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Sky: limite a pubblicità di gioco in Tv dal 2019

09 novembre 2018 - 12:15

Sky introdurrà un limite di un singolo spot di gioco per ogni pausa pubblicitaria a partire dalla stagione 2019/20 della Premier League.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Sky: limite a pubblicità di gioco in Tv dal 2019

 

Il colosso televisivo Sky ha proposto una restrizione alle pubblicità di gioco in Tv per quanto riguarda le trasmissioni della propria rete. Ad avanzarla è l'amministratore delegato del gruppo per il Regno Unito e l'Irlanda, Stephen van Rooyen, con l'obiettivo di “garantire che la Tv rimanga uno spazio sicuro - soprattutto per le persone vulnerabili”. Si tratta di una presa di posizione forte da parte del gruppo di Mardoch, dopo che all'inizio di quest'anno aveva già preso le distanze dal settore del gioco d'azzardo, cedendo il bookmaker che era nato in seno all'azienda televisiva, mantenendo soltanto una quota minore di Sky Bet dopo la sua vendita.

LE MISURE DI SKY - Nell'autoregolamentazione proposta da Van Rooyen, in particolare, è previsto che la rete accetterà meno pubblicità di gioco d'azzardo a partire dalla prima metà del 2019. Introducendo un limite fissato a una singola pubblicità di gioco per ogni pausa pubblicitaria, per ridurre l'impatto della creatività su dipendenti e bambini.

Allo scopo di avere la nuova policy in vigore già all'inizio della prossima stagione della Premier League 2019/20. Un'ulteriore misura vedrà anche gli spettatori di Sky in grado di bloccare tutte le pubblicità di gioco d'azzardo nei suoi canali da giugno 2020. La ritengono una caratteristica positiva fornita dalla sua tecnologia di marketing di Adsmart che seleziona la creatività rilevante per gli spettatori. Secondo quanto spiegato dall'Ad Sky: "I nostri clienti sono preoccupati per le pubblicità di gioco d'azzardo in Tv e comprendiamo le loro preoccupazioni. Ecco perché ci siamo impegnati a limitare la quantità di pubblicità di gioco d'azzardo su Sky e a proteggere meglio coloro che sono vulnerabili. Grazie alla regolamentazione la Tv è stata a lungo uno spazio sicuro e questi cambiamenti la renderanno ancora più sicura".
 
IL LEGAME TRA GIOCO E TV - La programmazione di Sky Sports è stata particolarmente satura di pubblicità di gioco d'azzardo. Grant Feller, direttore di GF Media, ha scritto che nel 2017 durante una sessione di visione di cinque ore di Sky Sports, ha contato un totale di 64 pubblicità di gioco d'azzardo, parlando di una specie di "epidemia". Inoltre Sky Bet, il bookmaker di Sky, è stato fortemente integrato con i suoi marchi sportivi prima della sua vendita a PokerStars per 3,4 miliardi di sterline nel 2018, con Sky che ha mantenuto una partecipazione del 20 percento nella società. Anche se secondo le concessionarie del gruppo, che probabilmente vedranno ridursi le entrate dai bookmaker, "c'è ancora un pericolo reale online - e ci sarà fino a quando le piattaforme online non saranno regolate così strettamente come la Tv."
L'industria del gioco d'azzardo nel Regno Unito ha generato profitti di 13,9 miliardi di sterline nell'anno successivo all'ottobre 2017, secondo la ricerca della Gambling Commission, ma il ruolo della pubblicità, e in particolare la sua saturazione nello sport, è una preoccupazione comune. Sky ha lavorato con il Money and Mental Health Policy Institute per comprendere l'effetto che la pubblicità di gioco d'azzardo aveva sugli spettatori di Sky. La ricerca in particolare ha rilevato che i soggetti che risultano vulnerabili al gioco d'azzardo problematico e quelli con problemi di salute mentale hanno più probabilità di essere influenzati da queste pubblicità.
Delineando ulteriormente il problema, nel 2017 il Victoria Derbyshire Show della Bbc aveva già studiato le interruzioni pubblicitarie di 25 partite di calcio trasmesse in diretta su Bt Sport, Sky Sports e Itv, rilevando che il 95 percento delle interruzioni pubblicitarie in Tv presentavano almeno una pubblicità di gioco d'azzardo. Tuttavia l'industria del gioco afferma che gli annunci hanno solo un "impatto limitato" sui tassi di gioco.
Il Money and Mental Health Policy Institute ha comunque raccomandato all'emittente di rendere più semplice rinunciare alle pubblicità del settore. Il direttore del gruppo, Helen Undy, ha dichiarato: "Se si sta lottando con problemi di salute mentale può essere molto difficile gestire le proprie spese sul gioco d'azzardo e i nostri sostenitori ci dicono che la pubblicità gioca un ruolo importante nella composizione di tali difficoltà". Aggiungendo che “è un passo gradito da parte di Sky quello di dare potere ai clienti che lottano con il gioco d'azzardo, consentendo loro di rinunciare alla pubblicità di gioco d'azzardo e sarà senza dubbio popolare anche tra altre persone".
Stephen Woodford, amministratore delegato dell'Advertising Association (AA) ha dichiarato a The Drum che "La revisione del gioco d'azzardo da parte del governo ha riconosciuto le forti protezioni già in vigore per i giocatori. Accogliendo favorevolmente lo sviluppo di iniziative dell'industria, come la campagna di gioco responsabile - guidata da GambleAware e supportata da emittenti, inclusa Sky - che dimostra come la nostra industria intraprenderà ulteriori azioni positive. Laddove le singole aziende possono adottare ulteriori misure per affrontare una questione così importante, è giusto farlo ed è in linea con le responsabilità che incombono su tutta l'industria pubblicitaria".
L'industria si sta infatti muovendo contro gli annunci di gioco d'azzardo dannosi. La Advertising Standards Authority (Asa) ha bloccato alcune pubblicità di gioco d'azzardo selezionate ad aprile, principalmente quelle con un "inappropriato senso di urgenza" come quelle che includono messaggi del tipo: "Scommetti ora!", spot che banalizzano il gioco d'azzardo, riducono la percezione del rischio o enfatizzano i benefici finanziari del gioco d'azzardo. L'annuncio arriva pochi giorni dopo che il deputato Tracey Crouch ha rassegnato le dimissioni da ministro dello sport per protestare contro l'attuazione scaglionata di un progetto di legge che blocca i terminali di scommesse a quota fissa Fobt, in un momento quindi particolarmente "caldo" per l'industria britannica del gaming. Ma anche a livello molto più generale, guardando ad esempio ciò che avviene nel nostro paese in materia di pubblicità del gioco. Dove il clima è addirittura rovente.

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