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Finanziamenti a Casinò St. Vincent, Consulta annulla sentenza CdC

11 aprile 2022 - 12:12

La Corte costituzionale annulla la condanna di 18 consiglieri per i finanziamenti al Casinò di St. Vincent da parte della CdC, i commenti della politica.

Scritto da Redazione

La Corte costituzionale ha annullato la sentenza con cui la Corte dei conti nel luglio 2021 ha condannato 18 consiglieri regionali della Valle d'Aosta, passati e attuali, a risarcire 16 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta sui fondi pubblici concessi al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015, quando la casa da gioco era in grave crisi. Otto di questi sono già stati incassati e si pone dunque la questione della loro restituzione.

LEGGI LA SENTENZA

Era stata la Regione autonoma a ricorrere per conflitto di attribuzione, con l'obiettivo di far valere l'articolo 24 dello Statuto speciale, secondo cui i consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere per i voti dati nell'esercizio delle proprie funzioni

IL COMMENTO DI LAVEVAZ - "Prendiamo atto della sentenza che accoglie quanto la Regione ha sostenuto in questi anni: la piena potestà dei Consiglieri regionali di espletare pienamente il loro mandato politico". Lo dice il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, commentando la decisione della Consulta.

"L'autonomia del Consiglio viene ribadita dalla Corte costituzionale- prosegue Lavevaz-, che conferma la legittimità di quanto fatto dai consiglieri e la facoltà del Consiglio di agire con una visione che non è meramente amministrativa, ma politica e strategica".

LA POSIZIONE DI LANIECE - Il senatore valdostano Albert Lanièce (Per l'autonomia) scrive su Twitter: "L’annullamento sentenza della Corte Conti sul Casinò da parte della Corte Costituzionale" è "l’esemplare risposta a chi,in Valle e fuori,ha accusato con violenza la classe politica valdostana di incapacità e malafede, mentre si salvava una azienda da 800 posti di lavoro".

E QUELLO DI BACCEGA -  "La Corte costituzionale ha annullato la sentenza della Corte dei conti che mi condannava insieme ad altri colleghi per aver votato la delibera che ha salvato il casinò e tutto quanto ruotava intorno. Sono stati cinque anni d'inferno e comunque giustizia è stata fatta". Così Mauro Baccega, attuale consigliere regionale di Forza Italia, commenta su Facebook la decisione della Consulta di annullare la sentenza della Corte dei conti, condannato, in qualità all'epoca di assessore al Bilancio, a risarcire 2,4 milioni di euro (in primo grado erano 4,5 milioni).

IL COMMENTO DI BERTIN - "La sentenza della Corte Costituzionale è un fatto importante perché fa finalmente chiarezza sulle competenze che spettano al Consiglio regionale nell'esercizio delle sue funzioni, tracciando una demarcazione tra gli atti da considerare di indirizzo politico e quelli di natura amministrativa. Una sentenza che dà nuove certezze all'operato dei Consiglieri e alla loro autonomia decisionale. Si chiude oggi una vicenda molto complessa che si è trascinata per troppi anni e che ha avuto ripercussioni di ordine politico oltre che sul piano personale per i Consiglieri coinvolti". Così il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, sulla decisione della Corte Costituzionale.

LA SODDISFAZIONE DI CAVERI - L'assessore alle Partecipate Luciano Caveri affida al suo blog una precisa disamina della sentenza, affermando che "il punto di partenza è che bisogna rispettare le sentenze della Corte Costituzionale, il che non significa naturalmente si debba essere sempre d’accordo. Ci sono stati casi in passato e anche di recente - penso alla legge valdostana sulla pandemia - in cui le scelte della Consulta non mi avevano convinto.

Questa volta plaudo senza tentennamenti alla scelta, a garanzia della nostra Autonomia e del ruolo del Consiglio Valle e del Governo regionale, di incidere con forza in una vicenda lunga e travagliata, specie per chi l’ha vissuta sulla sua pelle, che ha riguardato un finanziamento al Casinò de la Vallée che era stato contestato dalla Corte dei Conti e oggetto di due sentenze di condanna".

E QUELLA DI BACCEGA - "La Corte costituzionale ha annullato la sentenza della Corte dei conti che mi condannava insieme ad altri colleghi per aver votato la delibera che ha salvato il casinò e tutto quanto ruotava intorno. Sono stati cinque anni d'inferno e comunque giustizia è stata fatta". Così Mauro Baccega, attuale consigliere regionale di Forza Italia, commenta su Facebook la decisione della Consulta di annullare la sentenza della Corte dei conti, condannato, in qualità all'epoca di assessore al Bilancio, a risarcire 2,4 milioni di euro (in primo grado erano 4,5 milioni).

LA CONTRARIETA' DI ADU - Di altro tenore il commento del partito Ambiente, diritti e uguaglianza in Valle d'Aosta, secondo il quale "La sentenza della Corte costituzionale, che annulla la sentenza (di appello) della Corte dei Conti sul Casinò, ricorda la differenza fra la responsabilità giuridica e la responsabilità politica. Se prendo il denaro della collettività e me lo intasco, incorro in una responsabilità giuridica; perché ho violato una norma che mi imponeva di non farlo. Se invece prendo il denaro della collettività e lo metto in una società pubblica che fa acqua da tutte le parti pur di tenerla in piedi, e senza preoccuparmi di riorganizzarla per non aggravare il danno, incorro in una responsabilità politica; perché non ho violato nessuna specifica norma. Chiarissimo.

Quante volte l'abbiamo visto fare, d'altra parte, in Italia? Che differenza c'è tra Alitalia e il Casinò? Nessuna, evidentemente. Facciamo anche noi scelte inopportune. Le fanno i nostri delegati. Dopo la sentenza della Corte costituzionale, è chiaro che tocca a noi deleganti, agli elettori, giudicare. Non alla magistratura".
Adu chiede: "Tutto bene dunque? Insomma. Almeno 'scusa', per le loro scelte scellerate, i nostri Consiglieri avrebbero potuto chiedercela. Finirà che dovremo invece chiedere scusa noi. E ringraziarli, anche. Per il Casinò, per l'aeroporto, per il trenino di Cogne, per l'area megalitica, per l'università, per l'ospedale. Soldi buttati, ma grazie.
Ci vediamo, in ogni caso, alle prossime elezioni. Sarà un plebiscito, forse. I deleganti potrebbero ancora svegliarsi".

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