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Dieci deleghe e un mancato riordino

04 marzo 2019 - 10:22

L'ultimo Consiglio dei Ministri è stato all'insegna della semplificazione con dieci nuove deleghe attribuite al governo: come quella (antica) sui giochi, mai attuata.

Scritto da Alessio Crisantemi
Dieci deleghe e un mancato riordino

 

Semplificazione. E' la parola d'ordina che ha guidato l'ultimo Consiglio dei Ministri andato in scena sul finire della scorsa settimana, che ha approvato dieci disegni di legge di delega al Governo per “le semplificazioni, i riassetti normativi e le codificazioni di settore”. I testi approvati, alcuni dei quali collegati alla legge di bilancio per il 2019, fanno seguito e superano, ampliandone la portata, il disegno di legge in materia di semplificazione approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 dicembre.

Tra le principali previsioni dei provvedimenti che rientrano tra le nuove deleghe al governo in materia di semplificazione e codificazione, “al fine di migliorare la qualità e l’efficienza dell’azione amministrativa, garantire la certezza dei rapporti giuridici e la chiarezza del diritto, ridurre gli oneri regolatori gravanti su cittadini e imprese e accrescere la competitività del Paese”, il Governo si è impegnato ad adottare “una serie di decreti legislativi di semplificazione e codificazione” nei seguenti settori: attività economiche e sviluppo economico; energia e fonti rinnovabili; edilizia e governo del territorio; ambiente; acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni; cittadinanza e innovazione digitale; servizio civile universale e soccorso alpino; prevenzione della corruzione, obblighi di pubblicità, trasparenza, diffusione di informazioni da parte della pubblica amministrazione; giustizia tributaria e sistema tributario e contabile dello Stato; tutela della salute. Con facoltà di intervenire anche limitatamente a specifiche attività o gruppi di attività intersettoriali. Ma c'è anche una delega per la “semplificazione, la razionalizzazione, il riordino, il coordinamento e l’integrazione della normativa in materia di contratti pubblici”, una per la revisione del Codice civile, una per l'agricoltura, una per il turismo, una per la disabilità, ma anche per il lavoro, per l'istruzione, università, alta formazione artistica musicale e coreutica e di ricerca e, infine, anche per l'ordinamento militare e per i beni culturali e il paesaggio.
Insomma, una delega per ogni settore da sistemare, riordinare, riorganizzare. Tra questi, non compare il gioco pubblico. Ma del resto non sarebbe potuto apparire, visto che su questa materia il governo, sia pure sotto altre vesti, aveva già ricevuto una delega – anche decisamente ampia – nell'ormai lontano 2014. Allo scopo di riorganizzare il comparto, ridefinirne le regole e puntare proprio alla tanto invocata semplificazione. E' proprio da quell'antica delega che si è iniziato a parlare del famigerato Riordino: prima transitato per la Conferenza unificata, per il raggiungimento di un'intesa, scritta e mai attuata, e presto accantonata. Salvo poi tornare a essere materia di “attualità governativa” con il Decreto dignità della scorsa estate: che nello stravolgere completamente gli equilibri del settore, sia in termini economici che organizzativi (in barba a ogni logica di riordino e semplificazione), ha pensato bene di rilanciare il tema della riorganizzazione, impegnandosi a formulare una proposta di riforma sui giochi entro 6 mesi di tempo dall’entrata in vigore del decreto stesso: dunque entro febbraio 2019. Termine, anche questo, già tradito nei fatti, non essendo ancora stata avviata alcuna discussione sul tema. Pur essendo, al contrario, cambiato ulteriormente il contesto per via di ulteriori interventi successivi (ed estemporanei) da parte dello stesso governo sui giochi. 
In perfetta contrapposizione rispetto a quanto avviene (sistematicamente) con il comparto del gioco pubblico, per le altre deleghe appena attribuite al governo, è stata prevista l'istituzione - presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - di una Commissione permanente cui è attribuito il compito di assicurare in concreto l’attuazione delle misure di semplificazione, nonché il riordino dell’Unità per la semplificazione. Si tratta, quindi, dell'ennesima occasione persa, per la riorganizzazione dei giochi oppure, al contrario, di una nuova opportunità per provare di affrontare anche questa discussione, provando a inserirla nel nuovo percorso legislativo? Difficile dirlo, per ora, anche se i rumors provenienti da ambienti ministeriali vedrebbero l'avvio di una primissima discussione sul tema, ma in ottica futura e più orientata a intervenire in fase di scadenza delle attuali concessioni. Mentre da affrontare, e con urgenza, c'è un presente fin troppo compromesso il cui riordino non è più procrastinabile, se non si vuole correre il rischio di non avere più un comparto (legale) da gestire e di cui doversi occupare.

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