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Covid-19: si ferma l'intrattenimento in Giappone, anzi no

15 aprile 2020 - 16:59

Lo stato di emergenza che dura ormai da un mese e il conseguente consiglio di rimanere a casa hanno colpito (anche) l'industria del divertimento giapponese, ma non del tutto.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Covid-19: si ferma l'intrattenimento in Giappone, anzi no

Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha appena emanato un pacchetto di misure mirate a tutelare imprese e cittadini che prevede degli stimoli per l'economia senza precedenti, allo scopo di guidare il paese in questa fase particolarmente difficile dal punto di vista degli effetti provocati dalla pandemia di coronavirus. Anche in Giappone, come nel resto del mondo, sono state attuate diverse misure restrittive e un lockdown, anche se parziale: ad oggi, solo alcuni tra i principali centri urbani sono stati inclusi nello stato di emergenza:  Tokyo, le prefetture circostanti Kanagawa, Saitama e Chiba, e Osaka, Hyogo e Fukuoka. Di conseguenze, tutti i locali di gioco e intrattenimento del territorio sono stati inibiti.

Nel frattempo però molte altre location di gioco si erano già volontariamente chiuse al pubblico, già nella prima settimana di marzo, sperando di poter riaprire nel giro di poche settimane, anche se le nuove restrizioni hanno rimandato qualsiasi speranza di un sollievo precoce. Fonti del settore a Tokyo spiegano che al di fuori delle sette aree dichiarte zone rosse, i centri di gioco rimangono comunque aperti, anche se hanno subito una perdita di entrate di oltre la metà.

Sebbene il Giappone non abbia registrato un elevato numero di casi di contagio da Covid-19 e le morti sono inferiori a quelle di molte altre nazioni, le infezioni sono in aumento. "Non siamo in una fase in cui si osserva una rapida diffusione a livello nazionale, ma alcune aree sono sotto pressione, quindi non possiamo concedersi il lusso di perdere tempo", ha detto Abe in una nota. La dichiarazione di emergenza conferisce quindi ai governatori delle singole prefetture l'autorità di chiedere alle persone di rimanere a casa e di chiudere le attività non essenziali, ma senza spingersi fino ai blocchi totali visti in altre parti del mondo. Il governo giapponese non ha l'autorità legale per imporre restrizioni che includano sanzioni come in alcune aree d'Europa, ma si punta invece all'autodisciplina e all'attenzione alla reputazione aziendale, con le imprese che dovessero rimanere aperte che potrebbero diventare invise alla popolazione.

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