compiti, non tutti li conoscono e non se ne rendono conto compiutamente; d’altra parte  o non li notano o non è possibile vederne lo svolgimento.

Molti pensano, e certamente non li si può criticare, che l’utile o la perdita un tavolo di contropartita sia dato dalla differenza tra la dotazione iniziali e l’esistenza finale. È esatto ma durante la partita possono svolgersi fatti economici (che pesano sul risultato e non economici che non hanno a che vedere con l’esito del gioco). Tra i primi una aggiunta al tavolo perché sta momentaneamente perdendo, tra i secondi il cambio di gettoni o perché manca un taglio o perché il minimo è cambiato. Poi c’è il conteggio dei biglietti (contanti cambiati direttamente al tavolo) che non avviene, normalmente, in sala da gioco.

In caso di contestazione il controllore deve intervenire e, fortunatamente, l’avvento delle telecamere ne ha semplificato il compito. Ciò non toglie che il controllore incaricato dall’ente pubblico titolare di casa da gioco, dovendo conoscere il regolamento di tutti i giochi in esercizio, è il primissimo esempio di multifunzionalità senza lo svolgimento pratico del gioco che è demandato al personale tecnico.

Credo di aver raggiunto in modo soddisfacente lo scopo che mi ero prefissato senza svolgere per intero il compito del controllore. Ritengo quanto narrato sufficiente a condividere la rilevanza e la complessità della mansione sperando di non aver annoiato con un argomento, per me, insolito e che negli anni ho imparato ad apprezzare.

Concludo con una doverosa osservazione: corrisponde al vero che la presenza di questa particolare figura professionale, tra l’altro formabile  col tempo e l’esperienza, è una garanzia per il giocatore ma, soprattutto per l’impiegato in quanto  controllore è perfettamente in grado di distinguere un errore da qualcosa di diverso.

(1) Le entrate derivanti dalla casa da gioco sono tutte, inizialmente, del concedente che lascia nella disponibilità del concessionario una parte dei ricavi ovvero la differenza sui proventi netti dopo aver dedotto quanto spetta al concedente e la quota mance che non è di competenza degli impiegati tecnici addetti al gioco (croupier). 


 

Altri articoli su

Articoli correlati