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Gioco fra bilanci e riordino, Cardia (Acadi): 'Sostenibilità e stabilità per il settore'

04 dicembre 2021 - 09:23

Prima puntata dello speciale di GiocoNews sulle proposte delle associazioni di gioco e ippica sul riordino: la parola a Geronimo Cardia, presidente di Acadi.

Scritto da Fm
Gioco fra bilanci e riordino, Cardia (Acadi): 'Sostenibilità e stabilità per il settore'

C'è una parola che accomuna gli auspici delle associazioni rappresentative dei settori di cui ci occupiamo sulle pagine della nostra testata: riordino.

Dal gioco tout court al mondo dell'ippica, tutti cercano il confronto con il Governo per definire un orizzonte certo a cui guardare. Regole certe ed omogenee che consentano di investire, programmare, o, semplicemente, lavorare nel quotidiano, che diano una prospettiva a lungo termine. E di risollevarsi dalla crisi generata o aggravata dalla pandemia di Covid e dai relativi lockdown e dalle altre misure restrittive adottate in questi mesi, dal green pass al super green pass.

Il tema è il protagonista di un approfondito speciale pubblicato nella sua interezza sul numero di dicembre della rivista Gioco News, consultabile online a questo link

La prima puntata vede il contributo di Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici che traccia un bilancio sul 2021 e illustra i punti fermi per garantire la sostenibilità e il rilancio del settore, nell'immediato come nel lungo termine.

 

IL 2021 DEL GIOCO LEGALE  - “Sembra ormai preistoria, ma per oltre metà del 2021 il comparto è stato in lockdown ed ha lottato per la riapertura vedendosi costretto a confrontarsi non solo con le ovviamente giuste ragioni tecnico scientifiche ma purtroppo anche con le ben ricorrenti e mai trasparenti barriere ideologiche. Grazie alla compattezza ed all’intervento dei lavoratori che hanno avuto un ruolo di altissima responsabilità alla fine se ne è usciti”, esordisce Cardia.
“È quindi giunta l’era del green pass, strumento chiave con l’avanzamento dei piani vaccinali, per l’operatività delle aziende e, superato il problema per niente banale dell’obbligo di disciplina a livello nazionale e non regionale dello strumento, si è poi andati avanti.
Cruciale è stato poi il fatto che a ottobre non si sia impennata la curva dei ricoveri come invece avvenuto l’anno scorso, e per questo, con tutta la prudenza e responsabilità del caso ci sono i presupposti per continuare a guardare avanti in regime di apertura.
Altro dato importante è che guardando in dietro ed analizzando i mesi di lockdown molti mettono l’accento sul fatto che la chiusura sia stata la dimostrazione di quanto possa avanzare in una tale situazione l’offerta illegale”.
Andando oltre, “i temi emersi in questi mesi di riapertura sono tutti quelli critici noti prima del lockdown acuiti dall’effetto depressivo determinato dalle chiusure. Per l’analisi degli effetti della pandemia sul comparto, basta ricordare il Libro Blu presentato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha dato evidenza dei numeri in concreto consumati che, essendo riferiti 'solo' al 2020, in realtà non riflettono appieno la ancora più grave situazione delle imprese che sarà bene evidenziata quando si metterà mano anche ai numeri a consuntivo del 2021. Su questo pesano le abitudini post-pandemiche degli utenti, da un lato, e l’effetto distorto della tessera sanitaria”, prosegue il presidente di Acadi.
Ed ancora, “dato che il tempo non si ferma, stanno scadendo le proroghe delle concessioni scadute e stanno scadendo altre concessioni, la questione territoriale non è risolta, ci sono stati alcuni rinvii dell’entrata in vigore di alcuni distanziometri regionali per le realtà preesistenti, di qui a breve si contano imminenti scadenze di altre realtà regionali, le gare sono ostacolate dal permanere della questione territoriale, vi sono stanziamenti nel bilancio dello Stato appostati da finanziarie concepite in epoca ante-Covid (già allora penalizzanti, figuriamoci oggi), i contenziosi proseguono con alcune luci ancora non cristallizzate, i livelli di prelievo sono ancora troppo alti per assicurare la giusta remunerazione del comparto per i troppi aumenti che si sono registrati negli anni.
Però c’è un tema importante che non va sottovalutato: sia il Ministero di riferimento, in continuità tra il precedente e l’attuale sottosegretario, sia l’Ente regolatore, con il direttore in carica, hanno dimostrato in tutte le occasioni la piena consapevolezza di tali aspetti. E questo è un dato rilevante.
La questione è verificare se vi siano in concreto le condizioni politiche necessarie che intendano affrontare le questioni tecniche per porre rimedio a questa situazione. E questi giorni di fine anno potranno essere utili per comprenderlo”.
 
GLI AUSPICI PER IL 2022 – Quanto ai desiderata per i mesi che verranno, Cardia sottolinea: “La questione è chiara, condivisa e ben nota. Il comparto ha bisogno di misure che direttamente o indirettamente sostengano una liquidità penalizzata da un evidente record di chiusure; della soluzione alla 'Questione territoriale' sia a livello dei singoli territori per proseguire il cammino dei revirement già registrati (per i termini di espulsione che via via si avvicinano), sia a livello nazionale (per una sempre attesa soluzione definitiva); nell’immediato delle proroghe tecniche alle concessioni, ai diritti ed alle proroghe in scadenza, proroghe tecniche lo ricordiamo che non possono che essere non onerose anche perché subite dal comparto e imposte dall’attuale mancata soluzione alla questione territoriale (lo ha anche detto chiaramente il Consiglio di Stato al ministero delle Finanze in epoca non sospetta); del riordino che porti sostenibilità e restituisca stabilità all’offerta pubblica di gioco assicurando i giusti presidi di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo ed eliminando gli effetti distorti dei distanziometri espulsivi; della stabilizzazione definitiva e ove possibile riduzione dei prelievi che hanno ridoto all’osso le remunerazioni inizialmente riconosciute in sede di assegnazione delle concessioni; del superamento delle distorsioni della tessera sanitaria; di un sistema distributivo che sia si qualificato ma allo stesso tempo diversificanti anche in esercizi generalisti come i bar per assicurare i giusti livelli di presidio dei territori consentiti dagli importanti livelli occupazionali raggiunti".
Per il numero uno di Acadi, “lo Stato sa che occorre agire. Anche qui occorre monitorare le condizioni politiche di cui si diceva.
Sul tema reputazionale è chiaro che il comparto rappresenta un presidio di legalità dei territori, uno strumento di collaborazione micidiale al servizio dell’ordine pubblico, per le tante funzioni ascritte (dal coinvolgimento quale parte attiva nel sistema Paese antiriciclaggio, alla garanzia della tracciabilità dei flussi finanziari e così via dicendo). Ma anche per i cancelli, i requisiti, i livelli di trasparenza ed informativi assicurati per l’ingresso ed il permanere dei soggetti che vi operano. Il comparto è e deve essere visto come un importante e ben strutturato soggetto attuatore delle politiche economiche, ma ancor di più sanitarie, di ordine pubblico, di gettito erariale, del lavoro che lo Stato intende attuare in materia di gioco nell’esercizio della sua riserva di legge. E può e deve essere visto come tale anche dal territorio che nell’ambito delle prerogative ascritte dal Titolo V della costituzione ha la possibilità di ulteriormente declinare le regole per una migliore tutela della salute. Il comparto è uno strumento prezioso, al servizio dello Stato e degli Enti locali.
Nel contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, il comparto ha già e in futuro può avere ancora di più un ruolo importante. Al riguardo sono numerosi gli spunti proposti: dal processo di qualificazione della domanda (che passa per un’importante attività di prevenzione e informazione), ad uno strutturato ed articolato processo di qualificazione dell’offerta (che include non solo la formazione delle persone, non solo l’allestimento degli ambienti ma anche il ricorso alla tecnologia dei prodotti), a quello della definizione di un sistema integrato di cura con vincoli di spesa, ritraibili dal gettito già generato, in favore dei servizi sanitari regionali a favore delle dipendenze, anche tenendo conto del notorio fattore della comorbilità.
Anche questi giorni che stiamo vivendo ed ai quali andiamo incontro sono cruciali”.
 

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