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Strata (Eurispes): 'Distanziometri inutili, ora Testo unico sui giochi'

27 ottobre 2018 - 10:56

Il co-direttore dell’Osservatorio Giochi Eurispes, Andrea Strata, auspica la fine dei distanziometri e il varo di un Testo unico sui giochi.

Scritto da Redazione
Strata (Eurispes): 'Distanziometri inutili, ora Testo unico sui giochi'

Il Rapporto dell’Osservatorio giochi, legalità e patologie dell’Eurispes ha fotografato una situazione di evidente contrasto tra due schieramenti contrapposti: da una parte gli enti locali (Regione e Comuni in particolare), unitamente al terzo settore, quali soggetti che hanno come obiettivo legittimo quello di contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico. Dall’altra l’industria del gioco che si batte per tutelare la propria impresa ed i livelli occupazionali che genera il settore del gioco pubblico.
Spesso il dialogo tra questi due schieramenti è stato impedito, o comunque reso difficoltoso, da un pregiudizio di fondo: il gioco d’azzardo tout court (per tale intendendosi sia il gioco illegale, sia quello legale autorizzato dallo Stato) fa male e quindi deve essere contrastato e, direi, allontanato.
In realtà, però, - può sembrare paradossale – ma entrambi gli schieramenti hanno un obiettivo comune: entrambi concordano con la necessità di prevenire e contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico. In sostanza, tutti i soggetti coinvolti concordano con le finalità indicate dalla Legge Regionale Puglia n. 43/2013, finalità ben individuate all’art. 1 della legge stessa”.

 

Ad evidenziarlo è il legale esperto di gaming Andrea Strata, direttore dell’Osservatorio Eurispes “L’Italia in Gioco” insieme con l'avvocato Chiara Sambaldi, nel corso della presentazione della ricerca “Gioco legale e dipendenze in Puglia”, sabato 27 ottobre a Bari.
 

“Su questo punto, credo sia necessario superare un pregiudizio: l’industria del gioco pubblico non vuole all’interno dei propri esercizi giocatori problematici o patologici. Per gli operatori del settore, infatti, è molto meglio avere un cliente/giocatore che gioca poco, che si intrattiene giocando, divertendosi magari con gli amici, piuttosto che un giocatore che gioca molto, ma che poi debba essere 'curato'. 
In sostanza, tutte le parti coinvolte concordano con le finalità del legislatore regionale”, prosegue Strata. 
 

“Ciò che invece contrappone in maniera evidente il legislatore regionale agli operatori del settore è costituito dalle misure e dagli strumenti sino ad ora adottati per raggiungere le finalità comuni. 
E su questo punto, viene in rilievo il cosiddetto 'distanziometro', il vero e proprio 'pomo della discordia' che ha creato accesi contrasti tra le diverse parti coinvolte. 
Il distanziometro pone un divieto di collocare i punti di gioco entro una certa distanza dai cosiddetti 'luoghi sensibili': nel caso della Regione Puglia, non vengono concesse le autorizzazioni all’esercizio di attività di gioco qualora gli esercizi stessi siano collocati in un raggio inferiore a 500 metri dai luoghi sensibili.
A prescindere dalle problematiche legate anche all’individuazione dei 'luoghi sensibili', sui quali sarebbe opportuno soffermarsi abbondantemente, ma che non è oggetto del nostro studio, ritengo che le domande principali da porsi siano queste:
Fermo l’obiettivo comune di contrasto del disturbo da gioco d’azzardo, il distanziometro è la 'medicina' giusta? Oppure non è efficace o addirittura potrebbe costituire uno strumento controproducente?”, si chiede il legale.
 
 
“Per rispondere a queste domande l’Osservatorio Giochi Eurispes, nell’ambito di una ricerca su scala nazionale, ha realizzato un grande numero di interviste in profondità che hanno chiamato in campo professionalità diverse tra loro per sensibilità e per funzioni svolte: dall’industria del gioco all’area 'No slot', dalla magistratura, alle forze dell’ordine, dai professionisti del settore agli esperti in ambito sanitario.
Ebbene, sulla validità dello strumento del distanziometro, confortati dalle valutazioni della maggior parte degli esperti intervistati, Eurispes esprime un netto scetticismo. Riteniamo che spostare il gioco da un luogo all’altro non serve in alcun modo a combattere il disturbo da gioco d’azzardo. In termini giuridici, si direbbe che manca totalmente il nesso causale tra il concetto di 'prossimità' di un punto di gioco ai luoghi sensibili con 'l’incremento o la diminuzione del disturbo da gioco d’azzardo'.
Tirando le somme, il distanziometro è una misura del tutto inadeguata e addirittura controproducente per il contrasto del disturbo da gioco d’azzardo patologico.
Credo che sia fondamentale salvaguardare le finalità a cui la legge regionale mira e, nel contempo, raggiungere un punto di equilibrio con gli ulteriori interessi pubblici, salvaguardando, in particolare, la tenuta dei livelli occupazionali in una regione che ha già molti problemi in tal senso.
Auspicando, comunque, che il Governo centrale attui una riforma organica del settore che dia regole certe e chiare per tutti. Ricordo che con il decreto Dignità il Governo si è impegnato a formulare una proposta di riforma sui giochi entro 6 mesi di tempo dall’entrata in vigore del decreto stesso: dunque entro febbraio 2019. 
Del resto, una delle norme cardine del nostro settore è il Tulps, cioè un Regio decreto del 1931 (dunque una norma promulgata dal re durante il Regno d’Italia). Credo sia arrivato il momento di un Testo unico sui giochi.
Dal lato di Eurispes, siamo a disposizione del legislatore per mettere la nostra esperienza al servizio del Paese”, conclude Strata.
 

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