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Gioco e turismo, casinò in attesa del ministro Santanchè

21 marzo 2023 - 09:31

Il legame tra gioco e turismo è forte, ma il ministro Santanchè non sembra avere preso in mano la questione casinò.

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Correva l’anno  1994 e le presenze nelle quattro case a gioco italiane erano circa 2,5 milioni e se non vado errato non tutti registrano le presenze alle slot machines, era sufficiente dimostrare la maggiore età e l’ingresso era gratuito.
Nel 2017 erano invece poco più di 2 milioni, non senza aver notato che tutti registravano le presenze e i giochi americani non erano in esercizio in tutti i casinò e gli spazi destinati al gioco non erano gli stessi.
 

Ca’ Noghera è stata inaugurata nell’agosto del 1999 tra l’altro e le presenze tra i giochi nuovi o americani che dir si voglia e il notevole incremento numerico delle macchinette dovremmo trovare che i frequentatori sono aumentati.
Invece no! Un pochino le slot nei bar, il divieto di fumo, le sale giochi e, più di ogni altra causa, il gioco online che, con una rilevante preponderanza dei giochi da casinò ha quasi monopolizzato la domanda registrando un costante incremento del giocato; si parla di 4 e più miliardi.

A questo punto ci si dovrebbe domandare quali strade si possono percorrere, forse quella iniziata nel 1992 e mai portata termine. Si pensi al turismo e alla occupazione come avviene oltre confine, però con un incremento moderato dalle caratteristiche richieste ai siti destinati a divenire sede da case da gioco a iniziare dalle infrastrutture indispensabili, si provveda legislativamente a definire la problematica relativa alle case da gioco più volte auspicata e necessaria, si definisca, una volta per tutte e complessivamente (per intenderci non solo il gioco pubblico) la questione gioco che nelle competenti commissioni pareva aver esaurito l’iter e mancava solo l’atto finale.

Se per gioco pubblico si intende quello regolamento dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli sicuramente non stiamo parlando di casinò. Eppure se ne discute da parte della Corte costituzionale dal 1985 e la Corte raccomandava il Parlamento a legiferare  in materia, in assenza di una legge organica. Anche recentemente, nel 2022, la Suprema Corte ha ricordato la sentenza del 1985. 
L’orizzonte temporale è ampio, 24 mesi, forse essere la concreta possibilità di poter risolvere tutti i problemi che affliggono il comparto. “Ma nel nuovo settore che nascerà dall’attuazione della delega (…) un punto  importante potrà essere rappresentato dal livello di ibridazione tra l’online e il terrestre che potrà essere consentito dalla futura legge...”, si legge su gioconews.it del 20 marzo.

Spero di aver compreso male, però non vorrei che le case da gioco italiane vedessero aumentare la concorrenza.
Sicuramente non disponendo dell’interpretazione autentica dell’espressione ibridazione dell’online non desidero avanzare commenti ma solamente dubbi.
Una sola considerazione me la permetto anche se, come ho anticipato, conosco solamente per sommi capi la materia della delega fiscale collegata al gioco pubblico inteso come premesso.

Mi è poco agevole, vorrei dire tremendamente difficile, comprendere come il ministero del Turismo Daniela Santanché non intervenga per quanto posso legittimamente credere di sua competenza. 
Se ben rammento il ministro competente si è speso determinando una diversa tassazione sul reddito delle persone fisiche in riferimento alle mance percepite dal personale appartenente al ramo alberghiero e della ristorazione. Come si traduce pacificamente siamo nel campo del turismo e il provvedimento serve a reperire con più facilità gli addetti. La qual cosa si era dimostrata di eccessiva difficoltà.
Mi sono lasciato tentare da un argomento a me particolarmente caro anche se della categoria non faccio più parte e, quindi, non ne potrei trarre alcun vantaggio. È mia ferma intenzione, invece, di cogliere l’occasione per far presente alla signora ministro che la casa da gioco rientra a mio avviso, nel campo che le compete.

Non mi pare di essere fuori tema citando la promozione delle iniziative volte al potenziamento dell’offerta turistica e al miglioramento dei servizi; si tratta di argomentazioni che si possono trovare nei disegni e progetti di legge presentati da parlamentari nel 1992 e anche dopo quella data.
Non si potrà disconoscere che luoghi certamente più che adatti e chiaramente dotati delle necessarie infrastrutture, dopo l’insediamento della casa da gioco, sono divenuti noti in tutto il mondo e, turisticamente parlando mi sia concessa l’espressione, a tutto vantaggio di un parte considerevole del prodotto interno lordo.

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