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Gioco e riordino, le associazioni: 'Qualità e stabilità per l'offerta'

11 dicembre 2021 - 09:48

Seconda puntata dello speciale di GiocoNews sulle proposte delle associazioni del gioco sul riordino del settore: i contributi di Egp, As.tro, Sapar e Donne in gioco.

Scritto da Fm
Gioco e riordino, le associazioni: 'Qualità e stabilità per l'offerta'

Quando arriverà e come sarà il riordino nazionale del gioco legale?
Mentre dal fascicolo degli emendamenti alla Manovra 2022 segnalati alla commissione Bilancio del Senato sono spariti tutti quelli sul gioco, fatto che fa sperare in un intervento diretto del Governo con un emendamento a propria firma, le associazioni del settore non mancano di formulare le proprie proposte, protagoniste di un approfondito speciale pubblicato nella sua interezza sul numero di dicembre della rivista Gioco News, consultabile online a questo link

Dopo la prima puntata, con l'intervento di Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici, ecco la seconda, con i contributi delle associazioni Egp, As.tro, Sapar e Donne in gioco.

EGP: "QUADRO DISTRIBUTIVO CERTO PER ASSICURARE LA LEGALITÀ" - "Il 2021 è stato un secondo anno estremamente difficile. Il nuovo lockdown del retail gaming, con l’eccezione delle lotterie, ha inciso ancora più a fondo sui conti delle aziende (e dei lavoratori) tanto nella gestione delle reti quanto dei punti vendita degli apparecchi, delle scommesse e del bingo.
Una intensa attività istituzionale, coordinata con le principali parti sociali dal lato delle imprese e da quello dei lavoratori ha permesso di riavviare le attività con qualche garanzia anche per potenziali future nuove restrizioni. Questo lo consideriamo un primo risultato, anche reputazionale, per le aziende del gioco pubblico".
Parole di Emmanuele Cangianelli, presidente dell'associazione Esercenti giochi pubblici afferente a Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, il quale però evidenzia come "dopo la seconda riapertura, pur tenendo conto delle esigenze di rilancio complessivo dell’economia nazionale e della 'nuova normalità', le istituzioni nazionali non stiano riuscendo a offrire certezze a coloro che hanno investito, imprenditorialmente e lavorativamente, nei giochi regolamentati.
L’impossibilità di definire un quadro distributivo certo (in termini di regole per i punti ma anche di stabilità della tassazione sui prodotti) è un rischio enorme per la legalità nel comparto, come i lockdown hanno chiaramente dimostrato; inoltre le spinte di alcuni ad una “riduzione dell’offerta” a tavolino - del tutto slegata dalle dinamiche della domanda e con palesi rischi di derive anticoncorrenziali - evidenzia l’ulteriore rischio di non presidiare adeguatamente il mercato.
Ulteriore rischio è l’assenza di una progressiva digitalizzazione, che accompagni - non superi - la qualificazione del retail gaming, potenziando anche le soluzioni di prevenzione delle dipendenze o dei fenomeni di riciclaggio".
Il presidente di Egp quindi ricorda come gli obiettivi fondativi dell'associazione con Fipe "siano quelli della qualificazione dell’offerta, in un quadro nel quale le imprese di settore producono un vero e proprio servizio pubblico, centrato sulla tutela del consumatore. Questo sarà possibile solo se le Istituzioni, nazionali e locali, sapranno reinvestire nel gioco regolamentato ed in reti distributive nelle quali si possa fare impresa con maggiori certezze delle attuali.
Nella discussione con i governi nazionale e regionali ed in ambito parlamentare, oltre che nella consueta interazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ribadiremo con analisi tecniche puntuali questi obiettivi, che sono di interesse collettivo prima che delle imprese".

AS.TRO: "ARMONIZZARE LE ESIGENZE DI STATO, INDUSTRIA, GIOCATORE E TERRITORI" - Per l'associazione As.tro Isabella Rusciano ripercorre le difficoltà affrontate nell'ultimo anno dal gioco legale, "uno dei settori più penalizzati dai provvedimenti emanati per contrastare l’emergenza sanitaria.
È stato un anno caratterizzato da incertezze e timori, soprattutto per la sopravvivenza delle imprese e per il futuro delle migliaia di lavoratori impiegati nel settore. Purtroppo molte di queste realtà sono in grave crisi, anche perché le problematiche contingenti si sono aggiunte a quelle preesistenti- basti pensare solo alla questione delle normative regionali - ma la speranza è che si possa tornare ben presto ad una ripresa effettiva e, in questo senso, iniziano a registrarsi dei segnali positivi".
Per il 2022, se non già dalla fine del 2021, "l’auspicio principale non può che essere il riordino del settore. Un riordino, per usare le parole del sottosegretario Freni 'che non sia episodico o dia soddisfazione a questo o quell’operatore ma che sistemi definitivamente il settore', dunque un riordino capace di dettare regole equilibrate, uniformi e stabili nel tempo, e che consenta al settore di diventare agibile e sostenibile".
Alla fine di novembre il direttivo As.tro ha presentato la propria proposta di riordino che è frutto di anni e anni passati a contatto con i territori e con le realtà del terzo settore.
"Il riordino non dovrebbe essere concepito semplicemente come uno strumento per 'sistemare' il settore: ad esempio, limitarsi a parlare solo di ridistribuzione dell’offerta mi sembra eccessivamente riduttivo. La nostra proposta di riordino è, invece, tesa a mediare tutti gli interessi in campo, elemento questo che fino ad oggi è sempre mancato: non può esistere una riforma che non consideri, armonizzandole, le esigenze dello Stato, dell’industria, del giocatore, senza dimenticare quelle dei territori che ci ospitano", rimarca Rusciano.
"Quella che abbiamo davanti a noi è soprattutto un’occasione per fare pace con la comunità e cercare di togliere di dosso quell’alea di negatività che è attribuita al gioco: credo che non possa esistere un futuro per le nostre aziende se non in un contesto di sostenibilità sociale".
Nei prossimi mesi l'associazione ha in programma diversi progetti da portare a compimento. "Il primo appuntamento sarà a marzo con la presentazione dell’ultimo Report della Cgia Mestre sullo stato del settore, che sarà implementato da un focus su quelli che sono stati gli effetti economici sulle aziende di gioco generati dall’emergenza sanitaria: contiamo di presentare il lavoro del Centro studi veneto sia a Roma che a Bologna, sede della nostra associazione.
Stiamo, inoltre, lavorando a due progetti inediti per il settore e che, grazie anche alla rappresentatività dell’intera filiera all’interno di As.tro, contiamo di realizzare a breve: la creazione di un distretto industriale del gioco e un’Academy interna alle aziende del gioco".
 
SAPAR: "RIPORTARE LA TASSAZIONE AI LIVELLI DEL 2019" - "Il 2021 è stato un anno nero per il nostro settore. La chiusura forzata per oltre sei mesi ha portato conseguenze negative per le piccole e medie imprese tra attività chiuse e mai più riaperte e licenziamenti. Nonostante ci fosse un protocollo di sicurezza e l’assenza di casi Covid-19 nelle sale, è stato negato ai gestori il diritto di lavorare". A sottolineare l'impatto della pandemia sul comparto del gioco è Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar, che quindi passa a commentare la stretta attualità. "Si vocifera che nelle prossime concessioni verranno eliminati gli apparecchi dagli esercizi generalisti e dai bar. Speriamo che questo non accada perché altrimenti significherebbe incentivare ancora di più il gioco illegale.
Altra situazione che va subito affrontata riguarda le concessioni: ci auguriamo una proroga delle stesse, mentre per le nuove serve certamente un bando. Continueremo a essere al fianco dei gestori, sperando che ci sia il riconoscimento del loro ruolo a livello giuridico all’interno della filiera del gioco di Stato".
Per i prossimi mesi l'obiettivo è "che venga risolta la questione dell’eccessiva stratificazione normativa. Per questo riteniamo sia urgente mettere nero su bianco il testo per il riordino del gioco legale, previa la consultazione con tutte le associazioni di categoria.
Per quanto riguarda la tassazione non dovrebbero esserci ulteriori aumenti. Infatti, a causa della pandemia, si dovrebbe tornare ai livelli del 2019. Questo darebbe maggiore supporto e speranza a quelle imprese già fortemente gravate dalle conseguenze economiche del Covid-19", puntualizza il presidente di Sapar, anticipando un piano di iniziative a tutela della figura del gestore "sia in termini di convegni che di interlocuzione con diverse regioni in cui scadranno i periodi transitori per l'applicazione retroattiva del distanziometro.
Non dimentichiamo inoltre il rapporto con le istituzioni in generale e la riforma del settore dell'amusement che presenta molte criticità su cui stiamo lavorando assiduamente (oggetto di un convegno con gli Stati Generali dell'amusement tenutosi il 2 dicembre, Ndr). Ringraziamo comunque in modo particolare l'agenzia delle dogane e dei monopoli nella persona del direttore generale Marcello Minenna e del direttore dell'ufficio Apparecchi da intrattenimento della direzione Giochi, Antonio Giuliani, che, nonostante le molte difficoltà relative al settore dell'amusement si sono sempre mostrati aperti al dialogo che siamo sicuri porterà alla risoluzione dei problemi attuali".
 

DONNE IN GIOCO: "ABBASSARE IL PREU E L'IMPOSTA UNICA PER COMBATTERE L'ILLEGALITÀ" -  Anche Antonia Campanella, alla guida del Comitato Donne in gioco comincia la sua disamina dai "segni" sul comparto del gioco pubblico lasciati dalla pandemia di Covid e dagli annessi, ripetuti e lunghi lockdown. "Auspichiamo che non si strumentalizzi mai più l'ideologia politica al fine di comprimere un settore. Poiché i suoi risultati sono stati catastrofici. È riemerso l'illegale, è mancata parte del gettito erariale e tante imprese sono state chiuse, con la perdita di occupazione". Al momento il Comitato prosegue il suo costante impegno per "cercare di riqualificare il settore. Noi operatori siamo il primo presidio di tutela e salvaguardia sia per la legalità che nel contrasto alla ludopatia. Dalla riapertura delle nostre attività continuiamo a subire espropri in diverse regioni, abbiamo forti criticità in regioni come Emilia-Romagna e Valle d'Aosta. Quindi chiediamo alle istituzioni, di mettere un freno a tutto questo, in virtù del riordino che dovrebbe arrivare a breve. Senza dimenticare che, inoltre, siamo esclusi da tutti i ristori regionali, nonostante i fondi arrivati dall'Europa servano per aiutare le imprese che hanno subito perdite causa Covid. Che imprese siamo noi? Che lavoratori siamo noi?", si domanda Campanella, sperando nell'arrivo dell'atteso riordino, come pure in un "abbassamento sostanziale del Preu e dell'imposta unica: questa è l'unica vera chiave per combattere l'offerta illegale e ridare la propria natura, di puro intrattenimento, ad ogni gioco".

 

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