skin

Gioco o son desto, l’analisi dello psichiatra Giuseppe Zanda sul legame tra i sogni e la fortuna

20 aprile 2013 - 06:40

Il gioco va da sempre di pari passo con la fortuna, cioè con quei fattori irrazionali che determinano ciò che chiamiamo caso, destino e fortuna, appunto. E nonostante, a partire dalla enunciazione delle leggi della probabilità (Blaise Pascal, nel XVII secolo), gli studi scientifici abbiano praticamente escluso la possibilità di sapere con certezza l’esito di un gioco basato sul caso, molte persone fanno tuttora puntate basandosi su ragionamenti e su valutazioni o credenze, che avrebbero la pretesa di imbrigliare il mondo irrazionale del caso entro schemi e rituali comportamentali più vicini al mondo della magia che a quello della razionalità o della scienza. Il lotto pesca nei sogni, ma non solo, Mastrogiacomo: "Gioco legato ad altri concetti e valori"

Scritto da Anna Maria Rengo

In questo contesto ‘magico’ rientrano a pieno titolo i sogni, che tuttora credenza comune vuole siano fonte di ispirazione soprattutto per i giochi su base numerica, a cominciare dal lotto. Statistica insegna che tra mille giocate basate su una ‘soffiata’ notturna mentre si giaceva tra le braccia di Morfeo, per forza qualcuna deve essere stata vincente. Resta tutto il fascino dell’attività onirica e dei molteplici significativi che gli vogliamo attribuire, un fascino addirittura amplificato quando ‘promette’ di portarci fortuna e, chissà, un pizzico di ricchezza.

Ma quali sono i fondamenti scientifici e il ‘peso’ socio-culturale di questo legame? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Zanda, psichiatra e psicoterapeuta analitico, secondo il quale la premessa da cui partire è che si tratta di una questione “importante sul piano antropologico e sociale” ma che nell’attività clinica riveste “un’importanza marginale”, in quanto costituisce materia “più della cultura popolare che dello studio scientifico”.

“Ritengo che questa opinione sia riconducibile alla convinzione che la fortuna dipenderebbe da qualche entità sovranaturale (o da una divinità o anche dall’anima di un defunto), che - tramite i sogni in maniera il più delle volte mascherata - comunicherebbe informazioni utili per vincere al gioco”.

Il ‘sogno’ può essere anche una giustificazione che il giocatore adduce per la propria spesa al gioco?

“Penso che in molti casi possa essere vero, nel senso che il giocatore può ‘razionalizzare’ la decisione di spendere per il gioco dicendosi che non sarebbe giusto ‘fare uno sgarbo’ all’entità sovranaturale, che, per mezzo dei sogni, gli ha fornito buoni consigli”.

Il legame sogno-fortuna può essere un elemento di seduzione o anche di scioglimento dei freni inibitori?

“Il meccanismo psicologico della ‘razionalizzazione’, mediante l’attribuzione della ‘colpa’ ai sogni, può portare a concedersi permessi e autorizzazioni, che altrimenti sarebbero inibiti dal senso di colpa e/o dal senso di responsabilità”.

Secondo lei credere che un sogno può suggerire i numeri è qualcosa di patologico o no?

“Dal punto di vista psichiatrico una determinata idea o un determinato comportamento sono in genere giudicati patologici in rapporto alla cultura dominante di un dato paese in un dato periodo storico. Ai nostri giorni nel nostro paese credere che un sogno possa suggerire i numeri da giocare (al lotto) non rappresenta di per sé un fatto patologico, a meno che questa convinzione non conduca a comportamenti eccessivi, che possono essere fonte di sofferenza per l’eventuale giocatore e/o i suoi familiari”.

Al di là del fatto che ovviamente nessun sogno può dare le dritte giuste per vincere al lotto, in quali altri campi può invece essere un indicatore di una via da seguire, magari in un problema personale?

“L’idea di utilizzare i sogni come aiuto per prendere determinate decisioni in certi momenti della vita risale alla notte dei tempi. In epoca recente (inizio del ventesimo secolo) la psicoanalisi ha proposto l’interpretazione dei sogni come tecnica ‘scientificamente valida’ per capire il funzionamento psichico dell’individuo all’interno di un ben definito rapporto terapeutico. Secondo la teoria psicoanalitica, in sintesi, l’interpretazione dei sogni è un importante strumento per arrivare a capire motivazioni e significato della vita psico-emotiva degli individui, che altrimenti risulterebbero incomprensibili. Da ciò ne deriva che l’analisi dei sogni, aiutandoci a prendere coscienza della nostra vita psichica profonda, può costituire un valido supporto per affrontare alcuni dei nostri problemi quotidiani”.

Articoli correlati