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Riforma ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Filiera resta e resti unita'

28 ottobre 2020 - 11:04

Mentre negli ippodromi, con l'ultimo Dpcm, sono tornate le corse 'a porte chiuse', il sottosegretario L'Abbate (Mipaaf) risponde alle richieste degli operatori sul futuro della filiera, in un'intervista a GiocoNews.it.

Scritto da Fm
Riforma ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Filiera resta e resti unita'


Nuovi tempi duri per l'ippica, che ha visto tornare le corse "a porte chiuse" con l'ultimo Dpcm per il contenimento del Covid-19, e aspetta l'ormai famigerata riforma del settore, che potrebbe arrivare entro l'anno, con la prossima legge di Bilancio.
Nuove incertezze e bisogno di conferme per gli operatori a cui prova a dare ristoro il sottosegretario del Mipaaf Giuseppe L'Abbate, che in un'intervista a GiocoNews.it ga il punto della situazione e risponde ad alcune delle richieste avanzate dalla filiera dopo la presentazione del suo progetto di riorganizzazione del comparto. 

"Nel percorso di riforma che intendo perseguire siamo partiti da quelle che sono le problematiche attuali della gestione inserita all’interno del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali; le quali hanno condotto l’ippica in una spirale depressiva che ne ha eroso il prestigio oramai da tempo.
È il momento di una svolta. È il momento di dare finalmente concretezza a ciò che non è stato fatto per anni dopo la soppressione dell’ex Assi/Unire, avvenuta davvero con l’accetta. È il momento di dare una nuova casa agli ippici italiani che avranno in mano la governance, rendendo protagonisti gli enti tecnici.
L’ippica torna ad essere uno sport, come lo era in principio, all’interno del Ministero oggi guidato da Vincenzo Spadafora dove creiamo la 'casa del cavallo', con il benessere dell’animale perno di ogni politica e decisione. Le risorse saranno certe e definite e svincolate dalle scommesse come, del resto, lo sono già ora", puntualizza L'Abbate.
"Il Parlamento italiano ha più volte ribadito che è necessario sovvenzionare la filiera ippica, diamo pertanto valore all’aiuto dello Stato, ridando lustro a questo comparto. E poi l’accelerazione nei pagamenti, superando così i vincoli della inevitabile burocrazia della pubblica amministrazione ma anche programmazione e marketing per un vero rilancio dell’ippica, come brand e come immagine. Possiamo vantare cavalli e professionisti in grado di farsi valere in tutto il mondo.
Ora è giunto il momento di fare squadra per riportare la gente all’ippodromo e far appassionare i giovani. Noi siamo decisi e determinati: i confronti con la filiera proseguiranno e mi auguro di avere il sostegno di tutti i protagonisti per centrare appieno l’obiettivo che ci siamo prefissati".
 
In merito alle richieste avanzate dagli operatori di “non spezzare la filiera, ma di mantenerla unica”, senza divisioni fra ministero dello Sport e dell'Agricoltura, e di costituire l'annunciata 'federazione del cavallo' in seno al Mipaaf, il sottosegretario risponde: "Non cambia nulla rispetto a ciò che era in passato. Non viene 'spezzata' alcuna filiera ma accade semplicemente ciò che accade in tutti gli altri comparti presenti all’interno del Mipaaf.
Per definizione la filiera è proprio 'l’insieme dei settori produttivi e delle relative imprese coinvolti nella realizzazione di una determinata produzione'. Il Mipaaf ha come mission quella di sostenere l’allevamento del cavallo e fare politiche che possano incentivare la parte zootecnica di questa filiera e, pertanto, si occuperà dell’incremento delle razze equine da competizione, dei piani pluriennali allevatoriali, dello sviluppo dell’ippicoltura e della tutela del benessere equino, dell’incolumità dei cavalli e del contrasto al doping.
L’Organismo unico in seno al ministero dello Sport avrà attribuzioni operative e di servizio: organizzazione corse e calendari; riconoscimento delle società di gestione ippodromi e valutazione impianti per il concorso al finanziamento; tesseramento categorie professionali; controllo disciplinare, regolamentazione tecnica e vigilanza sulle corse; promozione dell’impiego del cavallo; tutela del benessere del cavallo; coinvolgimento culturale ed agonistico al mondo del cavallo; formazione e aggiornamento operatori ippici professionali e amatoriali e degli addetti al controllo disciplinare delle corse. Proprio come accade alle altre filiere agricole ed alimentari che, ad esempio, sono di competenza Mipaaf e Mise. Parliamo, pertanto, di un timore infondato e, sinceramente, non comprensibile.
Ricostituire l’Unire tout court è impossibile perché al ministero dell’Economia e delle finanze hanno memoria e confido vi sia anche nel settore. L’unico modo per avere in futuro le stesse prerogative che si avevano in passato è il percorso di riforma che ho illustrato al settore dando una nuova casa all’ippica".
 

Riguardo alle risorse per il settore, L'Abbate assicura che "saranno certe e destinate all’ippica come da norme già esistenti. La governance sarà in mano agli ippici. Garantiremo la rappresentanza di tutti gli stakeholder che dovranno fare lo sforzo di autodeterminarsi per il futuro. Saranno protagonisti delle loro sorti: nel bene e nel male. Confido in loro per rendere nuovamente grande l’ippica italiana".
 

Il sottosegretario quindi commenta il ricorso proposto al Tar Lazio da alcune società di corse contro la tassa dello 0,5 percento sulle scommesse ippiche in discussione il 18 novembre.
"Io mi sono adoperato sin dal primo momento inviando una lettera all’Agenzia dei monopoli e delle dogane, a cui ha fatto seguito una riunione operativa dove ho ribadito come la norma parli proprio di 'sport' e, dunque, l’ippica oggi ne è esclusa. Tant’è che sto promuovendo la riforma per farla tornare ad essere tale come lo era in principio. Il prelievo, pertanto, non è dovuto stante la normativa attuale a mio modo di vedere. Siamo ora in attesa del chiarimento tra l’Agenzia dei monopoli e delle dogane e il ministero dello Sport affinché venga scongiurato questo prelievo aggiuntivo".
Per poi evidenziare: "Le scommesse e l’ippica sono due cose distinte sin dal lontano 2008. La scommessa non è più affare dell’ippica, dunque, da ben 12 anni: è bensì affare dell’Agenzia dei monopoli e delle dogane. Le risorse dedicate al settore ippico non sono collegate alle scommesse. Ovviamente continuiamo a sostenere che le scommesse ippiche debbano avere una tassazione equiparata a quella applicata alle sportive così da essere attraenti in egual modo".

L'ultimo passaggio dell'intervista è dedicato al legame esistente fra alcuni ippodromi e le città in cui hanno sede, oggetto di un'audizione dell'Anci, presso la commissione Agricoltura della Camera sul Ddl in materia di ippicoltura, che ha costituito un Gruppo di lavoro in cui sono rappresentati i principali Comuni sedi di ippodromi strategici da Nord a Sud e ha chiesto un approccio centralizzato e non localizzato, al fine di individuare soluzioni, anche normative e strutturali, puntando sullo sviluppo ed il rafforzamento della filiera degli equidi con particolare riferimento all’allevamento dei cavalli.
"Siamo in contatto con l’Anci, tant’è che per la prima volta i sindaci sono coinvolti nelle decisioni che si stanno prendendo per il settore proprio in quanto tanti Comuni sono proprietari di ippodromi. La riforma, con l’ingresso dell’ippica nel ministero dello Sport, permette loro di avere ampliate opportunità di finanziamento dato che potranno accedere al Credito sportivo per rinnovare gli impianti.
I Comuni lamentano l’attuale mancanza di risorse, noi rispondiamo con bandi specifici per manutenzioni straordinarie degli ippodromi così finalmente da ammodernarli e renderli adatti alle esigenze moderne. Mi preme sottolineare che la proposta di legge sull’ippicoltura, attualmente in discussione alla Camera, non c’entra nulla con l’ippica, dato che si interessa della parte allevatoriale non destinata alle corse".
 
 

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