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Baretta: 'Gioco, urgono riordino e riduzione dei punti'

26 aprile 2021 - 14:48

Riordino, riduzione dell'offerta, riconoscimento industriale del settore, contrasto alla compulsività e all'illegalità non sono più rinviabili secondo l'ex sottosegretario Pier Paolo Baretta.

Scritto da Redazione
Baretta: 'Gioco, urgono riordino e riduzione dei punti'

"C'è assolutamente l'urgenza di un riordino del settore, molto esposto per l'interpretazione che gli viene data da politica e società, che ha subito la penalizzazione della pandemia, come altri comparti, a cui si è aggiunta una penalizzazione ideologica. Ma è un settore che sottopone a problematiche come gli eccessi della compulsività, complesso, ma importante per ragioni di carattere sociale e finanziario, e pubblico. Va affrontato il delicato punto politico della situazione, con la responsabilità diretta dello Stato, in un sistema concessiorio che ha una sua validità".

Parole di Pier Paolo Baretta, già sottosegretario con delega ai giochi nel Governo Conte e Renzi, nel suo intervento al webinar “Analisi dell’impatto sociale del settore del gioco pubblico nella regione Lazio e delle conseguenze dell’entrata in vigore della L.R 5/2013” organizzato dall’Associazione concessionari di giochi pubblici (Acadi) oggi, lunedì 26 aprile.


"Questo riordino è urgente e c'è stato un momento in cui abbiamo perso l'occasione. Durante il Governo Renzi è stata definita un'ipotesi di riforma che rispondeva alle diverse esigenze, abbiamo fatto dei percorsi riducendo del 35 percento le slot sul territoro, abbiamo costruito proposte sulla qualità dell'offerta, ma alla fine è mancata una regolamentazione nazionale. In assenza di questo si è impostato un negoziato molto complesso fra Stato e Regioni che poi ha prodotto l'accordo in Confenza unificata del 2017", ricorda Baretta.
"L'urgenza del riordino presuppone di avere chiari in testa dei punti basilari: il primo è la trasformazione in atto del settore, con il riconoscimento della sua caratura industriale, fra fisico e online; il secondo è la regolamentazione vera e propria del gioco, forse la strada migliore è ripartire dalla Conferenza Stato-Regioni, considerando che la questione del distanziometro non era stata risolta. Legittimamente le Regioni e i Comuni chiedono di essre regolatori ma è evidente che ogni regolazione deve essere inserita in un quadro generale di compatibilità. Sono assai convinto che bisogna evitare 'le zone rosse' del gioco, con una concentrazione di tali attività, e altre in cui non è consentito, alterando anche il tessuto sociale. Il terzo punto da considerare è la qualità e la tipologia dell'offerta, oggi possiamo pensare di ridurre i punti di gioco sul territorio; c'è un problema di rapporto fra le sale dedicate e gli esercizi generalisti, dove il gioco va ridotto. I 60-70mila luoghi di gioco esistenti possono essere ridotti attraverso una visione più razionale della territorialità dell'offerta. Tema delicato che ha anche a che fare con la questione del distanziometro, che potrebbe essere superato dalla riduzione dei punti. Il quarto è il tema dell'illegalità, spesso sottovalutato: la lotta all'illecito è un esempio decisivo del ruolo dello Stato nella gestione di un sistema cosi complesso. L'assenza di un ruolo regolatorio dello Stato significherebbe la presenza diffusa dell'illegalita. Le restrizioni non aboliscono il gioco, rischiano di portarlo fuori controllo.
Il quinto punto sono la compulsività e le dipendenze, sulle quali è cresciuta molto la sensibilità degli operatori che hanno assunto questa tematica non come un problema da affrontare ma come condizione per far sì che il settore si muova 'nel' sociale.
Si tratta quindi di una piattaforma complessa ed indispensabile, che non può essere rinviata.
Quando il settore ripartirà dopo la pandemia, come lo vogliamo far ripartire? Come prima o impostando il riordino di cui tutti parliamo?
Potrebbe essere opportuno che proprio la Conferenza Stato-Regioni faccia sì che la regolamentazione del settore tenga conto delle esigenze territoriali. Credo che questo sia un tema politico che Stato ed enti locali devono affrontare nelle prossime settimane".
 
 
 

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