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Ventura (Casinò Venezia): 'Dl Dignità, non comprese le dinamiche particolari del settore'

21 ottobre 2023 - 07:51

Il presidente del Casinò di Venezia, Riccardo Ventura, fa il punto sulle conseguenze per le case da gioco dell'introduzione del divieto totale di pubblicità.

Scritto da Amr
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“Con l’entrata in vigore del cosiddetto decreto Dignità, convertito in legge il 9 agosto 2018 (legge n. 96) si è verificato, come richiesto dalla norma, il blocco di ogni forma di comunicazione sia diretta che indiretta del gioco d’azzardo. Le successive Linee guida dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono state un tentativo per mettere ordine e dare risposte ai dubbi e alle necessità di ogni singola realtà di gioco, in quanto il legislatore ha accorpato tutte le realtà in una sola sezione chiamata 'gioco d’azzardo', pur consapevole delle molteplici diversità di gioco presenti nel nostro Paese”.

Con queste parole Riccardo Ventura, presidente della Casinò di Venezia Gioco Spa, descrive, come già fatto dall'amministratore unico del Saint Vincent Resort & Casino Rodolfo Buat, le conseguenze del decreto Dignità in materia di pubblicità del gioco per l'attività della Casa da gioco. Allargando il discorso: “Le Case da gioco italiane hanno fatto rete anche attraverso Federgioco, recependo le prescrizioni e adeguandosi ad esse. Gli effetti di questo divieto – commenta ancora - potranno essere valutati compiutamente sul lungo periodo. Pensare che pubblicità voglia dire automaticamente nuovo pubblico, così come pensare che più offerta di casinò amplifichi la domanda vuol dire non comprendere le dinamiche particolari del settore. I casinò hanno peculiarità che non sono assimilabili ad altri settori e, soprattutto, vivono di vita propria”.

Auspicate e pensate che ci potrà essere un ripensamento? 

“Cosa potrà accadere non è prevedibile ma guardando alla storia vediamo che i casinò in Italia sono nati, nel decennio del 1930, per contrastare quelli presenti oltre confine. Basti guardare la collocazione delle quattro case da gioco perché risultino evidenti i flussi e i confini. Oggi, come allora, i casinò dei Paesi d’Oltralpe, non soggetti alle stesse limitazioni, sono ancora là talvolta con strutture grandi poco più di una sala gioco pronti ad accogliere eventuali nostri giocatori. Le leve di controllo nel nostro Paese ci sono già tutte e, per quanto concerne il settore casinò anche nell’ipotesi di un eventuale allentamento delle suddette restrizioni è fondamentale, a garanzia della propria condotta, che la gestione del core business permanga in mano pubblica mantenendo lo status quo”, conclude.

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