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Ippica in cerca di rilancio, le proposte degli ippodromi

10 dicembre 2020 - 10:32

La riforma dell'ippica annunciata dal sottosegretario Giuseppe L'Abbate potrebbe vedere la sua realizzazione con la prossima legge di Bilancio ma intanto le rappresentanze degli ippodromi avanzano le loro proposte.

Scritto da Francesca Mancosu
Ippica in cerca di rilancio, le proposte degli ippodromi


Una riforma radicale che mantenga la filiera unita. È la richiesta comune avanzata dagli operatori dell'ippica – dalle società di corse alla rappresentanze di allevatori, allenatori e guidatori – in questo fine anno, dopo la proposta illustrata in merito dal sottosegretario Giuseppe L'Abbate agli inizi dell'autunno, che potrebbe vedere la sua realizzazione già con la prossima legge di Bilancio.

Un tema particolarmente sentito, al centro di uno speciale pubblicato sul numero di dicembre della rivista GiocoNews (consultabile online a questo link), di cui pubblichiamo i contributi integrali.
A cominciare da quelli relativi alle proposte avanzate dalle rappresentanze degli ippodromi.

COORDINAMENTO IPPODROMI: "UNA NORMALITÀ DA RICOSTRUIRE" - “Il 2020 è stato una 'catastrofe' da tutti i punti di vista.
Per quanto riguarda l’ippica,da marzo a maggio le corse dei cavalli sono state sospese e poi gli ippodromi hanno lentamente ripreso l’attività con la limitazione degli accessi al pubblico ed ora stanno svolgendo le corse 'a porte chiuse'. Spero che si possa tornare presto alla normalità”, esordisce Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi.
Quanto alla riforma in arrivo, D'Alesio ricorda che “il sottosegretario Giuseppe L'Abbate, in data 8 ottobre, ha convocato un tavolo con la presenza delle associazioni rappresentative dell’intera filiera ed ha presentato le linee generali sulle quali il ministero sta lavorando per giungere ad una profonda riforma dell’ippica.
In quella sede abbiamo ascoltato e presentato anche alcune nostre proposte ed al termine il sottosegretario ha assicurato che a breve ci avrebbe mandato il testo della riforma per poterla esaminare nel dettaglio e giungere ad una ampia condivisione, con l’obiettivo di arrivare alla riforma con la prossima legge di Bilancio.
In merito a quanto dichiarato ed illustrato dal sottosegretario, ritengo opportuno sottolineare i seguenti punti: è giunto il momento di una 'svolta', l’ippica non può continuare ad essere gestita dal Mipaaf. L’ippica è uno sport.
È il momento di dare una 'nuova casa' agli ippici che avranno in mano la governance con gli enti tecnici, garantendo la rappresentanza di tutti gli stakeholder.
Le risorse saranno certe, definite e svincolate dalle scommesse.
Le scommesse e l’ippica sono due cose distinte sin dal lontano 2008.
Bisogna fare squadra per riportare la gente all’ippodromo e far appassionare i giovani.
Il Mipaaf ha come missione quella di sostenere l’allevamento del cavallo.
L’Organismo unico all’interno del ministero dello Sport avrà attribuzioni operative e di servizio.
Non bisogna spezzare la filiera ma mantenerla unica ed unita.
Vanno salvaguardati il grande legame tra gli ippodromi e le città in cui hanno sede, nonché il rapporto stretto con Anci e Comuni.
Condividendo tutti questi punti (alcuni dei quali sempre sostenuti dal Coordinamento ippodromi) restiamo in attesa di conoscere il testo di riforma e ci auguriamo che la 'svolta', promessa dal sottosegretario,possa realizzarsi fin dall’anno prossimo”.
Con un altro desiderio per il 2021: “Che ci si liberi dal Covid e da questa catastrofe sanitaria e sociale, si riprenda finalmente a vivere normalmente e si possa andare anche negli ippodromi a vedere belle ed avvincenti corse dei cavalli”.

FEDERIPPODROMI: "LA RIFORMA PARTA DA CIÒ CHE C'È GIÀ" - In rappresentanza di Federippodromi, interviene Elio Pautasso. “Purtroppo conosciamo tutti la grave situazione del nostro settore che viaggia tra un forte calo di scommesse e di pubblico e un costante rallentamento nei pagamenti.
Questo ha fatto sì che l’ippica entrasse in una spirale depressiva che ha oramai eroso il prestigio di questo comparto, nonostante le punte di eccellenza che tuttora l’Italia riesce ad esprimere a livello internazionale sia per il galoppo e soprattutto per il trotto.
Come già più volte e da molti anni affermiamo (leggi Delega fiscale prima e Collegato agricolo poi, finiti in un nulla) la filiera ippica ha la necessità di una radicale riforma che cambi l’organizzazione del settore, dia certezza sulle risorse stanziate, e permetta un vero rilancio a livello sia domestico che internazionale. Le potenzialità ci sono e ne abbiamo la prova ogni qual volta va in scena un evento di rilievo (come ad esempio i Derby a Roma, il Lotteria a Napoli, il Campionato Europeo a Cesena), il pubblico in queste occasioni risponde e si diverte. Ma serve molto di più per un rilancio del nostro settore. Le prospettive di riforma ad oggi in avvio di discussione però non convincono nessuno degli attori della filiera, diventare una federazione sportiva che andrà a sostituire la Fise (Federazione sport equestri) crediamo non sia proprio la strada giusta. Basti dire che in nessuna nazione al mondo le corse dei cavalli sono organizzate, gestite e controllate dal locale comitato olimpico. Inoltre all’interno del Comitato olimpico internazionale (Cio) non sono contemplate le corse dei cavalli e nemmeno immagino come possa accoglierle per l’Italia che sarebbe l’unico caso”.
Quanto all'operato del Governo nei riguardi del settore in questi 12 mesi, sia in materia di misure restrittive anti Covid sia di provvedimenti di ristoro, Pautasso evidenzia: “È indubbio che il Governo dall’inizio della pandemia ad oggi ha seguito una strategica e consapevole programmazione delle politiche di tutela della salute degli italiani, cercando di fronteggiare questa grave emergenza sanitaria con Dpcm necessari e mirate ordinanze della Protezione civile.
In questo momento credo non ci siano alternative alle corse intese come spettacolo a porte chiuse, quello che invece sarebbe da rivedere è la chiusura delle sale scommesse, dove invece si era già fatto un eccellente lavoro di prevenzione dei contagi mettendo in atto tutto quanto era stato previsto dai protocolli. Una chiusura di questi luoghi a mio avviso andrebbe ripensata.
Sul Dl ristori, noi ippodromi come aziende, nel primo decreto abbiamo avuto solo la limitazione del fatturato che ad alcune società non ha impedito di accedere al contributo a fondo perduto. In questo secondo decreto è stato eliminato il limite del fatturato e quindi possiamo avere tutti diritto al ristoro con i metodi di calcolo sul mancato fatturato fissati già nel mese di aprile”.
Venendo al “cuore” del nostro speciale, per il presidente di Federippodromi la proposta di riforma dell'ippica avanzata dal sottosegretario L'Abbate “andrebbe ripensata radicalmente. Come già dicevo prima è noto che in nessuna nazione del mondo le corse dei cavalli sono inserite sotto il controllo e/o la gestione del locale Comitato olimpico e che lo stesso Comitato olimpico internazionale non vedrebbe favorevolmente la questa scelta italiana.
Il Mipaaf ha anche annunciato che l’organizzazione delle corse sarebbe trasferita sotto gestione del Coni con una nuova Federazione mentre la parte dell’allevamento resterebbe sotto la gestione diretta dello stesso Mipaaf. Tale scelta provocherebbe uno smembramento della filiera ippica, che come detto trova il massimo del proprio valore nella sua completezza, che in quanto tale deve restare unita e sotto una unica responsabilità gestionale e di controllo. La proposta che tutte le componenti del settore stanno avanzando è quello di utilizzare una società in house che il ministero ha già e funzionate (Unirelab Srl) ovviamenti con i necessari correttivi dello statuto e della mission della società stessa. In alternativa si sta proponendo la creazione di una Agenzia (stile Adm) mantenendo in ogni caso la filiera unita e sotto la gestione ed il controllo (Mipaaf e Mef) sotto una unica entità. Il tema principale resta però quello delle risorse disponibili per la filiera ippica che devono avere delle certezze e nel tempo per fare una programmazione pluriennale e soprattutto devono provenire da più parti, oltre che dai provvedimenti di legge (Legge 2/2009), dobbiamo utilizzare tutti i canali che abbiamo disponibili come i diritti Tv, la fiscalità che genera il settore stile Sport e Salute, le sponsorizzazioni, l’innovazione delle scommesse e così via”.
Quanto agli auspici per l'anno in dirittura d'arrivo Pautasso non ha dubbi: “La cosa più importante per tutto il mondo e avere una soluzione efficace contro il virus.
Pur avendo ben presente la grave realtà che stiamo vivendo in questi giorni circa i contagi, i ricoveri ospedalieri e ahimè delle vittime che sono in costante ascesa, la notizia del vaccino può far pensare che a partire dalla primavera prossima si potrà avere qualche certezza in più sulla capacità di fare fronte al propagarsi dei contagi.
Per il nostro settore auspico una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e una maggiore unità fra le diverse componenti produttive che lo compongono. Insieme si vince non è solo uno slogan ma è una constatazione della realtà. Questa dovrà essere la via da seguire anche per i prossimi anni e infatti stiamo pensando a sviluppare la nostra alleanza per renderla sempre più solida e produttiva.
Per questo siamo pronti ad un dialogo costruttivo e sereno con le istituzioni e con tutti gli attori della filiera ippica”.
 
GRUPPO IPPODROMI ASSOCIATI: "SETTORE LASCIATO SENZA SOSTEGNO" -  L'unica voce femminile di questo bilancio è quella di Francesca Maglione, del Gruppo ippodromi associati. “Questo è stato un anno molto particolare perché il Covid ci ha messi a dura prova, sia dal punto di vista economico che emotivo. Anche se in verità sono già diversi anni che il nostro settore è sotto pressione. Dal punto di vista dei protocolli anti-Covid credo che siano state delle scelte dovute. Sebbene per noi non sia facile gestire il tutto fra triage, procedure di ingresso, controlli ecc, credo che la tutela della salute degli operatori e dei nostri dipendenti debba essere sempre al primo posto. Rispetto agli aiuti,devo constatare con amarezza che il nostro settore non ha potuto beneficiare di chissà quali sostegni e quindi ha dovuto come sempre fare conto sulle proprie forze. Per quanto concerne la tassazione dello 0,5 percento sulle scommesse ippiche, credo che non sia assolutamente opportuna. In primis perché si va a penalizzare lo scommettitore, che è invece la colonna portante del nostro settore, in secondo luogo perché beneficiari del fondo su cui andrebbe il prelievo, sono solo le associazioni dilettantistiche e quindi ancora una volta noi saremmo fuori da ogni tipo di beneficio”.
La proposta di L’Abbate? Per Maglione "potrebbe anche avere un senso e potrebbe essere una buona proposta, poiché basata su concreti passaggi. Ma credo che vada ancora discussa ed elaborata. In fondo ci siamo incontrati solo una volta e non conosciamo i dettagli.
Per il prossimo anno spero di poter continuare la mia attività senza dover effettuare tagli o ulteriori penalizzazioni del settore. Auspico che il Covid ci possa lasciare e che diventi solo un brutto ricordo in modo da poter lavorare con tranquillità. Abbiamo tanti progetti e tanta energia da spendere e non vediamo l’ora di poterla mettere in campo".
 

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