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La manina di Di Maio sul Preu

22 ottobre 2018 - 08:47

Il vice premier Luigi Di Maio autore al centro di manovre sulla manovra: dalle modifiche a sua insaputa, a quelle sui giochi di sua unica volontà.

Scritto da Alessio Crisantemi
La manina di Di Maio sul Preu

 

Chi di “manina” ferisce, di “manina” subisce. Si potrebbe archiviare così, la settimana appena vissuta dal nostro paese, che ha visto al centro dell'attenzione la manovra fiscale, presentata agli italiani e in Commissione Europea, dove ha ricevuto una netta bocciatura, a causa delle eccessive incertezze sulle coperture e dello sforamento rispetto ai parametri fissati dall'Unione. Anche se, vista la situazione critica in cui verte il nostro paese e la sua economia, ci sarebbe davvero poco da scherzare. Eppure, il governo sembra averla presa a ridere, mettendo in scena una serie di pantomime, che hanno avuto come protagonisti i due vice premier, nonché leader di Lega e 5 Stelle. Tutto nasce dalle accuse lanciate da Luigi Di Maio nei confronti di "ignoti manovratori" seduti ai banchi del suo stesso ministero, oppure dell'Esecutivo, che avrebbero modificato a sua insaputa il testo del Decreto Fiscale in seguito alla sua approvazione e prima del presunto – ma mai avvenuto – invio al Quirinale. Al punto da far tornare il decreto in consiglio dei Ministri, durante lo scorso fine settimana, per una revisione definitiva e una nuova approvazione.

Stavolta reale. E pensare che la vera “manina” contro la quale si poteva puntare il dito prima della boutade del vice premier, andata in scena a Porta a Porta, era proprio quella di Di Maio: il quale, nel presentare il testo della Manovra agli italiani, aveva tirato fuori un nuovo coniglio dal cilindro, durante la conferenza stampa, annunciando nuovi rincari alla tassazione dei giochi, ritenuti ancora una volta una “piaga sociale” che il governo intende arginare.
Peccato però che nel testo di legge non si ravvisa alcun paragrafo dedicato al settore dei giochi, né la minima riga riferita alla sua tassazione. Lasciando dunque intendere che tale presunta misura rappresenterebbe una specifica volontà del vice premier, non ancora prevista e forse neppure valutata dall'Esecutivo, che dovrebbe essere inserita successivamente nella versione definitiva del provvedimento. Per una sorta di blitz legislativo, se non vogliamo ancora riferirci all'insopportabile figura della "manina". Forse, però, l'uscita a sorpresa del leader 5 Stelle questa volta rappresenta una precisa strategia (difensiva) di comunicazione, mirata a proteggere l'altra misura contenuta nel decreto fiscale e l'unica realmente riferita ai giochi: ovvero l'istituzione di una nuova lotteria, denominata “dei corrispettivi”, che oltre a rappresentare un'evidente anomalia rispetto alle politiche annunciate e teoricamente perseguite dal governo in materia di gioco, viene pure estromessa dal divieto di pubblicità previsto dal recente Decreto Dignità. Per un nuovo paradosso che avrebbe del clamoroso, se non fosse stato messo a tacere sul nascere dalle trovate mediatiche del vertice: tra nuove tasse e colpi di manina.
Ma se l'aumento della tassazione dei giochi è un qualcosa che tutti si potevano aspettare da questo governo, pur nell'incredulità generale nel (non) capire dove si possano individuare i margini di un ulteriore rincaro, l'introduzione di un nuovo prodotto di gioco è stato un autentico fulmine a ciel sereno, che continua ad essere difficile da comprendere e da giustificare. Come poter conciliare questa decisione con la volontà più e più volte dichiarata dall'Esecutivo di voler “liberare” di cittadini dall'azzardo, riducendo l'offerta nel nostro paese e l'entità di quella piaga sociale, rilanciata anche nelle ultime ore? Strano, ma vero. Purtroppo per noi (cittadini) e per il comparto (del gioco pubblico): che oltre a dover assistere inerme e senza neppure la minima possibilità di confronto (e non solo di contraddittorio), si ritrova pure con un nuovo e ulteriore competitor con cui dover fare i conti, rappresentato dalla nuova lotteria che sarà gestita direttamente dallo Stato, senza intermediari, e sarà l'unica, insieme alla Lotteria Italia, a poter essere pubblicizzata. Per un autentico capolavoro all'italiana.
Intanto a tenere alta l'attenzione dell'industria nazionale dei giochi – oltre al non ancora identificato “aumento della tassazione” annunciato dal ministro – è la promessa di riordino generale del settore che dovrebbe avvenire (stando ancora una volta agli annunci) entro la fine dell'anno. In attesa di vedere un nuovo coniglio fuoriuscire dal cilindro: ma forse sarà soltanto un topolino partorito da una montagna. Come tradizione vuole.

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