skin

Colombia: inibiti oltre 3.300 siti di gioco illegali con il modello italiano

14 febbraio 2020 - 10:52

L'autorità di gioco colombiana ha bloccato oltre 3.300 siti di gioco d'azzardo illegali in quattro anni con il programma “Legality Deal”.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Colombia: inibiti oltre 3.300 siti di gioco illegali con il modello italiano

Sono 3.365 i siti di gioco illegali che operavano in Colombia senza le relative autorizzazioni statali e che sono stati inibiti dalle autorità locali. Il dato proviene da Coljuegos, il regolatore del gioco d'azzardo in Colombia, che sta combattendo contro il mercato illegale nel gioco in seguito alla regolamentazione del gioco d'azzardo online, attuata nel 2016. La legislazione attualmente consente il funzionamento di 17 piattaforme online autorizzate, con la regolamentazione dell'offerta che ha consentito allo Stato di far emergere un florido mercato fino a ieri completamente sommerso e difficilmente attaccabile. Mentre ora è possibile scovarlo e combatterlo, proprio grazie all'esistenza di una rete legale e di un azione governativa di contrasto all'illegalità specificamente rivolta al settore.

Come ha spiegato il presidente di Coljuegos, Juan B. Pérez Hidalgo, descrivendo una delle strategie sviluppate dall'autorità che rientra nel programma denominato "Legality Deal" attraverso il quale il governo federale ha unito le forze con le autorità locali, le associazioni di categoria e la polizia per aumentare il numero di raid contro le organizzazioni che gestiscono il gioco d'azzardo illegalmente. Un risultato particolarmente importante che ha consentito e sta consentendo al paese di recuperare importanti risorse per le casse nazionali oltre a mettere in sicurezza un sistema, come quello del gioco, fino a quattro anni fa relegato all'improvvisazione e, peggio ancora, in mano all'illegalità.
Da notare come il sistema di contrasto sia analogo a quello messo in piedi, nel corso del tempo, dall'Italia, che sulla regolamentazione del gioco ha svolto il ruolo di autentico apripista, introducendo, ormai più di dieci anni fa, il sistema del cosiddetto “oscuramento” dei siti web, che è diventato uno strumento di riferimento per i regolatori e gli stati di gran parte del mondo.

Articoli correlati