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Inclusione e diversità nel gioco: 'No a un’estate di compiacimento'

13 agosto 2022 - 07:31

Focalizzare l'attenzione su diversità e inclusione è, per fortuna, sempre più importante per molte aziende, comprese quelle del gioco, ma c'è ancora molto da fare.

Scritto da Ewa Bakun
Inclusione e diversità nel gioco: 'No a un’estate di compiacimento'


Dopo anni di assenza sono tornata nell’Isola di Malta, da dove mancavo da un po’, nonostante sia la sede di molte aziende e di molti eventi di gaming. A riportarmi li è stato un evento diverso dagli altri, unico nel suo genere e non solo per il clima estivo, che mi ha coinvolto: si trattava infatti del primo convegno su diversità e inclusione organizzato da Betsson.
Senza entrare in tutti i dettagli presentati e discussi durante l’evento, già il fatto di aver compiuto uno sforzo e dedicato impegno per organizzare un'iniziativa di questo genere è significativo. L’investimento di risorse, di tempo e di denaro è indicativo dell’importanza che l’azienda presta a questo tema che è cresciuto allo status critico e strategico.

Dopo anni in cui si è “infilato” il tema all’interno di convegni maggiori, mi ha fatto piacere vederlo al centro di una giornata interamente dedicata alle discussioni sulle varie dimensioni di inclusione: quella di genere, di etnia, di sessualità e di neurodiversità.

Ecco qualche spunto dei temi più interessanti.
Corsa al talento: critico perché il settore rimanga competitivo e continui a innovare, era menzionato come il motivo-guida di inclusione. Ne ho parlato in un’edizione precedente di questa rubrica – il nostro settore è sempre in cerca di talenti e quindi è necessario trovarne da più fonti, che inoltre ci possono aprire ai nuovi mercati e ai nuovi prodotti, con i suoi diversi punti di vista e le esperienze diverse. Il reclutamento come il motivo maggiore, con tutta la sua urgenza e importanza strategica, è stato ben sottolineato anche dagli amministratori delegati di quattro aziende, Betsson inclusa, nel panel che ha aperto il convegno.

Le donne come consumatrici delle offerte di scommesse potrebbe essere un esempio di questo mercato nuovo, finora non sfruttato. Kelly Kehn esponente di “All-In Diversity” ha rivelato che le donne sono il gruppo più in crescita tra i consumatori di scommesse negli Stati Uniti. Sorprendentemente non esistono molti dati, ma quei pochi che ci sono, indicano che le donne costituiscono tra il 31 ed il 43 percento di consumatori di scommesse, mentre le donne scommettono quasi allo stesso livello se analizziamo le scommesse quotidiane. Purtroppo né il marketing né le sponsorizzazioni, rimanendo focalizzati sul mercato maschile, riflettono questo trend. Forse con più donne nelle aziende di betting, questa opportunità potrebbe essere sfruttata meglio.

Ormai un cliché e un consiglio ripetuto fino alla nausea è che le strategie di inclusione e di diversità devono derivare dai livelli più alti di gestione e non essere marginalizzate o delegate alle risorse umane. Per questo è stata significativa la discussione di apertura con quattro leader di Betsson,  Glitnor Group, Raketech e Internet Vikings. Sì, erano tutti e quattro maschi, di mezza età e pelle bianca, tre dei quattro di provenienza svedese, forse non un esempio massimo di diversità, però una vicina riflessione della realtà del settore del gaming online, soprattutto quello maltese. Non a caso la prima domanda del moderatore ha ironizzato su questa situazione. E anche se mi sarebbe piaciuto vedere più diversità in questo panel (visto che abbiamo anche i leader di altro genere o etnia), la loro pubblica partecipazione all’evento come relatori segnala bene l’importanza strategica del tema.
 
C’è dunque progresso, ma c’è anche un rischio di compiacimento nel credere che ormai, come settore, essendo abbastanza giovane, siamo già aperti al carattere internazionale del gaming. Il dialogo deve continuare e, direi, sono proprio i livelli di leadership che devono scendere dalla loro distaccata posizione di altezza per imparare dalla condizione delle persone dai gruppo meno rappresentati. Un pranzo con l’amministratore delegato è un’iniziativa adottata da un partecipante del convegno come un’opportunità di tutoraggio inverso, di cui ho anche scritto qui.

Non condivido quindi l’ottimismo dei leader presenti a quel panel. È vero che il settore può vantare il suo carattere internazionale, ma c’è sempre molto da fare per una maggiore rappresentanza di genere, di etnia, di sessualità, di neurodiversità. E quella ultima dimensione di diversità, presentata al convegno, merita più attenzione; come una diversità poco visibile, come la dislessia o l’autismo, in cui giace tanto talento non sfruttato o marginalizzato. Ecco un altro orizzonte di diversità da includere che indica quanto dobbiamo ancora imparare. E che potrebbe essere nella prossima edizione del convegno di Betsson.
 
Ewa Bakun - Director of Industry Insight and Engagement di Clarion Gaming, organizzatore di Ice London, cura la rubrica "Sostenibilità in gioco" per la rivista Gioco News, consultabile integralmente a questo link.
 

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