La riforma dell'ippica non passerà attraverso il decreto Semplificazioni.
Le commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato, che stanno esaminando in sede referente il disegno di conversione in legge del decreto Semplificazioni e i suoi emendamenti, hanno infatti dichiarato inammissibile la proposta di modifica dei senatori di Italia Viva Vono e Grimani che puntava, in sostanza, ad affidare al Coni la gestione del settore ippico, così da "assicurare l'unitarietà dell'organizzazione e del potenziamento dello sport nazionale anche con l'obiettivo di semplificare le pertinenti procedure del Coni".
LE FUNZIONI DA ATTRIBUIRE - In particolare, al Coni sarebbe spettata "l'organizzazione delle corse dei cavalli e la definizione della programmazione tecnica ed economica delle corse e delle altre forme di competizione, unitamente alla predisposizione del calendario delle manifestazioni ippiche", ma anche "la nomina dei giudici di corsa", la "valutazione delle strutture degli ippodromi e degli impianti di allevamento", il "concorso al finanziamento delle società di corse gestori degli ippodromi per la gestione dei servizi resi", il "coordinamento delle attività degli ippodromi", il "pagamento dei premi e delle provvidenze", la "titolarità di concessionario esclusivo del segnale televisivo per la trasmissione delle corse".
Al Mipaaf sarebbero restate altre funzioni, quali "la promozione dell'incremento e del miglioramento qualitativo e quantitativo delle rasse equine da competizione e da selle", la "promozione dello sviluppo del settore dell'ippicoltura", la "tutela della biodiversità della razza equina".
Al fine di garantire l'attuazioni delle funzioni che i senatori avrebbero voluto attribuire al Coni, "Il Mipaaf e il ministero della Politiche giovanili e dello sport costituiscono, senza oneri a carico del bilancio dello Stato, l'istituzione di un Comitato paritetico permanente assicurando anche la partecipazione al Comitato del Coni".
Si tratta di una proposta che aveva suscitato decise prese di posizione: possibilista quella del Coordinamento ippodromi, che auspicava una rapida audizione presso il Mipaaf, mentre altre sigle, in rappresentanza della filiera ippica, erano decisamente contrarie, ritenendo che si trattasse di una riforma improvvisata e che il Coni non sia il soggetto idoneo a gestire le tante problematiche e peculiarità del settore.
I MOTIVI DELL'INAMMISSIBILITA' - Nei lavori di ieri, 11 agosto, il presidente dell'ottava commissione Mauro Coltorti (M5S) ha precisato che "le ammissibilità sono state valutate con estremo rigore, pur in presenza di un provvedimento che disciplina molte materie differenti.
Quanto all’estraneità di materia, sono state dichiarate improponibili tutte le proposte che interessano ambiti differenti da quelli oggetto del decreto-legge, con l’eccezione di alcuni emendamenti dal chiaro contenuto semplificatorio. Del pari, sono da ritenersi improponibili gli emendamenti con carattere di spesa, finanziario o fiscale, anche in considerazione dell’imminente presentazione alle Camere del cosiddetto decreto agosto. Solo laddove il provvedimento contenga già profili di spesa, tali emendamenti sono stati ammessi. Inoltre, come di consueto, sono state dichiarate inammissibili le proposte mirate a modificare fonti secondarie". Motivi che hanno portato all'inammissibilità di numerose proposte, tra cui appunto quella dei senatori di Italia Viva.