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Cafiero De Raho: 'Proibizionismo apre le porte al gioco illegale'

07 maggio 2019 - 09:24

Nello studio Eurispes sul Piemonte il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho sottolinea ritorno del gioco illegale, in aumento sequestri e tributi evasi.

Scritto da Redazione
Cafiero De Raho: 'Proibizionismo apre le porte al gioco illegale'

"Oltre alle infiltrazioni criminali, è certo che l’area del gioco presenti dei rischi per la salute dei cittadini, anche se i dati oggi in nostro possesso sono, forse, meno allarmanti di quelli che emergono dal consumo di tabacco, di droghe e di alcol. È quindi necessario attrezzarsi per questa specifica dipendenza 'sine substantia', che inoltre molto spesso si manifesta in connubio con altre forme di dipendenza 'da sostanza'. Ma pensare di intervenire vietando di fatto di giocare legalmente, per un verso non garantisce una libertà che deve essere comunque rispettata, per l’altro spalanca praterie per il gioco illegale".

 

Così il procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, che ha contribuito alla ricerca sull'applicazione della legge regionale 9/2016 ‒ elaborata dall'Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell'Eurispes nello studio “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte”, presentato oggi, 7 maggio, a Torino.

 

De Raho aggiunge: "La repressione deve riguardare l’illegalità, e in proposito la politica dovrebbe intervenire dotando le forze dell’ordine e gli inquirenti di strumenti più avanzati. Una cosa è certa: il proibizionismo, in questo come in altri settori, ha sempre dimostrato di non essere una soluzione".
 
Secondo quanto emerso relativamente al Piemonte, si sta imponendo una modalità illegale di offerta di gioco con vincita in denaro come da ampi riscontri sul territorio grazie ad una imponente indagine condotta dalla Dda di Torino, che ha portato alla luce le attività illecite di un’articolazione della ’Ndrangheta, operante prevalentemente nel capoluogo.
Il profilo che emerge con chiarezza, si legge nella presentazione dello studio Eurispes "è l’impatto della legislazione regionale piemontese in materia di gioco d’azzardo sugli affari dell’associazione criminale. Si evidenzia, infatti, che gli apparecchi da gioco illegali, apostrofati come 'macchinette' e gestiti dagli appartenenti al sodalizio, 'funzionano nonostante il divieto regionale' e vanno a coprire la domanda di gioco in territori lasciati scoperti dall’offerta pubblica che si è fortemente ridotta.
Le leggi della domanda e dell'offerta inducono a ritenere che difficilmente dal territorio piemontese potrà evaporare una quota così rilevante di consumo di gioco (circa 2 miliardi di euro). Le politiche che, di fatto, espellono dal mercato legale quote rilevanti o, come nel caso dello scenario piemontese, maggioritarie della propensione al gioco, rappresentano, quindi, una vera manna per il malaffare".
 
I SISTEMI ILLECITI UTILIZZATI - È di indubbio interesse quanto evidenziato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, appositamente interpellato dall’Eurispes, riguardo alle violazioni e sistemi di frode rilevati nel segmento degli apparecchi da gioco.
"Dall’attività di controllo sul territorio della provincia di Torino, sono infatti emersi i seguenti sistemi illeciti: forme di gioco irregolare, ossia di raccolta non registrata nei contatori degli apparecchi, con la conseguente sottrazione di base imponibile ai fini del prelievo erariale unico (Preu) e delle imposte dirette. In particolare, è emersa l’esistenza all’interno dei cabinet di numerosi apparecchi, di dispositivi (hardware e software) che permettono di gestire una modalità di gioco alternativa a quella lecita, omettendo l’invio dei dati alla rete telematica gestita dallo Stato, con conseguente evasione. Ciò risulta possibile grazie all’inserimento di una 'doppia scheda' di gioco, opportunamente occultata all’interno di un doppio-fondo posto alla base dell’apparecchio, che rileva le giocate illecite non comunicate alla rete telematica di Adm, nonché al permanere negli apparecchi così detti Awp di una tecnologia che, operando con la scheda di gioco all’interno dell’apparecchio, non sfrutta le potenzialità di controllo garantibili con la connessione online real time alla rete telematica; congegni vietati e integralmente illegali tramite alterazione/manomissione e inserimento di gioco illecito in videogiochi meno recenti e attivati con svariate modalità: a mezzo radiocomando in possesso dell’esercente, o attraverso una combinazione di tasti".
Spiega il Comando Provinciale della Guardia di Finanza: "In tutti questi casi, naturalmente, saranno danneggiati, oltre all’erario, anche il giocatore spesso ludopatico, che non avrà alcuna garanzia sulla regolarità del gioco, sulle probabilità di vincita, e sul rapporto di cash-out erogato dal dispositivo, che, di norma, sono sempre a vantaggio dei componenti del sodalizio criminoso".
 
SEQUESTRI IN AUMENTO - Se nel 2016 gli apparecchi da gioco sequestrati sono 51, con tributi evasi per euro 476.838,00, nel 2017 gli apparecchi sequestrati sono aumentati in modo esponenziale fino a 2.443, con una somma evasa pari a euro 952.708,00.
Nell’anno 2018, il numero degli apparecchi sequestrati risulta ridimensionato e pari a 102, ma i
tributi evasi assommano ad euro 4.596.919,00.
Nei primi tre mesi del 2019, il numero degli apparecchi sequestrati torna a salire a 251, mentre non è ancora disponibile il corrispettivo dato relativo alle somme evase.
 

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