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Iss: 'Adolescenti e gioco, Dga più 10 percento dal 2014'

01 ottobre 2019 - 09:37

L'indagine di Iss rileva che 4 studenti su 10 hanno avuto esperienza di gioco e dal 2014 è cresciuto del 10 percento il numero degli adolescenti con Dga.

Scritto da Redazione
Iss: 'Adolescenti e gioco, Dga più 10 percento dal 2014'

L'Istituto superiore di sanità ha scattato una fotografia sugli adolescenti italiani ed è emerso che essi hanno un’alta percezione della loro qualità di vita, anche se le loro abitudini non sono poi così corrette.

Per quanto riguarda il gioco con vincita in denaro "più di 4 studenti su 10 - si legge nella nota dell'Iss - hanno avuto qualche esperienza di gioco d’azzardo nella vita, con i ragazzi 15enni che risultano esserne coinvolti maggiormente (62 percento) rispetto alle coetanee (23 percento).
 
La quota di studenti a rischio di sviluppare una condotta problematica o che possono già essere definiti problematici (presentano almeno due sintomi del disturbo da gioco d’azzardo come per esempio aver rubato soldi per scommettere) è pari al 16 percento, con un +10percento rispetto al 2014".
 
Più in generale, secondo l'Iss, "meno del 10 percento svolge almeno un’ora quotidiana di attività motoria, come raccomandato dall’Oms, mentre un quarto di loro supera le due ore al giorno (il massimo raccomandato) davanti ad uno schermo".
 
La fotografia a tutto tondo dei comportamenti degli adolescenti è stata scattata dalla rilevazione 2018 del Sistema di sorveglianza Hbcs Italia (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), promosso dal ministero della Salute/Ccm (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie), coordinato dall’Istituto superiore di sanità insieme alle università di Torino, Padova e Siena e svolto in collaborazione con il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca, le Regioni e le Asl.
 
L’indagine, i cui risultati sono stati illustrati oggi, martedì 1 ottobre, nell’aula Pocchiari dell’Iss mostra oltretutto che aumentano i fenomeni estremi quali il binge drinking e la preferenza, soprattutto tra le ragazze, di trascorrere tempo online con gli amici piuttosto che incontrarsi.
 
Di contro, l’Italia risulta essere tra i Paesi meno interessati dal fenomeno del bullismo. Gli studenti, perdipiù, si sentono supportati da amici e compagni di classe e hanno un buon rapporto con gli insegnanti.
 
VIDEOGIOCHI - "Nel dettaglio - spiega ancora l'Istituto superiore di sanità - l'Oms raccomanda almeno 60 minuti di attività motoria moderata-intensa tutti i giorni per i giovani (5-17 anni) includendo il gioco, lo sport, i trasporti, la ricreazione e l’educazione fisica praticate nel contesto delle attività familiari, di scuola e comunità. Nel 2018, la frequenza raccomandata di attività motoria moderata-intensa quotidiana è rispettata dal solo 9,5 percento dei ragazzi 11-15 anni, diminuisce con l’età (11 anni: 11,9 percento; 13 anni: 6,5 percento; 15 anni: 6,8 percento) ed è maggiore nei maschi; tale comportamento risulta in diminuzione rispetto al 2014. Le linee guida internazionali raccomandano di non superare due ore al giorno in attività dedicate a guardare uno schermo (videogiochi/computer/internet).
 
Dai dati 2018 si evince che circa un quarto dei ragazzi supera questo limite, con un andamento simile per entrambi i generi e valori in aumento dopo gli 11 anni. Rispetto al 2014 non si riscontra un cambiamento sostanziale.
 
CYBERBULLISMO - L’Hbsc indaga anche alcuni aspetti del contesto di vita familiare e scolastico, come ad esempio il rapporto con i genitori, con i compagni di classe, gli insegnanti, i pari, il bullismo e il cyberbullismo. Nel 2018 più del 70 percento dei ragazzi (11-15 anni) parla molto facilmente con i genitori; più dell’80 percento dichiara di avere amici con cui condividere gioie e dispiaceri e più del 70 percento di poter parlare con loro dei propri problemi. Infine, oltre il 60 percento dei ragazzi ritiene i propri compagni di classe gentili e disponibili. Un ragazzo su 2 dichiara che gli insegnanti sono interessati a loro come persone e il 62,4 percento dei ragazzi dichiara di avere fiducia negli insegnanti.
 
SOCIAL MEDIA - La diffusione e l’uso dei social media, soprattutto tra i più giovani, richiede un’attenzione particolare; per tale motivo nei questionari Hbsc 2018 è stata introdotta un’intera sezione su questo fenomeno. I risultati mostrano che i giovani che fanno uso problematico dei social media sono l’11,8 percento delle ragazze e il 7,8 percento dei ragazzi. La preferenza per le interazioni sociali online rispetto agli incontri faccia a faccia è frequentemente considerato un comportamento che contribuisce al rischio di sviluppare un uso problematico dei social media.
 
Infatti, soprattutto le ragazze di 13 anni (19 percento) dichiarano di essere d’accordo o molto d’accordo nel preferire le interazioni online per parlare dei propri sentimenti. La maggioranza delle ragazze (86,9 percento) e dei ragazzi (77 percento) ha dichiarato di avere contatti giornalmente o più volte al giorno con la cerchia di amici stretti che frequentano anche faccia a faccia.
 
L'INDAGINE - Il Sistema di sorveglianza Hbsc raccoglie importanti informazioni sulla salute e gli stili di vita degli adolescenti di 11, 13 e 15 anni (studenti delle scuole primarie di II grado e scuole secondarie). L’età pre-adolescenziale e adolescenziale rappresenta una fase cruciale per lo sviluppo dell’individuo e la comprensione dei determinanti dei comportamenti a rischio, frequenti in questa fascia d’età, può contribuire alla definizione di politiche e interventi in grado di promuovere l’elaborazione di valori positivi e che facilitino l’adozione di stili di vita salutari.
 
Nella rilevazione 2018, i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che hanno risposto al questionario sono stati 58.976 distribuiti in tutte le regioni italiane (con un tasso di rispondenza complessivo pari al 97,1 percento); le classi campionate sono state 4.183, distribuite anch’esse in tutte le regioni d’Italia (con un’adesione pari all’86,3 percento).
 
L’elevata partecipazione, sia dei ragazzi che delle classi, è indicativa di un buon livello di sinergia tra il settore scolastico e il settore sanitario, nonché di una sensibilità particolare delle famiglie dei ragazzi verso i temi affrontati".

 

 

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