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Gap, Codere: 'Aiuterebbe piccolo adeguamento normativo'

11 agosto 2017 - 09:06

Il concessionario Codere evidenzia come in materia di gioco responsabile sarebbe utile un adeguamento normativo.

Scritto da Sara Michelucci
Gap, Codere: 'Aiuterebbe piccolo adeguamento normativo'

 

Quando si parla di gioco sempre di più si punta sul concetto di responsabilità. Cosa vuol dire per Codere? “Codere è una multinazionale che ha messo la responsabilità d’impresa al centro delle sue attività in tutti i Paesi dove opera, sia in Europa che in America Latina. La consapevolezza di operare in un settore particolare, dove il cliente deve essere al centro delle scelte, guida le nostre azioni”.

Lo sottolinea Imma Romano, responsabile relazioni istituzionali del concessionario. “Le location vengono realizzate sempre nel rispetto delle normative vigenti nei Paesi, le offerte commerciali sono frutto di attente analisi di mercato ma sempre con la finalità di fidelizzare e non di istigare al gioco eccessivo. Abbiamo, tra i primi e in tempi in cui le leggi italiane non si preoccupavano minimamente di Gap, implementato un programma di gioco responsabile a 360°, abbiamo dotato le nostre sale e i nostri esercizi di materiali informativi e abbiamo puntato sulla formazione dei nostri operatori, prima con formazione residenziale e poi, appena i supporti informatici l’hanno consentito, addirittura online. Vogliamo che i nostri clienti si sentano accolti e coccolati ma non mettiamo in campo operazioni commerciali che possano danneggiare la persona o andare contro i dettami normativi. Il nostro concetto di responsabilità non comincia e finisce nel nostro ambito ma allarghiamo le iniziative sui territori occupandoci di tutela delle donne e dei minori, supportiamo iniziative di ricerca scientifica e partecipiamo in prima persona a progetti di solidarietà. Questa per noi è la responsabilità”.

Sugli strumenti da mettere in campo, Romano aggiunge: “La nostra esperienza a livello internazionale e gli studi condotti dalla Fundaciòn Codere, anche quello presentato a maggio presso la Luiss e dal titolo 'La percezione del gioco d’azzardo in Italia', condotto dalla Fondazione Bruno Visentini, ci confermano che il gioco d’azzardo è sostanzialmente una forma di intrattenimento come un’altra e che, come per qualunque altra attività condotta in maniera eccessiva, diventa un problema quando il soggetto perde il controllo della situazione ed agisce in modo da arrecare danno a sé e a chi lo circonda. Gli strumenti di intervento devono essere mirati tenendo conto della soggettività e del contesto. Mettere in campo azioni quali le distanze da alcuni luoghi definiti 'sensibili' o la riduzione degli orari per gli esercizi non ottengono risultati duraturi e non agiscono certamente sulla patologia. Chiunque si occupi seriamente, e non in maniera demagogica, di dipendenze sa bene che il 'tossico' compirà qualunque gesto per raggiungere la 'sostanza' desiderata. Mettere una distanza fisica tra il giocatore d’azzardo patologico e il luogo di gioco, specie se controllato, otterrà l’unico scopo di innescare un meccanismo di turismo del gioco verso locali più lontani o di avvicinarli a contesti illegali. Nella più rosea delle previsioni il soggetto dirotterà sul gioco online. Meglio sarebbe, alla maniera spagnola, prevedere a livello di Ssn un registro di soggetti, esclusi d’ufficio perché sottoposti a cura o su richiesta di familiari o addirittura del soggetto stesso, ai quali vietare l’accesso a qualsiasi forma di gioco. Questo provvedimento otterrebbe lo scopo di interdire il soggetto realmente patologico ma lascerebbe liberi tutti gli altri giocatori sociali di intrattenersi, senza alcun pericolo, in locali legali. Il rischio, ventilato da tempo dagli operatori, di vedere rifiorire l’offerta illegale grazie ai 'distanziometri' è ormai una realtà”.
Come si tutela il consumatore? “Gli operatori di gioco, non solo i concessionari quindi ma anche tutti gli altri appartenenti alla filiera del gioco d’azzardo legale, hanno un ruolo fondamentale e possono e devono fare molto in questa direzione. Partiamo dal rispetto delle regole e finiamo ai servizi messi a disposizione dei clienti che vanno tutelati a 360° e non solo sul Gap. La tutela del consumatore è figlia di una serie di scelte che l’operatore fa nel momento stesso in cui assume il ruolo di operatore legale: tracciabilità dei soggetti, rispetto delle norme antiriciclaggio, informazione sui rischi del gioco patologico e formazione dei propri dipendenti sono alla base della conduzione responsabile dell’attività. È una precisa scelta di campo che viene rinnovata ogni giorno. A questa poi vanno aggiunti servizi mirati come l’help desk gratuito e programmi di prevenzione che auspichiamo, come in casi virtuosi già esistenti, possano essere condivisi con i territori in cui le sale operano. Ma quello che resta di primaria importanza è la formazione degli operatori di sala ai quali fornire gli strumenti per essere in grado di intervenire ove necessario”.
Su questo, un ruolo importante lo hanno le sale dedicate. “Come leader di mercato di sale bingo conosciamo perfettamente il valore in termini di sicurezza che le sale dedicate hanno. Una gaming hall consente un’attività di informazione costante verso i clienti sia sui rischi correlati del gioco che su fenomeni quali usura e riciclaggio; in una gaming hall è possibile innescare un meccanismo virtuoso di fidelizzazione del cliente che permette un monitoraggio delle sue abitudini di gioco e un indirizzamento, ove necessario, verso presidi sanitari per il Gap. Ciò assume particolare valore anche in considerazione del fatto che nelle gaming hall sono disponibili giochi a più alta performance come le Vlt. Tuttavia è possibile ipotizzare meccanismi di controllo, vigilanza e tutela anche all’interno di bar ed esercizi in cui l’offerta di gioco è attività secondaria e dove i giochi offerti, vedi per esempio le Awp sono da ritenersi, per giocata e vincita, meno performanti e più da intrattenimento. L’esercente, se consapevole e formato, rappresenta il presidio di legalità e di responsabilità per eccellenza. Oltre a vigilare sulla maggiore età del cliente può, alla stregua dell’operatore di sale, intervenire sul cliente che palesa un rischio e informarlo sia sui rischi che sui presidi esistenti. Purtroppo l’attuale normativa vigente in Italia non consente di impedire il gioco a persone in evidente stato di eccitazione o di allontanare coloro che da troppo tempo sono immersi nel gioco cosa invece consentita per gli alcolici. Un piccolo adeguamento normativo aiuterebbe”.  

 

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