Si allunga l'elenco dei punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Valle, in programma il 23 e il 24 marzo, e tra le nuove interrogazioni presentate si parla, anche se stavolta in maniera più indiretta, anche del Saint Vincent Resort & Casino e in particolare dellle sue attività di ristorazione e bar.
I consiglieri della Lega Vda Manfrin, Planaz, Brunod, Ganis, Lavy, Distort e Perron hanno infatti presentato un'interrogazione a risposta immediata nella quale chiedono al presidente della Regione, Eric Lavevaz, se sono state "messe in campo iniziative volte a sostenere, presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, quanto esposto dal presidente di Confcommercio Valle d'Aosta per anticipare la rimozione del green pass".
In dettaglio, ricordano in premessa, il presidente della Confcommercio Valle d'Aosta, Graziano Dominidiato, ha così commentato la mancata rimozione delle misure di contrasto alla pandemia concernenti il settore della somministrazione: "È ingiustificata la proroga dell'obbligo di Green pass per ristoranti e bar. Il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l'accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d'emergenza. Imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l'avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione".
Secondo Dominidiato si tratta di "un costo inutile in un periodo fortemente critico: siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure introdotte, Green Pass incluso, ma oggi resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti".
Evidenziando che il green pass rafforzato resterà obbligatorio fino al 30 aprile nelle zone chiuse di ristoranti, centri benessere, sale gioco, discoteche, cinema, teatri, sale concerto, piscine, palestre, congressi, convegni nonché "feste comunque denominate" e "feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose" fatta eccezione per i turisti stranieri nelle attività di somministrazione sin dal 1 aprile, per i quali sarà richiesto il green pass base", i consiglieri evidenziano che "il pacchetto di misure per l’uscita dalle restrizioni Covid ha sollevato numerose perplessità, arrivando a richiedere, da parte del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, a fronte delle incoerenze del provvedimento, (ad esempio, nel prevedere l’obbligo di green pass nei ristoranti al chiuso fino al 1° maggio, mentre all’aperto – e negli alberghi – l’obbligo cesserà già il 1° aprile) una uniformità di date, sottolineando la necessità rispondere a una categoria messa in ginocchio dal Covid, oltreché 500 milioni al ministero della Salute per i danni recati in aprile per i due ponti rovinati, quello di Pasqua e quello del 25 aprile" e considerano "la disparità di trattamento che verrebbe a crearsi con l'entrata in vigore delle nuove disposizioni, non soltanto fra attività diverse ma perfino fra italiani e stranieri".