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Ippodromo Padova: scuderie fuori norma, chiesto sequestro cautelativo

19 gennaio 2021 - 08:12

Celin (Comitato padovano contro doping e macellazione cavalli da corsa) chiede ai ministri del Governo Conte il sequestro delle scuderie dell'ippodromo Breda in quanto non conformi ai requisiti minimi.

Scritto da Redazione
Ippodromo Padova: scuderie fuori norma, chiesto sequestro cautelativo

In attesa dell'asta del 26 gennaio, e dopo la proroga della gestione per il Gruppo Coppiello, l'ippodromo Breda di Padova torna ancora sotto i riflettori per la tutela del benessere degli animali che vi sono ospitati.
Ancora una volta, a chiedere attenzione sul tema è Sergio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, che chiede ai ministri Speranza, Bonafede, Spadafora, e al sottosegretario L'Abbate, l'immediato sequestro delle scuderie dell'impianto.

I motivi?
L'assenza di "controlli veterinari senza preavviso, nell'imminenza dell'inizio delle corse, per evitare di presentare in corsa dei cavalli zoppi o debilitati fisicamente" e di veterinari "nel corso degli allenamenti quotidiani che i cavalli effettuano nel centro di allenamento all'interno dell'ippodromo Breda, considerato che il gestore riceve sovvenzioni pubbliche dal Mipaaf".

Secondo Celin, inoltre, "ogni cavallo in stallo nelle scuderie del Breda dovrebbe avere a disposizione un paddock di circa 1000 metri quadrati; i box dovrebbero essere tutti dotati di abbeveratoi automatici, di un continuo ricambio di aria e di molta luce, importantissima per il cavallo; il pavimento dovrebbe essere dotato di un buon isolamento termico, oltre che di un recinto esterno, per la ventilazione dello spazio, tutte cose che in gran parte non esistono al Breda!".
 
Il portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa coglie l'occasione per ricordare che "l'articolo 17 del Codice deontologico veterinario recita che il medico veterinario ippiatra deve svolgere la sua professione in ambienti e contesti adeguati ed organizzati, in termini di mezzi alla complessità della prestazione". Per poi aggiungere: "Qualcuno allora mi dovrebbe spiegare come tutto ciò sia reso possibile in un contesto come le scuderie dell'ippodromo Breda, dove a disposizione dei veterinari non esiste neppure un ago, per poter soccorrere un cavallo che rimane ferito o fratturato in gara o durante un allenamento.
Come può un veterinario ippiatra adempiere al proprio lavoro all'interno dell'ippodromo Breda se privo di ogni minima struttura sanitaria, senza rischiare di incorrere nel reato di 'malasanità animale', violando tutte le più elementari regole di correttezza deontologica?
Come può un veterinario ippiatra ottemperare senza mezzi adeguati allo scopo, all'articolo 32 del Codice deontologico veterinario, dove corre l'obbligo di informare il proprietario del cavallo sulle condizioni cliniche dell'animale e sulle soluzioni terapeutiche possibili, la cui inosservanza potrebbe venire considerata come un 'illecito' professionale?".
 

Celin quindi auspica il "sequestro cautelativo delle scuderie (con obbligo di assistenza per i cavalli in stallo!) dell'ippodromo Breda di Padova, in quanto le ritengo non conformi ai requisiti minimi, dove poter garantire l'incolumità ed il benessere dei cavalli, oltre a quello dei lavoratori ippici, dal momento che di notte, nei festivi e per la gran parte della giornata, l'ippodromo rimane senza alcuna custodia fissa, completamente al buio di notte, privo di allarmi collegati con le forze dell'ordine e con i vigili del fuoco h24, considerato anche la notevole quantità di materiale 'sensibile' ed 'infiammabile' che si trova all'interno delle scuderie".
 

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