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Newzoo: 'Sono sempre di più i baby boomer, i player anziani'

19 agosto 2021 - 14:42

Gli ultimi report Newzoo mostrano una panoramica di quello che è il videogioco per i player, generazione per generazione, e di come viene vissuto. Emerge la crescita degli 'anziani'.

Scritto da Daniele Duso
Newzoo: 'Sono sempre di più i baby boomer, i player anziani'

Il gioco uno dei passatempi più popolari, un’attività importante non solo per le generazioni più giovani. Questo perché a differenza di altre forme di intrattenimento, i giochi soddisfano un'ampia gamma di bisogni. Non solo i giochi elettronici sono un mezzo per rilassarsi, evadere e passare il tempo, ma forniscono anche spazi per socializzare, competere e creare, soprattutto per le generazioni native digitali.

Ma se è comprensibile che i millennial trascorrano gran parte del loro tempo libero giocando piuttosto che su qualsiasi altra forma di intrattenimento, le tendenze dicono che cresce sempre di più il numero di consumatori/giocatori anziani che si impegnano nel gioco. E il futuro sembra andare sempre più verso questa direzione, con le tecnologie emergenti e una tendenza al metaverso (i social network, per semplificare), il gioco si sta sviluppando in uno spazio virtuale che comprende l'intrattenimento e l'interazione sociale. 

Così è interessante dare uno sguardo all’ultimo report di Newzoo, società di ricerca ed elaborazione dati specializzata nel mondo del gioco, realizzata nei primi quattro mesi dell’anno coinvolgendo migliaia di persone dai 10 ai 65 anni: Generazione Z (10-24 anni) 22.652 partecipanti; Millennial (25-40 anni), 26.123; Generazione X (41-55 anni) 16.854; Baby Boomer (56-65 anni) 6.439.

Una ricerca nella breve premessa, come spiega Jutta Jakob, responsabile consumer insights di Newzoo, che ha coinvolto consumatori di 33 mercati: Nord America, con Stati Uniti e Canada; Emea, con Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Turchia, Svezia, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti e Finlandia; Apac, con Cina, Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Taiwan, Filippine, Vietnam, Singapore, Thailandia, Malesia, India, Australia e Nuova Zelanda; America Latina, con Brasile, Messico e Argentina.

In particolare è emerso che, a livello generale, la maggior parte delle persone gioca per rilassarsi, ma i più giovani trovano, nel gioco, molte motivazioni in più. Ma in che modo il coinvolgimento con i videogiochi differisce in base alla generazione?

Dal report emerge che la maggior parte delle generazioni più anziane tende a giocare con più casualità, in genere giocando sul cellulare, come passatempo. Al contrario, le generazioni più giovani tendono a impegnarsi con il gioco in molti altri modi, includendo anche la visualizzazione di contenuti relativi al gioco, discutendone gli ultimi sviluppi all’interno di community online o in altri spazi comunitari, ascoltano podcast e discutono di videogiochi con i loro amici. Più o meno quello che le generazioni precedenti facevano con film e serie tv.

Per tutti il primo obiettivo è rilassarsi e distendersi. In particolare per i baby boomer questo è vero nel 92 percento dei casi. Più si scende con l’età e più aumentano le persone che giocano anche per motivi diversi dal rilassamento, come ad esempio per competizione o per socializzazione. Aspetti che, come sottolinea il report di Newzoo, rendono sempre più interessante il settore del gioco anche per i brand, sempre alla ricerca di spazi pubblicitari che li mettano direttamente in contatto con potenziali clienti.

Tra i numeri interessanti che emergono dal report c’è il confronto tra il 67 percento dei giocatori millennial che gioca e guarda contenuti dei videogiochi, e il 51 percento della generazione X che si dedica alle stesse attività. Generazione Z e i millennial trascorrono più tempo libero intenti a giocare che non usando i social media o seguendo film o setie tv in streaming. Diversità anche tra le tipologie di gioco, con i baby boomer che giocano più spesso in modalità giocatore singolo (79 per cento del totale) contro appena il 45 percento della generazione Z.

Una seconda indagine, sempre targata Newzoo, mostra quelle che sono le abitudini alimentari dei giocatori. Si tratta di un sondaggio al quale hanno partecipato oltre 21mila giocatori (di età compresa tra 10 e 65 anni) tra Nord America, America Latina ed Europa occidentale. 

È emerso che circa l'80 percento dei giocatori in queste regioni mangia o beve regolarmente mentre gioca. La quota è ancora più alta, arriva al 92 percento, per gli spettatori di contenuti di gioco su piattaforme come YouTube o Twitch, che affermano di mangiare o bere regolarmente mentre guardano contenuti relativi al gioco. Ciò ha senso in quanto la visualizzazione è intrinsecamente più passiva rispetto al gioco, e consente ai fan essere più facilmente multitasking.

Ma cosa mangiano e bevono i giocatori durante il gioco? In tutte le regioni la fanno da padroni snack salati accompagnati da bevande analcoliche e snack dolci. Forse un po’ a sorpresa, emerge che, tra tutti, sono i giocatori dell’America Latina che hanno una maggiore propensione a consumare snack salati e dolci e bevande analcoliche rispetto a quelli del Nord America e dell'Europa occidentale. In Nord America sono più popolari le bevande energetiche, mentre la birra viene bevuta regolarmente dal 24% dei giocatori dai 21 anni in su, con una maggiore incidenza per i player dell’America Latina

Rispetto a chi beve birra chi assume bevande energetiche ha maggiori probabilità di essere interessato alla competizione e da un coinvolgimento emotivo. Chi beve birra, infatti, si dimostra più rilassato e passivo. È più probabile che quest’ultimo gruppo giochi solo per rilassarsi e per riempire il tempo.

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